Michelangelo Borrillo per "www.corriere.it"
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La scadenza di fine aprile e la prossima proroga
Nel decreto sulle riaperture del 26 aprile è contenuta la proroga dello stato di emergenza fino al 31 luglio, decisione che avrà conseguenze anche sulla durata dello smart working. Attualmente, infatti, la normativa sul lavoro agile emergenziale è in scadenza a fine aprile. Ma con lo stato di emergenza fino al 31 luglio, verrà certamente prorogata.
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La norma che verrà prorogata
La norma da prorogare è quella che permette alle aziende di far ricorso allo smart working senza dover sottoscrivere un accordo individuale, come invece previsto dalla legge n. 81 del 2017 (Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato) che, in assenza di proroga, tornerebbe vigente dal 1° maggio. Con lo stato di emergenza, invece, le aziende possono ricorrere allo smart working in maniera unilaterale.
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La proroga al 31 luglio e l’ipotesi di andare oltre
Con la proroga dello stato di emergenza fino al 31 luglio, la normativa sul lavoro agile emergenziale verrà certamente prorogata fino a quella data. Ma in queste ore è spuntata anche l’ipotesi di andare oltre l’estate, in modo da allinearsi al possibile raggiungimento dell’immunità di gregge in seguito all’attuazione del piano vaccinazioni.
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Il passaggio con le parti sociali
L’ipotesi di andare oltre l’estate non nasce solo per rendere possibile l’allineamento al possibile raggiungimento dell’immunità di gregge in seguito all’attuazione del piano vaccinazioni; ma anche per dare alle imprese un tempo adeguato per disciplinare il lavoro agile post emergenza, quando per continuare lo smart working sarà necessario disciplinare il lavoro agile con i dipendenti, senza l’«ombrello» della normativa emergenziale.
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Nella Pubblica amministrazione servirà l’efficienza
Per quanto riguarda lo smart working negli uffici pubblici, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta si è pronunciato nei giorni scorsi durante un incontro organizzato da Pwc: «La Pubblica amministrazione — ha spiegato il ministro — utilizzerà lo smart working solo se migliorerà l’organizzazione del lavoro, l’efficienza del lavoro e aumenterà la soddisfazione del cliente. Solo se queste tre cose ci saranno contemporaneamente nel nuovo processo organizzativo ci sarà lo smart working; altrimenti si ritornerà sul posto di lavoro».
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