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    CHIAPPA INGRATA - KIM KARDASHIAN SCIOPERA CONTRO FACEBOOK E INSTAGRAM, CIOÈ I DUE STRUMENTI CHE LE HANNO PERMESSO DI DIVENTARE UNA STAR PLANETARIA E RICCHISSIMA. INSIEME AD ALCUNI MARCHI E ALTRI DIVI ''TANTO SENZIBILI'' TIPO LEONARDO DICAPRIO, PER UN GIORNO NON HANNO PUBBLICATO CONTENUTI IN PROTESTA CON ''L'ODIO DIFFUSO'' DAI SOCIAL DI ZUCKERBERG. TRANQUILLI: OGGI LE SUE NATICHE GONFIATE TORNERANNO A OCCUPARE I VOSTRI SCHERMI


     
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    Irene Soave per il ''Corriere della Sera''

     

    kim kardashian tutta bagnata met gala 2019 kim kardashian tutta bagnata met gala 2019

    Sarà sempre più difficile, anche per i meno politicizzati, ignorare il ruolo di Facebook - e quindi di WhatsApp e Instagram, di sua proprietà - nella diffusione di contenuti politici manipolati e messaggi di odio razziale: tra ieri e oggi (fuso americano) hanno «scioperato» sui loro account, non pubblicando nulla, star come Leonardo DiCaprio, 1.200 tra associazioni e marchi come Adidas e Ford, e persino Kim Kardashian, che abbandonata la tv ha sui social il suo principale palcoscenico (188 milioni di seguaci Instagram, 29 Facebook).

     

    Circa 10 mila pagine si sono «congelate» per 24 ore; in Borsa il titolo ha perso il 2%. La campagna «Stop Hate for Profit» si riferisce alla policy di Facebook, difesa più volte dal fondatore Mark Zuckerberg, di non censurare né marchiare i contenuti violenti o falsificati. Consentendo campagne efficaci ma scorrette, di cui si sarebbero giovati soprattutto movimenti populisti e di ultradestra.

    kim kardashian agli annual hollywood beauty awards abito thierry mugler kim kardashian agli annual hollywood beauty awards abito thierry mugler

     

    Esempio recente, citato dai curatori della campagna, Kenosha: in risposta a una manifestazione del movimento Black Lives Matter si è organizzata proprio su Facebook una «ronda di cittadini armati» a cui si sarebbe unito poi il diciassettenne che ha sparato a due manifestanti, uccidendoli. La pagina della «ronda» era stata segnalata più volte - viola in effetti le regole della comunità - ma invano; lo stesso Zuckerberg ha parlato di «un nostro errore », dove gli organizzatori della campagna parlano di regole «non applicate». E chiedono a Facebook di affidare a un revisore esterno la scrematura dei post razzisti o violenti.

     

    «Adoro poter stare in contatto con voi su Instagram e Facebook», ha scritto quindi Kim Kardashian, «ma non posso stare zitta mentre queste piattaforme continuano a permettere il diffondersi di odio, propaganda e disinformazione che dividono l' America. La disinformazione ha un forte impatto sulle nostre elezioni e mina la democrazia». Con lei Sacha Baron Cohen ( Borat ): «La sola cosa che mi fa più paura di Zuckerberg», scrive, «sono i suprematisti bianchi e le loro bugie che su Facebook si diffondono ogni giorno». Ieri sera, ora italiana, avevano aderito in circa 12 mila. Tra loro Leonardo DiCaprio, Ashton Kutcher, Jennifer Lawrence, Jamie Foxx, Katy Perry.

     

    Già a giugno, e nella stessa campagna, grandi marchi come Coca Cola e Unilever - più spesso oggetto che soggetto di boicottaggi - avevano lanciato uno sciopero della pubblicità: in pochi giorni Facebook aveva perso circa 7 miliardi di dollari in investimenti pubblicitari. Spiccioli, per Zuckerberg. Come non è per ora una minaccia economica il calo del 2% in Borsa.

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    Ma lo «sciopero» di ieri ha avuto una grande eco.

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