Federico De Rosa per il Corriere della Sera
franco bassanini
Il «golden power» è approdato ieri al tavolo del consiglio dei ministri. Non per l' affaire Vivendi-Tim bensì a seguito di una notifica ricevuta da Open Fiber.
La società della rete controllata da Enel e Cassa depositi e prestiti aveva notificato a Palazzo Chigi la costituzione di un pegno sulle azioni a favore di Société Générale, Bnp Paribas e UniCredit che ad agosto hanno erogato un finanziamento da 510 milioni. Il governo ha comunicato che non eserciterà i poteri di «golden power» poiché il pegno non costituisce un cambio di controllo, invitando la società a notificare eventuali variazioni.
bassanini linda lanzillotta
Si trattava di un passaggio formale, che arriva in un momento delicato per la società della rete, le cui vicende si stanno incrociando con quelle di Tim nell' ipotesi di un riassetto dell' infrastruttura di trasmissione. Dall' inizio dell' estate si susseguono le voci di possibili cambi al vertice di Open Fiber e, sottotraccia, il confronto tra Enel e Cdp è in corso, anche se al momento non risultano accelerazioni. Il confronto sarebbe legato alla strategia che deve perseguire la società: stand alone, oppure aprire, come ha fatto il presidente Franco Bassanini, a un intervento sulla rete di Tim, a cui sarebbe legata la decisione sull' eventuale avvicendamento.
Alcune voci parlano di un possibile ingresso nella squadra di vertice di Maximo Ibarra, il manager che a giugno ha lasciato la guida di Wind-Tre dopo aver completato la fusione e che era finito anche nel mirino di Vivendi prima che venisse scelto Flavio Cattaneo come ceo di Tim.
TOMMASO POMPEI
Il gruppo francese è di nuovo in cerca di un ceo per Tim. Un consiglio potrebbe tenersi a fine mese per definire il nuovo assetto, ma ci sono ancora molte cose da chiarire, a cominciare dall' eventuale esercizio del «golden power» da parte del governo che potrebbe ridisegnare il perimetro del gruppo.
Tim ha inviato a Palazzo Chigi un parere firmato da Sabino Cassese e Andrea Zoppini che esclude la possibilità per il governo di muovere su Tim. Ma la strada che Vivendi ha davanti è comunque stretta. Amos Genish, il manager israeliano che Vincent Bolloré ha indicato come nuovo capo operativo di Tim, ha lasciato gli incarichi in Vivendi e in attesa di ottenere il permesso di soggiorno per lavorare a Roma, lunedì scorso è tornato al suo posto in Corso Italia.
Nel nuovo assetto Genish dovrebbe assumere il ruolo di direttore generale, ma in tema di governance girano molte voci. Alcune indicano anche un possibile rafforzamento di Franco Bernabé, già due volte a capo di Tim, che Bollorè ha scelto personalmente per il board.
Amos Genish con moglie
genish
Sebbene abbia solo un contratto di consulenza, Genish avrebbe già iniziato a riesaminare i piani per la rete. Con quale intenzione non è chiaro. Così come non è chiaro il mandato che Bolloré gli ha affidato. Qualcuno sostiene che il compito di Genish potrebbe essere quello di vendere il Brasile e negoziare la cessione della rete, per deconsolidare debito e fare cassa da investire nella costruzione della media company paneuropea. Voci che la stessa Tim ha più volte smentito. Ma tutto dipende da cosa deciderà il governo sulla possibilità che la rete di Tim, sopratutto quella internazionale, leggi Sparkle, resti nelle mani dei francesi.