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Il 1° dicembre, tra qualche giorno, in un tribunale olandese andrà in scena il secondo atto di una causa che parla del calcio moderno molto di più di mille chiacchiere. Un caso “storico” lo definisce il Telegraph, che racconta la storia dall’inizio. Il contenzioso tra Stefan De Vrij e la sua ex agenzia di procuratori, il super-agente olandese Vos e la sua Sports Entertainment Group, per l’accordo che lo portò dalla Lazio all’Inter a parametro zero nel 2018. In estrema sintesi: De Vrij accusa i suoi ex agenti di aver guadagnato una commissione enorme alle sue spalle, senza che lui ne sapesse niente, facendosi pagare dall’Inter. E che se avessero davvero fatto i suoi interessi, avrebbe potuto strappare un accordo migliore.
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Ad aprile dello scorso anno De Vrij ha già vinto una causa civile contro Vos e la Seg, stabilendo che il difensore non era stato messo a conoscenza dell’entità della commissione di 9,5 milioni di euro guadagnata dalla Seg sull’accordo con l’Inter. E gli hanno riconosciuto la metà del totale dei danni. Gli agenti non hanno abbozzato e l’hanno portato di nuovo in tribunale, davanti alla corte d’appello di Amsterdam.
Il Telegraph ne scrive perché la Seg rappresenta anche l’allenatore del Manchester United Erik ten Hag. Ma coglie l’importanza epocale del caso, perché racconta benissimo quanto siano incestuosi i rapporti tra agenti, club e giocatori. Un caso che, scrive il giornale inglese, “pone una domanda più ampia su cui molti giocatori di spicco potrebbero riflettere: chi viene pagato e cosa in un accordo di trasferimento? E quali alleanze si potrebbero stringere tra agenti e club per garantire i servizi dei giocatori – soprattutto quelli, come era De Vrij, che sono svincolati?”
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Per Vos, la cui agenzia rappresenta anche Hojlund, Cody Gakpo, Daley Blind e Robin Van Persie e ha come socio il fratello agente di Pep Guardiola, Pere, la prima udienza ha fondamentalmente frainteso la natura degli accordi nel calcio d’élite e le norme che lo governano.
La questione è “profonda”, scrive il Telegraph: “chi aveva il diritto di prendere cosa e cosa sapeva De Vrij dell’intero accordo. I dettagli emersi lo scorso anno sono stati uno spaccato delle sorprendenti ricompense per gli agenti – così come per i giocatori – al centro dei grandi affari”.
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“Fa male che le persone mettano in dubbio la mia integrità”, dice Vos a Telegraph Sport. “Questa è l’unica cosa che ho nella vita. Il denaro è denaro e questa è solo un contenzioso in cui qualcuno vuole di più. Non ho fatto nulla di male, quindi è frustrante”.
La ricostruzione del caso è minuziosa, ed è molto istruttiva.
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Nella primavera del 2018, De Vrij era negli ultimi sei mesi del suo contratto con Lazio. A fine febbraio 2018 ha firmato un contratto quinquennale con l’Inter, a partire dal 30 giugno. Ha firmato, secondo gli atti del tribunale, per uno stipendio base lordo in cinque anni di 37,5 milioni di euro. Il suo bonus annuale, se pienamente raggiunto, ammontava a 2,15 milioni di euro, anche se era difficilissimo da raggiungere (l’Inter avrebbe dovuto vincere campionato, coppa e Champions League). In ogni caso il massimo che avrebbe potuto guadagnare in cinque anni, bonus inclusi, sarebbe stato di 47,3 milioni di euro lordi.
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De Vrij dice che il compenso della Seg si basava sulla persuasione del giocatore a firmare per meno di uno stipendio base totale di 50 milioni di euro lordi per tutta la durata del contratto. In cambio l’agenzia avrebbe incassato complessivamente 7,5 milioni di euro, altri 2 milioni pagati in rate da 200mila euro ogni sei mesi per tutta la permanenza di De Vrij all’Inter, e il 7,5% dell’eventuale futura commissione di trasferimento di De Vrij.
La Seg afferma di aver dimostrato in tribunale che la cifra base di 50 milioni di euro lordi era irrilevante. Hanno scelto la cifra di 50 milioni di euro lordi perché era sicuramente fuori portata.
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“Abbiamo fatto un accordo fantastico”, dice Vos, “e sembra strano, penso che De Vrij dovrebbe essermi molto grato. Era un contratto quinquennale. La Lazio gli aveva offerto un anno di contratto da 2 milioni di euro netti e lui poteva invece firmare un quinquennale da 4 milioni di euro netti e un potenziale milione di euro di bonus all’Inter, che è una squadra più forte e giocava la Champions. È stato un risultato straordinario. Il primo anno era molto felice. Ha pianto fino alla banca“.
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Ma secondo i legali di De Vrij l’affare proposto al giocatore della Lazio valeva anche 4 milioni netti in più. La Lazio aveva proposto di prolungare il contratto di De Vrij di un anno, cosa che avrebbe poi consentito loro di venderlo nell’estate del 2018. In cambio gli avevano offerto una quota di quella che era stimata essere una commissione di trasferimento di 30 milioni di euro, e un ulteriore bonus.
I legali di De Vrij ribattono dicendo che il loro cliente era sufficientemente richiesto da poter decidere il livello degli stipendi offerti dall’Inter. Vos e Seg dicono il contrario.
I PRIMI SOSPETTI DEL CALCIATORE DOPO CHE HA PARLATO CON I COMPAGNI
De Vrij diventa subito titolare dell’Inter che vincerà la poi lo scudetto nel 2020-21. Ma si insospettisce riguardo al suo accordo quando i compagni di squadra dell’Inter gli chiedono quanto avesse ricevuto come compenso per l’ingaggio, un bonus comune pagato ai giocatori che arrivano come parametri zero. La quota viene pagata dai club in riconoscimento della quota di trasferimento che hanno risparmiato. De Vrij dice che non ha preso niente. De Vrij incarica i suoi nuovi avvocati di indagare”.
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La Seg afferma di aver informato De Vrij dei dettagli della loro commissione. Lui dice di no. E anzi gli avvocati di De Vrij sostengono che una quota molto maggiore del budget totale dell’Inter per ingaggiarlo sarebbe dovuta andare al giocatore piuttosto che a coloro che pensava agissero per lui.
De Vrij, che tra l’altro gestisce una società di investimenti immobiliari di successo con suo fratello Niels, ha preso molto sul serio questa battaglia legale. La parte fondamentale del caso dipendeva dalla parte per cui Seg stava lavorando. Secondo i documenti, Vos e Seg lavoravano per l’Inter e non per De Vrij.
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Quando seppe di quell’accordo De Vrij lo vide come un tradimento del rapporto con la società che lo rappresentava da quando aveva 16 anni al Feyenoord. Per Vos e Seg era semplicemente un modo di fare impresa, in particolare il modo di fare impresa in Italia. Vos ha detto che la Seg ha stretto lo stesso accordo con la Lazio – lavorando formalmente per conto loro piuttosto che per De Vrij – anche quando hanno negoziato il suo trasferimento alla Lazio dal Feyenoord nel 2014.
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Vos dice che un agente che rappresenta il club era una pratica normale nel calcio italiano. La convenzione, sostiene, è diversa dall’Inghilterra e da altri paesi dove un accordo di rappresentanza tra il giocatore e l’agente deve essere firmato e registrato affinché quest’ultimo possa essere pagato.
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In Italia, dice Vos, i club preferiscono che l’agente lavori ufficialmente per loro in modo che l’onere fiscale non ricada sul giocatore. “In Italia il 95% delle transazioni vengono effettuate da agenti per conto dei club. Dire che è strano che abbiamo operato per conto della società non è vero. Dire che non ne era consapevole non era vero. Lui ne era consapevole e ha firmato il contratto di lavoro con l’Inter per concordare che noi rappresentassimo il club. È a suo vantaggio che rappresentiamo il club perché per lui non ci sono conseguenze fiscali”.
Gli avvocati della Seg hanno affermato in tribunale che l’accordo rendeva De Vrij, all’epoca, il difensore più pagato dell’Inter, e che comunque il suo stipendio non avrebbe potuto superare quello del giocatore più pagato del club dell’epoca, Icardi.
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“Nessun giocatore sulla terra firma felicemente un accordo di rappresentanza perché stabilisce che se si verifica un accordo ti pagherà – e a loro non piace. La consuetudine è che siano i club a pagare la quota. Nell’industria musicale, nel ciclismo, negli eSport, a pagare è il cliente. Solo nel calcio la squadra o il club paga per conto del giocatore”.
“Siamo stati coinvolti in più di 2.200 accordi in 23 anni. Stipendio, compenso d’ingaggio o quota fedeltà sono le parti fisse della remunerazione di un giocatore e non importa come si chiama… il discorso sul compenso d’ingaggio è semantico. Dovrebbe riguardare la remunerazione fissa totale che un giocatore riceve”.
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I legali di De Vrij avevano quantificato le perdite in 12,5 milioni di euro. Lo hanno fatto calcolando quanto avrebbe guadagnato con uno stipendio di 10 milioni di euro all’anno per cinque anni – i 50 milioni di euro previsti dal contratto tra Seg e l’Inter – meno l’ingaggio di 37,5 milioni di euro pagato effettivamente dall’Inter. Il tribunale ha limitato la richiesta di De Vrij a 9,5 milioni di euro, ovvero la commissione guadagnata dalla Seg.
Quei 9,5 milioni di euro equivalgono al 25% dello stipendio lordo di 37,5 milioni di euro di De Vrij. I legali di De Vrij hanno sottolineato che se, ad esempio, De Vrij fosse stato venduto dopo un anno, nel 2019, la Seg avrebbe comunque guadagnato 7,9 milioni di euro garantiti. Sullo stipendio base annuo di De Vrij di 7,5 milioni di euro, ciò rappresenterebbe una commissione del 105%. L’agenzia avrebbe poi guadagnato anche il 3,75% della commissione di trasferimento.
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Il tribunale ad aprile ha deciso che non c’erano garanzie che l’Inter sarebbe stata disposta a pagare a De Vrij un totale di 50 milioni di euro nei cinque anni. Tuttavia, ha riscontrato che De Vrij non era stato informato dell’entità complessiva della commissione e quindi aveva diritto a quello che nella legge olandese è noto come “kans schade” – “danno di opportunità”. Insomma, a De Vrij era stata negata la possibilità di trattare meglio con l’Inter perché non era a conoscenza dell’intera commissione della Seg.
A luglio De Vrij ha firmato un nuovo contratto biennale con l’Inter, negoziato dal suo nuovo agente, Federico Pastorello.ù