Daniele Autieri per “la Repubblica - Affari e Finanza”
VIRGINIA RAGGI
Se fosse una canzone sarebbe "Arrivederci Roma". Ma stavolta il "goodbye to Rome" non è solo il lento e inarrestabile addio di aziende e industrie che ammainano le loro bandiere per issarle altrove, ma il fallimento di un modello economico che coinvolge tutti i principali attori produttivi, dalle società controllate e partecipate del Comune (il primo datore di lavoro della capitale) passando per i giganti di Stato, fino alle vecchie glorie di un' industria che per anni ha danzato con la capitale senza mai innamorarsene davvero.
atac autobus fermi
Il disfacimento fisico della Città Eterna, narrato per immagini dai cinghiali nei parcheggi dei grandi magazzini, dai topi che banchettano nei mini market, dalla spazzatura che invade le strade, rivela in realtà il tracollo del primo grande esperimento amministrativo del M5S, la guida della capitale affidata a Virginia Raggi.
atac
E oggi alimenta una diaspora di talenti e opportunità, che lascia alla capitale solo problemi, aziende decotte e vecchi modelli clientelari. Anche questo fotografa il rapporto annuale della Banca d'Italia sul Lazio secondo il quale il 66% delle imprese romane si attende un aumento del fatturato nel 2021, contro il 75% della media nazionale.
personale ama al lavoro 3
I primi esempi del fallimento capitale sono le due più grandi municipalizzate del Campidoglio. Ama, la società dei rifiuti alla quale il Comune versa ogni anno sotto forma di contratto di servizio 790 milioni di euro; e Atac, la spa del trasporto locale che invece "costa" all'amministrazione, e quindi ai cittadini, 620 milioni di euro.
furgone ama roma
I bilanci dal 2017 al 2019 di Ama sono stati approvati solo nel marzo scorso, con quattro anni di ritardo, e una promessa di ricapitalizzazione da 250 milioni di euro da parte del Comune di Roma per salvare i conti della società.
AMA ROMA
Ma oltre ai dati finanziari il fallimento di Ama è nei numeri della raccolta e nell'invasione di spazzatura che sommerge la città. Il piano industriale della Giunta Raggi prevedeva di arrivare al 2021 con il 70% di raccolta differenziata, ma la stessa si è fermata nel 2020 ad appena il 45%. Gli impianti per il trattamento dei rifiuti non bastano e la società è costretta a pagare milioni di euro per spedirli nelle altre regioni.
ama roma
Atac ha invece risentito il contraccolpo del Covid. Gli incassi da biglietti sono calati anche del 90% in alcuni mesi dell'anno, mentre il Campidoglio e l'azienda stessa hanno disatteso molte delle prescrizioni previste dal concordato preventivo che dovrebbe salvarla dal fallimento.
Le difficoltà di Atac e Ama inquadrano alla perfezione le criticità del Gruppo Roma Capitale, oltre dieci aziende che ogni anno pesano sul bilancio pubblico per 1,7 miliardi di euro. Un costo enorme al quale non corrisponde un servizio adeguato contribuendo ad alimentare il distacco di tante aziende, pubbliche e private, dalla capitale.
RAI ED ENI ROTTA SU MILANO
Anche l'ultimo tabu è caduto. Il centro di produzione della Rai, una presenza storica della capitale, si trasferirà a Milano. A deciderlo è stato lo stesso cda dell'azienda, sollevando un acceso dibattito politico tra la vice presidente della Regione Lombardia, Letizia Moratti, e il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.
LA SEDE DELLA RAI IN VIALE MAZZINI
Al centro i numeri e le opportunità: attualmente il centro di produzione Rai di Roma dà lavoro a 6mila persone contro le 600 di Milano. Uno squilibrio eccessivo, secondo Letizia Moratti, che deve essere ribilanciato sfruttando le caratteristiche di Milano, perché se «Roma è forte per i millenni di storia passata - ha detto la vice presidente della Regione - Milano è la proiezione dell' Italia nel futuro».
la sede della rai a milano
Il recinto storico intorno al quale sono state soffocate le ambizioni della capitale alimenta oggi le critiche dei suoi detrattori. E le proteste di Nicola Zingaretti, così come del senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, rischiano di rimanere lettera morta di fronte a una oggettiva incapacità della capitale di farsi attrattore di investimenti e girandola di occasioni.
Anche Eni, il colosso petrolifero nazionale, sta investendo a Milano per inaugurare una cittadella direzionale dove lavoreranno 4.600 persone. Una struttura, tuttora in costruzione a San Donato Milanese, che diventerà un punto di riferimento per le complesse tecniche ingegneristiche e il rispetto dei più sofisticati criteri energetici e ambientali. La scelta della Rai, così come la decisione dell' Eni di fare un investimento ingente a Milano, ricalcano il percorso già battuto da numerose aziende.
BILANCIO DEL COMUNE DI ROMA
Negli ultimi quattro anni in tanti hanno fatto le valige prendendo la strada di Milano, o meglio dell'Europa. Aziende come Sky, che ha abbandonato la grande sede sulla Salaria per trasferire tutte le attività nel capoluogo lombardo, Esso, Opel, Total Erg, e come loro molte altre realtà industriali che in un ottica di taglio dei costi hanno messo le loro sedi di Roma nella lista delle voci di spesa sacrificabili.
ALITALIA LA CRISI INFINITA
La crisi della compagnia di bandiera sorvola i cieli italiani ma atterra con violenza a Roma e nel Lazio. Il 19 maggio scorso il consiglio regionale ha dedicato una seduta straordinaria alla vicenda, dibattendo sui possibili contraccolpi di un eventuale ridimensionamento.
MANIFESTAZIONE DEI LAVORATORI AIR ITALY E ALITALIA
La preoccupazione più diffusa è che la piccola Alitalia su cui oggi si discute in sede governativa possa lasciare per strada 5mila posti di lavoro nella capitale oltre ad avere effetti sull'intero settore dell'aviazione civile messo in ginocchio dal blocco degli spostamenti legato alle misure anti-Covid.
L'aeroporto Leonardo da Vinci, ormai considerato uno dei più efficienti d'Europa, ha assistito nei mesi scorsi a un crollo dei viaggiatori passati dai picchi di oltre 100mila al giorno ad appena 2mila. E senza un'Alitalia forte e presente sullo scalo, il recupero di questi giorni non basterà a far ripartire rapidamente una delle macchine economiche più ricche della regione.
EFFETTO PANDEMIA SULLE PMI
turisti a roma con la mascherina
Alleggerita di tante industrie e impoverita nella presenza di imprese di grandi dimensioni, Roma ha subito più che altrove gli effetti del Coronavirus. La pandemia ha mietuto vittime proprio su quel tessuto di piccole imprese e lavoratori che avevano costruito la loro fortuna sui servizi e in particolare sul turismo.
Secondo un'indagine realizzata dalla Camera di Commercio della capitale, il 79,1% delle imprese ha registrato nel 2020 un calo del fatturato, mentre per il 47,7% questa contrazione ha raggiunto picchi del 30%.
coronavirus roma
Guardandosi oggi, il 29,3% delle imprese si dichiara vulnerabile e vivo solo grazie alle misure del governo, mentre un altro 31,4% è convinto che ci siano rischi concreti di chiusura nel corso del 2021.Il ritorno alla normalità non è scontato per tutti. Ancora in questi giorni circa 900 dei 1.200 alberghi della capitale sono chiusi.
Il presente è sospeso, il futuro è incerto e la paura generale è che - dopo la fuga delle industrie e la crisi delle grandi aziende - anche gli amanti della Città Eterna, che per secoli hanno affollato i suoi vicoli e alimentato l'economia, possano cambiare i gusti e guardare altrove.