Laura Berlinghieri per “La Stampa”
manuel zardetto
«La cosa che mi ha fatto più male? Leggere le offese rivolte a mia figlia, nel tentativo di ferire me. C'è chi l'ha chiamata ragazzina sintetica e chi ha scritto che non può essere considerata una bambina, perché frutto di un atto contro natura». Sono le parole del 34enne trevigiano Manuel Zardetto, eletto "papà più bello d'Italia" a seguito di un concorso sul portale Starpeoplenews.
Una nomina che ha scatenato una vergognosa pioggia di insulti sui social, perché Manuel, papà di una bimba di sei anni e mezzo, è omosessuale.
manuel zardetto con la sua bambina
«Mia figlia non è nata da un atto sessuale tradizionale, ma con l'inseminazione artificiale. È il frutto dell'amore di un uomo omosessuale e di una donna single, che avevano un grandissimo desiderio di creare una famiglia, senza andare contro la rispettiva natura. La mia bimba ha due genitori e, da un anno e mezzo, un secondo papà, il mio compagno, che presenta con orgoglio alle amichette».
manuel zardetto foto
Una situazione che la bambina vive con la massima naturalezza. Le tante fotografie sui social la ritraggono, sorridente, vicino al padre, mentre indossa una corona di cartone, va a scuola, è truccata per Carnevale, mangia il gelato.
Una felicità nella quale un nutrito gruppo di sconosciuti ha sentito l'esigenza e il diritto di insinuarsi, con le parole più becere: «È un rapporto malato. Questa non è una bambina. I figli hanno una mamma e un papà». Parole di fronte alle quali Zardetto risponde con il silenzio: «Preferisco non direi niente, perché non riuscirei a essere molto diplomatico».
manuel zardetto lavora coi cavalli
Manuel ora vive a Milano, dove lavora nel settore del commercio dei cavalli. La figlia trascorre alcuni giorni a casa sua e altri dalla madre. «Ho una vita bellissima, che non cambierei per nulla al mondo, e un rapporto splendido con la mamma della mia bambina. Mia figlia ha sempre vissuto con normalità questa situazione. Non so come sarà la sua generazione, ma la immagino aperta e "fluida", anche grazie alla grande campagna di sensibilizzazione che si sta portando avanti. La cattiveria è nelle parole degli adulti».
manuel zardetto con la figlia
Una cattiveria che Zardetto ha cercato di codificare: «Credo che a incidere sia soprattutto l'ignoranza. Gli insulti, a cui non ho risposto, sono arrivati da persone che vomitano odio a ruota libera, ragionando per stereotipi: "Quello che hai fatto è il male, è contro natura. Tua figlia nascerà in maniera sbagliata". Non riesco a capire perché gente che non mi conosce debba entrare nella mia vita».
manuel zardetto addominali
Dopo la conquista del titolo di papà più bello d'Italia, Manuel è diventato una sorta di punto di riferimento per tanti genitori gay, che faticano a vivere serenamente la propria omosessualità. «Ci sono padri di famiglia che mi scrivono, chiedendomi un consiglio su come aprirsi con i figli. C'è ancora tanta paura. Qualche tempo fa, mi ha contattato un uomo dicendomi che, leggendo la mia storia, aveva trovato il coraggio di dichiararsi omosessuale. Ne sono stato veramente felice».
il 34enne manuel zardetto
Nonostante lo tsunami che lo ha travolto, Zardetto rivendica le sue scelte, sostenendo che, anche prevedendo cosa sarebbe successo, avrebbe comunque partecipato al concorso che gli ha dato tanta visibilità. «Avevo messo in conto che sarebbe potuto accadere. Non sopporto che venga offesa mia figlia, perché è sintomo di una bassezza infinita, che mi provoca molta rabbia. Pensare che i genitori possano essere solo quelli che mettono al mondo un bambino è inconcepibile, nel 2021».
foto di manuel zardetto
Manuel è nato in Paraguay 34 anni fa, ma ha dovuto percorrere più di 10 mila chilometri per conoscere quella che sarebbe stata la sua famiglia, venendo adottato da una coppia di Vittorio Veneto, nel Trevigiano. «Sono l'esempio vivente del fatto che non sia l'atto sessuale a identificare due persone come genitori. Mio padre e mia madre sono l'uomo e la donna di 76 anni che per quasi metà della loro vita si sono sbattuti, impartendomi un'educazione. Mia figlia è felice vicino a me, che sono il suo papà, vicino alla sua mamma e vicino al suo secondo papà. È questo il mio "schiaffo" agli omofobi».