Marcello Mancini per "la Verità”
rocco commisso
A sentir Dante, Firenze è una città ingrata, attenta ai «subiti guadagni», che hanno generato «orgoglio e dismisura» (Inferno, canto XVI).
Certo Dante, costretto all' esilio dai fiorentini, aveva il dente avvelenato. Ma ci aveva visto lungo, già qualche secolo fa. Molto prima che imprenditori del secondo millennio, denunciassero una città con il braccino corto, buona solo a criticare, a far cassa («subiti guadagni») e mai a frugarsi in tasca. Se non, ovvio, per legittimi investimenti privati sul mattone e sugli alberghi. Una città che evidentemente preferisce respingere le offerte di imprenditori venuti da fuori, proprio perché vengono da fuori, salvo poi ripiegare sui soldi pubblici.
rocco commisso
Il patron della Fiorentina, Rocco Commisso, a salvezza acquisita sul campo, e dopo aver speso quasi 300 milioni, qualche giorno fa ha convocato una conferenza stampa che è stata piuttosto un regolamento di conti. Ha usato toni ruvidi, eccessivi, e qualche insulto di troppo dedicato ai giornalisti. Ma, stanco delle critiche pesanti, è arrivato a sfidare i «fiorentini ricchi»: «Siete buoni solo a offendere, compratela voi, la Fiorentina».
dario nardella e rocco commisso allo stadio di firenze
Commisso è un imprenditore di successo, nato in Calabria, che è riuscito a realizzare un impero, la Mediacom, azienda che fornisce la tv via cavo negli Stati Uniti. C' è tuttavia un precedente che getta un interrogativo sulla città: prima di lui, era arrivato alla stessa conclusione Diego Della Valle, per 17 anni proprietario della società viola, che qualificò come «rosiconi», quei personaggi che avevano l' abitudine di frequentare la tribuna autorità dello stadio Franchi, sparlando a destra e a manca, invocando la Champions, senza mai sforzarsi di mettere un po' di soldi nella squadra del cuore.
antognoni commisso
Che per Firenze è un monumento, amato quanto il David. Di cui si può parlar male solo fra fiorentini: ad altri non è ammesso anche di fronte all' evidenza. Pena l' odio perpetuo.
La Fiorentina quest' anno ha deluso. Soprattutto in relazione ai soldi spesi per i giocatori, a quanto il nuovo patron aveva promesso e dunque a quanto i tifosi si aspettavano. Sono stati commessi errori che il tycoon italoamericano ha avuto difficoltà ad ammettere, dunque il dissenso popolare aveva delle giustificazioni. Ma la crisi ha confini più dilatati dell' ambito sportivo.
Per esempio, Commisso da quando è a Firenze ha cercato anche di costruire un nuovo stadio a proprie spese: bastava trovare il terreno adatto. Lo sbarramento burocratico ed estetico ha impedito l' ampliamento del vecchio impianto e finora la costruzione di uno nuovo. Il Comune, complice i vincoli della soprintendenza, ha detto no ai milioni privati per il Franchi e utilizzerà quelli pubblici (95) del Recovery fund. Commisso, cioè la Fiorentina, realizzerà per lo meno un immenso centro sportivo nella vicina Bagno a Ripoli, zona di verde meraviglioso e di prestigiose residenze. E questo è già un risultato, benché sia ancora in sospeso un ricorso di Italia Nostra al Tar.
COMMISSO
In tutta questa giostra di propositi, di soldi offerti, di progetti a metà, e soprattutto di critiche feroci, Firenze e i fiorentini si trovano di nuovo sul banco degli accusati. Tirati per i capelli con toni e modi bruschi dall' italoamericano. Gli stessi personaggi, anche dai nomi importanti, se ne sono rimasti come sempre in disparte a criticare, magari con la scusa della proverbiale ironia attraverso la quale è permesso dire di tutto. A volte troppo.
Un po' è vero che i fiorentini hanno un caratteraccio ed è complicato, se non impossibile, gestirlo senza offendersi. Andrebbero presi con le molle e invece in tanti la prendono così male da restarne sopraffatti e mandare tutti a quel paese.
NARDELLA COMMISSO
Su questo fronte è difficile mediare, come ben spiegava il Sommo Poeta, che i fiorentini li conosceva bene. E nel IX canto del Paradiso descriveva Firenze come una città maligna, prodotto di Lucifero, che «fu cagione di tanto pianto».
Lui dava la colpa al «maledetto fiore», il fiorino che la rese ricca, «che ha sviato tutto il popolo cristiano e ha trasformato il pastore in un lupo».
commisso
C' è però un altro aspetto meno psicologico e più grave. È come se Commisso, e fino a due anni fa Diego Della Valle, fossero considerati corpi estranei a Firenze e quasi nuocessero al sistema che tiene in perenne stand by la città. Da loro si pretende che spendano per la Fiorentina senza fiatare. In cambio avranno il trionfale consenso, la mobilitazione, gli applausi, come è stato anche per Commisso, in modo fin troppo esagerato, quando è arrivato nel 2019. Per un imprenditore, oltretutto straniero, può non bastare. Solo i Cecchi Gori, che in fondo sono stati l' ultima famiglia fiorentina padrona dei viola, hanno acceso davvero la piazza e, sebbene Vittorio abbia rovinato sé stesso e la società (portata al fallimento nel 2002), è ancora rimpianto perché ha saputo tenere accesa la passione portando a Firenze campioni come Rui Costa e Batistuta.
A lui fu concesso di colonizzare con il suo marchio la catena dei cinema cittadini e di acquisire una tv.
rocco commisso
Questa perenne guerra con il mondo ha condannato Firenze all' autoreferenzialità e spesso all' immobilismo: incapace in 60 anni di potenziare l' aeroporto, di prendere decisioni sull' Alta velocità, e anche di costruire uno stadio. I guadagni, fino a ieri, sono stati assicurati dal turismo di massa, al quale la città si è piegata perché garantiva a tutti una certa rendita.
Oggi le fonti di ricchezza sono piuttosto scarse. Il turismo non c' è e chissà quando tornerà. I soldi di Commisso per un nuovo stadio potevano almeno servire a dare occupazione, ma la città li ha scansati. La Fiorentina è un mezzo per trasmettere entusiasmo e per dare ai fiorentini l' illusione di un riscatto che non trova in altri settori. Quando si risveglierà dal black out pandemico Firenze dovrà cambiare direzione e smettere di evocare la retorica del solito «nuovo Rinascimento», che non ci sarà mai.
commisso
Anche basta con l' ancien régime. Ricominciare da dove eravamo rimasti sarebbe un suicidio. Dunque, l' attacco brutale del padrone della Fiorentina ai fiorentini è stato molto fastidioso, però ha posto una questione allarmante, più politica che sportiva. Se oltre alla reazione indignata che ha provocato, ce ne sarà una di testa, vorrà dire che lo choc non si è fermato al pallone. È questo sarà un bene.
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