Estratto dell’articolo di Claudia Osmetti per “Libero quotidiano”
marcello vinci - l'italiano precipitato da un palazzo a chengdu in cina
È morto il 6 marzo (o, meglio: l’hanno trovato morto il 6 marzo), ma il decesso di Marcello Vinci è ancora tutto da chiarire. E per farlo servono soldi. Sonanti. Servono circa 4mila euro per poter procedere all’autopsia e altri 30mila per rimpatriare la salma. Chengdu, il capoluogo della provincia di Sichuan, in Cina, zona sud-occidentale del Dragone: 16,33 milioni di abitanti solo in città. La famiglia di Marcello, un ragazzo di 29 anni originario di Fasano, nel Brindisino, non si dà pace da quasi due mesi.
[…] Doveva essere tutto liquidato come un suicidio, almeno all’inizio: ma i Vinci non ci hanno creduto nemmeno per un secondo a quest’ipotesi. Quello che è certo: Marcello riverso sull’asfalto, una caduta fatale, sotto a un grattacielo, in via Minchan 123, che è nella periferia meridionale di quell’urbanizzazione immensa, forse vicino all’abitazione di un uomo (cinese, 45enne) che lui aveva conosciuto sui social qualche giorno prima.
Adesso gli inquirenti parlano di una generica «caduta dall’alto», di più non è dato sapere. Occorrerebbe approfondire, occorrebbe l’esame autoptico, quello del medico legale, che in un caso come il suo, in tutto il mondo, viene deciso praticamente d’ufficio: per fare chiarezza, per capire, perché è morto un ragazzo e l’unica cosa che si può fare è scoprire come, dare un motivo alla tragedia. Invece no.
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Anzi, invece ni: «Faremo eseguire l’autopsia con certezza e anche gli esami tossicologici», avevano assicurato gli investigatori alla famiglia Vinci. Il minimo sindacale. Però oggi salta fuori che non è mica così scontata, così immediata, così “gratuita”, l’autopsia di Marcello.
Prima i Vinci dovranno pagare circa 4mila euro (nello specifico: le spese per l’esame autoptico dovranno essere anticipate subito, passare-alla-cassa-grazie; quelle per le analisi tossicologiche potranno essere corrisposte anche dopo il referto, l’importante è ancora versare il contante).
Lei, la madre di Marcello, che nei giorni scorsi si è rivolta anche alle istituzioni (perché una madre non la ferma nessuno, ed è pure giusto così), è intenzionata a procedere. Costi quel che costi, e costerà pure parecchio dato che, contestualmente, la settimana scorsa, la richiesta economica è stata anche più alta: 30mila euro.
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«Una storia molto strana», raccontava la donna mercoledì, «non possiamo riavere la salma fino a quando non ci sarà una decisione della polizia. Tra l’altro, ci sono stati chiesti ben 30mila euro per riportarlo a casa». […]
Quello di Facebook non è un riferimento casuale: solo pochi giorni fa, infatti, i Vinci si sono imbattuti in un profilo fake (falso come una moneta da tre euro), di un certo “Fabio Terra” che usava in rete proprio la foto di Marcello. Per fare cosa resta un altro mistero.
L’hanno segnalato, i Vinci.
IL PROFILO FALSO
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Si sono chiesti perché. Quel profilo è stato disattivato il 18 marzo, ma intanto resta uno dei tanti punti oscuri in una vicenda che di punti oscuri ne ha fin troppi. Marcello ha la «prioritaria attenzione» sia del Consolato italiano in Cina che del ministero degli Esteri, dice una nota rilasciata dopo che la madre si è rivolta alla Farnesina per ottenere un briciolo di giustizia. Briciolo (e soprattutto giustizia) che non può passare per le richieste di diverse migliaia di euro. Ma fossero stati pochi spicci sarebbe stato lo stesso.
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