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Estratto dell'articolo di Domenico Agasso per www.lastampa.it
Alla luce della crescente carenza di preti, la Santa Sede ha sdoganato la possibilità di far celebrare ai laici battesimi, funerali e matrimoni. E le liturgie della Parola al posto delle messe, quando manca il parroco.
«È ciò che avviene in varie diocesi dell’Italia, in particolare del Centro-Nord», dove questa «prospettiva è entrata nella prassi pastorale», scrive Avvenire, il quotidiano della Conferenza episcopale italiana (Cei). Ed è una pratica diffusa in Paesi come la Germania e il Belgio, dove il clero e l’episcopato sono in maggioranza progressisti.
Per quanto riguarda il calo di vocazioni che segna varie regioni del pianeta, la situazione italiana è emblematica. In tre decenni il corpo sacerdotale si è ridotto del 16%. A maggio 2019 erano presenti 32.036 preti diocesani. Nel 1990 il clero diocesano era composto da oltre 38mila tonache.
Sono i dati sugli ultimi trent’anni (1990-2019) dell’Istituto centrale per il Sostentamento del Clero, forniti a La Stampa da Franco Garelli, sociologo delle religioni. Così in un terzo delle 25.610 parrocchie italiane, in trent’anni, si è passati da un unico pastore a una gestione collegiale di più preti occupati in più parrocchie, oppure a un unico parroco condiviso con altre parrocchie.
Questo vuoto, che allarma i Sacri Palazzi, adesso può portare, in via «eccezionale», a far celebrare anche i laici. Se ne potranno vedere sempre di più sull’altare ai battesimi e funerali. E la domenica al momento della messa. Il vescovo «potrà affidare alcuni incarichi ai diaconi, alle persone consacrate e ai laici, sotto la guida e la responsabilità del parroco», si legge nell’Istruzione vaticana «La conversione pastorale della comunità parrocchiale al servizio della missione evangelizzatrice della Chiesa».
Potranno presiedere la Liturgia della Parola là dove non si può celebrare la messa per mancanza di preti. In un articolo intitolato «Manca il prete che dice Messa? “Ecco le nostre liturgie con diaconi e laici”», Avvenire cita i casi dell’arcidiocesi di Udine, di Vicenza, delle parrocchie di campagna o di montagna del Torinese. [...]
In questo scenario particolare rilevanza assume il ruolo del diacono, che riceve il sacramento dell’Ordine, è un ministro ordinato al servizio della Parola, della carità e della liturgia. Anche se non può celebrare la messa, il diacono può presiedere celebrazioni della Parola, distribuire la Comunione e pronunciare omelie. Questo riscopre il ruolo originario del diaconato come ponte tra il clero e i fedeli, promuovendo un senso di appartenenza e partecipazione. [...]
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