Estratto dell'articolo di Claudio Bozza per il "Corriere della Sera"
ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE
Più che di «duello», da entrambe le parti della barricata progressista, preferiscono parlare di «aperta concorrenza». La scelta, almeno per adesso, è sì quella di non esasperare i toni, ma è innegabile che la virata a sinistra del Pd con la vittoria di Elly Schlein abbia costretto il M5S a rivedere la propria strategia.
Perché adesso la partita (per il consenso e un’ipotetica alleanza) non si gioca più con un Pd «governista», bensì con il nuovo movimentismo di sinistra rinvigorito dalla vittoria della neo segretaria. Inoltre nei sondaggi, come non capitava da tempo, il Pd è sopra il partito di Giuseppe Conte di almeno 2 punti.
ELLY SCHLEIN GIUSEPPE CONTE A FIRENZE
Tutti elementi che hanno radicalmente cambiato il campo da gioco e, quindi, la tattica del Movimento. Dal quartier generale fanno sapere di «non vivere con ansia questa presunta gara delle piazze e dei sondaggi», perché questo balzo in avanti dei dem viene considerato «fisiologico».
Sul tavolo di Giuseppe Conte sono disposti tutti i dossier su cui Schlein è più in difficoltà, ma anche quelli sui quali è più facile trovare una sintesi comune con il Partito democratico. Conte, finora, sembra essersi però concentrato sui primi, sfidando più volte la leader dem sulla linea pacifista e contro l’invio di nuove armi in Ucraina del M5S.
GIUSEPPE CONTE ELLY SCHLEIN MEME BY DAGOSPIA
E se le posizioni restassero lontane? «Non si rompe nulla. La posizione del Pd è stata sempre questa, sin dall’inizio, di grande convinzione per quanto riguarda questa strategia militare che sta perseguendo un’escalation», incalza Conte dal corteo di Roma degli esclusi del Superbonus, perché «all’inizio ci hanno detto che mandavano solo giubbotti anti proiettile, poi armi, munizioni, carri, batterie missilistiche, infine cosa manderemo, le truppe?».
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Ieri, intanto, Conte ha incontrato a lungo Beppe Grillo a Roma: un faccia a faccia per discutere della linea politica, ma anche del contratto (in scadenza ad aprile) per la consulenza sulla comunicazione tra il fondatore e il M5S: 300 mila euro annui, tanti per le non più floride casse pentastellate.
GIUSEPPE CONTE BEPPE GRILLO