piero chiambretti roma santa e dannata torino.
Piero Chiambretti risponde al telefono, intanto si alza, controlla un video, chiama una collaboratrice del suo nuovo programma per chiederle un dettaglio della scenografia, saluta qualcuno in lontananza, sorride. Insomma, non riesce a stare fermo. Il prossimo 14 maggio, in prima serata su Raitre, torna dopo venti anni in Rai con il suo nuovo show, Donne sull’orlo di una crisi di nervi. Ed è un ritorno che, dopo l’addio a Mediaset ha fatto rumore.
Quindici anni a Mediaset, cinque a La7, ora finalmente un ritorno a casa.
Chissà se ha avvertito il clima burrascoso che pare agitare ultimamente la tv di Stato.
«A dire il vero qui ho trovato un gran silenzio. Un silenzio di tomba: sembra non ci sia più il gran movimento di un tempo».
A parte il silenzio, ha trovato qualcosa di diverso?
«La televisione è curiosa, inchiodata su palinsesti fermi a dieci anni fa. La presentazione dei programmi che fanno ogni anno è un copia incolla di quella dell’anno prima. Si muovono solo conduttori e i gruppi di lavoro. Queste evasioni dal nido danno un po’ di sale a una televisione stanca. Molti vanno altrove e ripetono gli stessi programmi, con lo stesso nome: io invece in Rai sono tornato con una cosa nuova».
piero chiambretti roma santa e dannata torino (1)
Dice che non le piace l’operazione-Fazio sul Nove?
«All’operazione Fazio voto 10. Ma il programma in sé non l’ho mai visto. Perché non guardo la tv, mai: è già troppo farla. Questo mi dà molta libertà perché così non sono tentato di copiare da nessuno. Certo, mi è capitato di proporre un programma che credevo di avere inventato e di sentirmi dire che c’era già una cosa identica in onda da dieci anni».
Dicono che in questo momento in Rai sia tutto fermo, paralizzato, i palinsesti futuri congelati. Perché tutti aspettano di vedere cosa succede con le elezioni Europee. Ha sentito anche lei?
PIERO CHIAMBRETTI PIER SILVIO BERLUSCONI
«Questa cosa la sento da quasi quaranta anni. È sempre stato così: prima delle elezioni si ferma tutto, come in autostrada a Ferragosto. La lottizzazione c’è sempre stata, i governi piazzano i loro in azienda e questa è la norma. Questo freno a mano tirato su tutte le attività in attesa del voto è un déja vu. Due delle frasi che si sentono di più sono: “Aspettiamo le elezioni e poi vediamo” e più ancora “bisogna vedere chi viene”, le sento da trent’anni».
Lei peraltro non è mai stato targato politicamente.
«Io non faccio la televisione per fare politica. La mia scelta politica la esprimo nella cabina elettorale. Per me la tv è creare storie per divertire e informare. Ho sempre cercato di attingere dalla realtà degli spunti da portare in uno studio televisivo e quindi in onda. L’importate è perseguire l’obiettivo che ci poneva di fronte Angelo Guglielmi, il grande direttore di Raitre: in tv, tutto è cultura, tranne la cultura. Il nostro obiettivo è far passare contenuti di valore attraverso la leggerezza, non le lezioncine».
PIERO CHIAMBRETTI FRANCESCO COSSIGA
Quando ha iniziato a lavorare a questo nuovo programma dal titolo almodovariano? «Quando ero ancora a Mediaset. Poi l’arrivo a Raitre ha un po’ trasformato il progetto. Più che ospiti avrò degli “interventi” di personaggi per raccontare pezzi di attualità e di vita, molto del mondo delle donne che sono le vere colonne della nostra società. Anche perché sono convinto che il mondo delle donne sia molto più interessante di quello degli uomini. Il programma è molto semplice, le mie nuove provocazioni stanno nella semplicità. Ho provocato pubblico e ospiti per troppo tempo. Quello che abbiamo in mente ora è fare servizio pubblico e offrire un po’ di evasione».
A proposito di servizio pubblico, come sono stati i 15 anni a Mediaset?
«Molto importanti. È stata una partita complicata, come è complicata tutta la vita, e a volte le logiche commerciali hanno reso difficile la mia collocazione. Ma ho continuato a non perdere la mia identità».
piero chiambretti la tv dei 100 e uno 1
Che rapporto ha avuto con Silvio Berlusconi?
«Estremamente raro. Una volta l’ho incontrato a una festa di Alfonso Signorini: prese in mano la serata e fece molte più battute di me. Ma la cosa che più mi stupì la fece la notte di Natale del mio primo anno lì. Erano le 23,20, stavo cercando di accoltellare le lasagne di mia madre che erano dure come la calce, mi chiamò al telefono por farmi gli auguri e sentire come stavo. Mi colpì molto quell’attenzione in quel momento».
E con Pier Silvio? Il suo messaggio di addio a Mediaset era piuttosto affettuoso nei suoi confronti.
CHIAMBRETTI SANREMO
«Pier Silvio per 15 anni mi è stato vicino con attenzione e cura, sono stato molte volte a casa sua per cene divertenti in cui si parlava di tutto. Abbiamo allacciato una vera amicizia, c’è stata un’empatia che ci ha uniti al di là del lavoro».
Lui ultimamente ha perso suo padre e lei sua madre. Una figura molto importante per lei.
«Sì, l’ho portata spesso miei programmi: aveva grinta e indipendenza culturale, un modo di fare senza freni inibitori. Mi ha molto stimolato, molto aiutato e molto sgridato».
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