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    COME SPARIRE DA INTERNET - I RADIOHEAD CANCELLANO TUTTA LA LORO ESISTENZA ONLINE ALLA VIGILIA DEL NUOVO DISCO: FACEBOOK, TWITTER, INSTAGRAM AZZERATI. RESTA SOLO IL VIDEO DI UN UCCELLINO CHE CANTA - SOGNATE ANCHE VOI DI SVANIRE DAL WEB? SI FA COSI'...


     
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    Rosita Rijtano per “la Repubblica

     

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    Black out. Svanire, cancellare ogni traccia di noi. Una tentazione che oggi non può prescindere dai contenuti che produciamo nel corso della quotidiana vita digitale. Prodromi i Radiohead. Domenica la pagina web ufficiale della famosa band è stata pian piano offuscata. Fino a diventare bianca e vuota. Così come l’account Twitter, i profili su Facebook e Google+. Tutto dissolto. O quasi. Come cantavano in tempi non sospetti nel brano premonitore How to disappear completely.

     

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    Ma come hanno fatto? Quando si parla delle nostre attività, e non di ciò che gli altri dicono di noi sulla Rete, cimentarsi nell’impresa non è poi così difficile. «Sui social potremmo riuscirci pure manualmente, eliminando un post o un tweet alla volta», spiega Matteo Flora, fondatore di The Fool, società italiana che si occupa di reputazione online. Niente paura: esistono soluzioni più rapide e sul web ci sono strumenti gratuiti.

     

    Da provare, tenendo ben presente un particolare: una volta compiuta l’operazione è impossibile tornare indietro. Sul fronte Twitter ci sono, per esempio, Tweet Delete, Tweet Eraser o Tweeticide che fanno fuori ciò che abbiamo scritto sulla piattaforma di Jack Dorsey completamente o in un determinato lasso di tempo. Per Facebook c’è Delete My Timelime per far sparire dalla bacheca i nostri contenuti.

     

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    How to disappear from the internet, come scomparire da internet, è invece l’ambizioso titolo di una guida stilata nel 2014 dal sito di web hosting WhoIsHosting-This. Un memorandum che ha l’obiettivo di aiutarci a ridurre le nostre tracce online. Dalla cancellazione dell’email all’uso del motore di ricerca DuckDuckGo che non immagazzina dati, passando per la falsificazione delle informazioni presenti sugli account che non possiamo rimuovere.

     

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    Perché il desiderio di esser dimenticati spesso non è solo una scelta “morettiana”, ma un’esigenza. Due servizi hanno fatto storia: Seppukoo e SuicideMachine. Entrambi consentivano agli utenti di staccare la spina dai social network attraverso una procedura automatizzata. E hanno fatto il boom di adesioni: un successo che non è piaciuto a Mark Zuckerberg, tanto che prima li ha resi inefficaci e poi li ha portati in tribunale.

     

    Tuttavia celebrità e aziende, in genere, non usano il fai-da-te. Preferiscono rivolgersi a professionisti del settore che creano programmini ad hoc. «Si tratta di sistemi che generalmente sfruttano le API», prosegue Flora, «cioè l’interfaccia di programmazione di un’applicazione che gli stessi social mettono a disposizione dei programmatori. Usandole si possono cancellare tutti i contenuti con qualche ora di lavoro ». Costo? «Dipende, ma non più di qualche migliaia di euro».

    thom yorke radiohead thom yorke radiohead

     

    «Il vero problema non è cancellare i contenuti dai propri canali ma dall’intero web», suggerisce Andrea Barchiesi, amministratore delegato di Reputation Manager, società di consulenza milaneseche si occupa di monitorare e influenzare la percezione che la rete ha di un marchio. «In questo caso, le tariffe variano dalle migliaia di euro, per i casi più semplici, alle decine di migliaia di euro per quelli più complessi.

     

    Ma pensare di aver eliminato ogni traccia è un’illusione. Inoltre, non fa cessare la conversazione su di noi. Fa solo in modo che noi non partecipiamo. La soluzione, quindi, è creare una narrazione alternativa».

     

    Gli esempi sono sotto gli occhi di tutti, basti pensare: ai tweet, alle foto o ai post ripresi dai media; ai contenuti che vengono indicizzati dai motori di ricerca, ai servizi professionali che permettono di recuperare le timeline eliminate. Senza dimenticare Internet Archive: un sistema informatico che dal 2006 fotografa a cadenza regolare campioni rappresentativi dell’intero web. Così basta poco: in un’istantanea anche i tweet di Thom Yorke, cantante dei Radiohead, tornano online. Tutt’altro che dissolti.

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