DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Valerio Cappelli per il “Corriere della Sera”
alain delon claudia cardinale il gattopardo
Claudia Cardinale è sotto shock, dice sua figlia che si chiama come lei, Claudia, suo padre era il regista Pasquale Squitieri. «Mi chiedete parole — afferma la mamma in un laconico, struggente commiato — ma la tristezza è troppo intensa. Mi unisco al dolore dei figli di Alain, dei suoi cari, dei fan. Il ballo è finito. Tancredi è salito a ballare con le stelle».
Tancredi, l’eroe del Gattopardo , «il film che ci ha unito per sempre», ricorda Claudia.
Una delle ultime volte che sono apparsi insieme, Alain Delon e Claudia Cardinale, ancora una volta dopo il Gattopardo , è stata nel 2010.
Lei in Armani, lui in smoking. Era il Festival di Cannes. Martin Scorsese aveva restaurato il capolavoro di Visconti. «Alain era talmente emozionato che mi stringeva forte i polsi, e piangeva. Mi guardò e disse: ma ci siamo sempre baciati in questo film?». Lui con la sua bellezza sfrontata, veniva dalla guerra in Indocina e una decina di film; lei, una gatta selvaggia che graffiava i divani e al cinema non pensava affatto, sognava di fare l’esploratrice. Irresistibili quando mettevano il broncio. Due spiriti liberi, fragili, anticonformisti.
claudia cardinale alain delon - il gattopardo
Visconti aveva fatto una sorta di scommessa con Alain Delon. «Sì, che sarei caduta presto tra le sue braccia. Così quando mi dirigeva nelle scene d’amore mi disse, mi raccomando Claudina, non voglio baci falsi e false carezze. Ma io avevo capito il gioco e riuscii a dribblare i pericoli. Figuriamoci se ero disposta a dare la soddisfazione di comportarmi come una piccola stupida, incapace di resistere al fascino di Alain. Luchino mi apprezzò ancora di più».
Le sussurrava all’orecchio in francese: «Voglio vedere la lingua».
[…] «Alain era sicuro di sé, della sua bellezza, del suo fascino. E molto sicuro del suo potere sessuale». Altri tempi, non ci sono più quei personaggi, quell’eleganza. «Con Luchino cenavamo spesso insieme, ogni volta che prendevo il tovagliolo ci trovavo un regalo: gioielli di Cartier».
«Alain pensava di conquistarmi, invece ha capito che così non sarebbe stato e da allora siamo diventati amici. L’esperienza del Gattopardo ci ha legati per sempre Ci siamo ritrovati spesso, sia nei film che nella vita. Non ci siamo mai persi di vista».
alain delon claudia cardinale il gattopardo
[…] Alain Delon nel 2019 in un incontro pubblico a Cannes disse: «Sono le donne che mi hanno scoperto: non sarei qui senza di loro». «Sul set quando finiva di girare, uomini e donne facevano la coda per fare sesso con lui, e si formava una lunga fila». Quando le telefonava le diceva: «Ciao, sono Tancredi». E lei: «Ciao, sono Angelica».
«MI CORTEGGIÒ PER GIOCO MA FRA NOI MAI UN BACIO»
Gloria Satta per “il Messaggero” - Estratti
Claudia Cardinale è sotto choc. Ha appreso la notizia della morte di Alain Delon nella grande casa vicina a Fontainebleau, a 70 km da Parigi, dove vive con i figli Patrick, Claudia e i nipoti.
(...)
Perché ha firmato "Angelica" il messaggio di cordoglio?
«Era il nome con cui Alain continuava a chiamarmi da oltre 60 anni. Per lui ero sempre la ragazza del Gattopardo».
Vi frequentavate ancora?
«Non abbiamo mai smesso, ci sentivamo. Alain non mancava di farmi gli auguri a Natale e per il compleanno. L'ultima volta ha chiamato pochi mesi fa. Ci volevamo bene».
Il primo incontro, se lo ricorda?
alain delon claudia cardinale il gattopardo
«Avvenne nel 1959, sul set di Rocco e i suoi fratelli. Alain era già una star, io mi sentivo intimidita da lui. La nostra amicizia sarebbe nata solo qualche anno più tardi, durante le riprese del Gattopardo».
Delon provò a conquistarla?
«Era un sex symbol e fuori dal set c'era la coda delle donne che per passare una notte con lui avrebbero venduto l'anima. Alain aveva un rapporto molto stretto e per certi versi ambiguo con Visconti, che per gioco lo spinse a corteggiarmi, sicuro che sarei caduta nelle sue braccia».
Invece?
«Appena capì che non era aria, tra noi nacque l'amicizia, cementata dalle durissime condizioni della lavorazione. Visconti era esigentissimo. Prima del ciak mi sussurrava in francese nell'orecchio di baciare Alain "con la lingua". Cosa che non ho mai fatto...
su quel set siamo diventati fratelli per la vita e la storia d'amore che non abbiamo mai avuto nella realtà è rimasta sullo schermo in eterno».
Su cosa si basava la vostra amicizia?
«Sull'approccio rigoroso e insieme umile di entrambi al lavoro.
alain delon claudia cardinale il gattopardo
Eravamo consapevoli di essere in un progetto molto più grande di noi, stavamo scrivendo la storia del cinema».
Insieme nel 2010 tornaste a Cannes per il restauro del "Gattopardo": cosa ricorda?
«L'emozione incredibile. Alain mi stringeva fortissimo i polsi... allora, sulla montée des marches, la nostra amicizia si rinsaldò ancora di più. E quando ci chiesero di prendere parte al sequel, rifiutammo all'unisono».
Perché?
«Eravamo convinti che quel capolavoro non avrebbe dovuto né potuto avere seguiti e tantomeno remake».
Cosa pensa della serie Netflix che si vedrà prossimamente?
«Pur essendo lusingata che ci sia ancora interesse per Il Gattopardo, penso che nessun nuovo prodotto potrà eguagliare il film di Visconti».
(...)
CLAUDIA CARDINALE “ERAVAMO FIGLI DI VISCONTI ORA QUEL VALZER È FINITO”
Arianna Finos per “la Repubblica” - Estratti
Quel valzer di Angelica e Tancredi è entrato nell’immaginario cinematografico mondiale. All’epoca del Gattopardo, nel 1963, Claudia Cardinale aveva venticinque anni, Alain Delon ventotto. Insieme erano un’esplosione abbagliante di bellezza e talento. Oggi che il collega e l’amico di una vita è scomparso, per l’attrice, 86 anni, non è facile mettere insieme i pensieri e contenere il dolore. La raggiungiamo con l’aiuto della figlia amatissima, Claudia Squitieri, avuta dal regista Pasquale.
Nell’ultima intervista Alain Delon, ci diceva di lei: “Claudia mia sorella. L’ho conosciuta attraverso Luchino Visconti quando aveva appena diciannove anni. Arrivò sul set di “Rocco e i suoi fratelli” e ci tolse il fiato: era magnifica.
Siamo amici da sessant’anni”.
«Sì, eravamo fratelli, perché tutti e due eravamo figli di Luchino Visconti.
Alain amava il nostro cinema e il nostro Paese. Ci aveva vissuto e diceva di aver imparato tanto qui».
(...)
Cosa avevate in comune?
«Il fatto di non aver puntato sulla bellezza, che era un regalo. Alain sapeva che al cinema era arrivato grazie al fisico, ma poi aveva fatto conto sulla sua intelligenza. Siamo state due persone che hanno preso la carriera sul serio. Abbiamo sempre cercato di lavorare con professionalità assoluta. E abbiamo sempre studiato, attenti, rispettosi: non dello star system, che non ci ha mai interessato, ma del lavoro, che era per entrambi una grande passione. Questo ci rendeva simili».
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