Nic. Car. per "la Stampa"
Varianza di genere 3
Sono durate quattro giorni le linee guida per tutelare gli studenti con varianza di genere nelle scuole del Lazio. E ormai sono figlie di nessuno, almeno a livello politico. «Non esiste alcuna linea guida regionale», ha assicurato l'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato, dicendosi «sorpreso di come sia stata possibile la diffusione alle scuole da parte dell'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio, senza un preventivo accertamento della fonte e dei contenuti».
Varianza di genere
Una netta presa di distanze, arrivata dopo che l'Ufficio scolastico aveva già ritirato il vademecum, pubblicato sul proprio sito il 14 maggio e collegato all'avviso dell'apertura delle iscrizioni a un webinar di formazione sulle stesse tematiche.
«La fiducia nel pedigree del documento non può che essere incrinata dal fatto di aver appreso che l'estensore avrebbe una affiliazione scientifica diversa da quella che era stata rappresentata a questo Ufficio», si legge nella nota dell'Usr. Il riferimento è al comunicato dell'azienda ospedaliera San Camillo Forlanini, all'interno della quale opera il "Servizio per l'adeguamento tra identità fisica e identità psichica" (Saifip). La struttura, formata da psicologi, che ha materialmente redatto le «strategie di intervento e promozione del benessere dei bambini e degli adolescenti con varianza di genere».
Varianza di genere 2
Diffuse, a quanto pare, senza il via libera dei vertici del San Camillo, che hanno fatto sapere di aver diffidato dall'uso del logo dell'Azienda ospedaliera, inserito «senza alcuna autorizzazione e abusando di un rapporto di convenzione». L'ospedale, quindi, ha assicurato di non essere «responsabile né dei contenuti, né delle modalità con cui tale documento è stato diffuso».
Un assist per le proteste della Lega, guidate dal sottosegretario all'Istruzione, Rossano Sasso, secondo il quale si è verificata «una inaccettabile apertura sulla questione relativa all'identità di genere». In sostanza, «si è agito in esplicita violazione di una circolare del 2015 del ministero - spiega Sasso - in cui si ribadisce come le ideologie gender non rientrino tra le conoscenze sui diritti e i doveri dei cittadini da trasmettere agli studenti e siano da considerare pratiche estranee al mondo educativo».
alessio d'amato
Musica per le orecchie di Massimo Gandolfini, promotore del Family Day, che aveva chiesto subito il ritiro del documento, perché «intriso di ideologia, che dà per scontate controverse teorie sulla fluidità dell'identità, contestate da buona parte della comunità medico scientifica».
Sulla stessa linea Chiara Iannarelli dell'associazione dei genitori della scuola "Articolo 26", che ha invitato i presidi e la politica a «fermare questa crociata nella scuola pubblica» e ha tirato in ballo il Ddl Zan anti-omofobia, ancora impantanato al Senato: «Se passasse, iniziative come questa sarebbero imposte in tutte le scuole d'Italia», ha avvisato.
san camillo roma
Da parte dell'associazione dei presidi del Lazio, invece, arriva un via libera a questo tipo di formazione per insegnanti e operatori scolastici, «a patto che non sia ideologizzata - dice il presidente, Mario Rusconi - i temi vengano trattati rispettando i diversi modi di pensare dell'opinione pubblica e si basino comunque su considerazioni scientifiche lontane da quelle ideologiche».