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    IL PD LANCIA LA “MACCHINA DEL FANGO” TRA COMPAGNE


     
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    Michele Smargiassi per "la Repubblica"

    Da Facebook al tribunale, senza passare per la politica. Le donne del Pd di Bologna assistono esterrefatte, da quattro giorni, a «un duello fra gladiatrici», a una zuffa virtuale Eva contro Eva con sospetto di sottintesi imbarazzanti che sfugge alle mediazioni politiche, ignora la comune militanza e manda in frantumi ogni solidarietà da "quote rosa".

    daniela turcidaniela turci

    La prima gladiatrice è Daniela Turci, consigliera comunale Pd a Bologna, dirigente scolastica. La seconda è Francesca Puglisi, oggi neosenatrice bolognese, dopo essere stata responsabile nazionale per la scuola nella segreteria di Bersani. Compagne di partito, ma di diversa matrice (area ex-Ds Puglisi, area ex-Margherita la Turci), qualche mese di convivenza sui banchi dell'emiciclo municipale, qualche bisticcio sulla politica scolastica bolognese, con la Puglisi in veste di «mamma arrabbiata» e la Turci a
    difesa dei prèsidi, qualche inevitabile malumore della seconda per l'ascesa della prima ai vertici nazionali del partito a occuparsi proprio di istruzione.

    Vecchie e nuove ruggini, ma nulla che facesse presagire la bella sberla in faccia, anzi in Facebook, che venerdì Turci tira a Puglisi, a freddo, con poche righe al
    veleno (poi cancellate) sulla bacheca di una discussione Web che riguardava, appunto, lo stipendio da dirigente (3500 euro al mese) di Puglisi prima del suo ingresso a Palazzo Madama: «Tutti sappiamo, forse, cosa ha fatto per arrivare sino lì».

    francesca puglisifrancesca puglisi

    Che significa? Certo, se l'allusione fosse venuta da un uomo, sarebbe stata piuttosto trasparente, tantopiù corredata dalle successive: «è stata promossa in tutti i campi e in tutti i "sensi"», «qualche protezione "particolarissima" e la carriera sarà assicurata ». Linguaggio cifrato. Comunque, anche da donna a donna, è nei doppi sensi peggiori che lo interpreta Puglisi, madre di tre figli: a stretto giro rimbecca, «farneticazioni », e annuncia querela per diffamazione.

    Donne del partito disorientate e amareggiate, ma tutte a difesa dell'aggredita e contro l'uso di un «inquietante linguaggio in codice ». Il segretario bolognese Pd Raffaele Donini invece prostrato, «questo livello dello scontro è la più grande delle sofferenze», ma ininfluente, perché tutto avviene fuori dalle stanze abituali del confronto politico.

    E sempre a distanza, il duello continua anche ieri. Turci nega sottintesi ineleganti, «nessuna considerazione personale nei confronti della senatrice, l'allusione l'hanno voluta vedere altri», ma non disarma, spiega che si riferiva ad altro genere di favori, più politici, «per far carriera fulminea nel Pd non servono competenza ed esperienza, ma l'appartenenza a particolari correnti», come se le accuse di carrierismo di cordata (Puglisi è stata eletta nel listino nazionale, senza passare per le primarie) fossero poi tanto più leggere; infine contrattacca: «sono io l'insultata », e annuncia: «se mi arriverà querela, anch'io querelerò Puglisi per le offese». Intanto la senatrice, certa di aver capito bene, conferma la sua, di querela. La "democrazia del Web" a quanto pare fa male alla sorellanza.

     

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