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    DISCO-MUSIC REVOLUTION - CON DONNA SUMMER E GRACE JONES IL MONDO È CAMBIATO MA GLI INTELLO' ITALIANI NON SE NE SONO ACCORTI - LA DIFFIDENZA DEL MONDO DEL ROCK, TOM PETTY: “NEI ’70 IL NOSTRO OBIETTIVO ERA DISTRUGGERE LA DISCO”


     
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    Giuseppe Pollicelli per “Libero Quotidiano”

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    Come capita spesso, la figura peggiore la fanno gli intellettuali. Sentite qua. «Ecco la biondona che racconta d’aver cominciato la carriera come mannequin, mentre, scrollando la testa, si osserva l’andar su e giù del suo pomo d’Adamo…»: è Camilla Cederna che, su un numero del 1978 di TV Sorrisi e Canzoni, parla di Amanda Lear. O anche: «Poveretta… Leggenda abusiva, fatta di lustrini, sudori e nessuna sostanza».

     

    Parole dello scrittore Giovanni Arpino, il quale, sempre dalle pagine di TV Sorrisi e Canzoni, si diffonde su Grace Jones. E poi Luca Goldoni, che in un pezzo intitolato Ventitré orgasmi su mezzo disco (il settimanale è sempre lo stesso, così come l’anno, il 1978) insinua che Donna Summer sia solo un’anonima bella ragazza la cui voce è stata artificialmente elaborata, in uno studio di registrazione, grazie a non meglio precisati macchinari ipertecnologici.

    DONNA SUMMER DONNA SUMMER

     

    È in questo modo che, al suo affacciarsi sulla scena musicale internazionale, la disco music è stata accolta in Italia, con l’atteggiamento sdegnoso che il mondo della cultura tende a riservare a quei fenomeni che, oltre a esser nuovi, presentano tratti dirompenti e «barbari». Ma a opporre un’ottusa chiusura nei confronti della disco music non fu soltanto l’Italia e non furono soltanto gli intellettuali: a riservare al genere una spaventata diffidenza fu lo stesso mondo del rock. Basteranno, per rendersene conto, le parole di Tom Petty: «Il nostro obiettivo negli anni Settanta era distruggere la disco, una vera minaccia per la musica».

     

    COVER LIBRO DISCO MUSIC COVER LIBRO DISCO MUSIC

    La disco music, in virtù di artisti di sconfinato e duraturo successo come i già citati Donna Summer e Grace Jones, oltre a Barry White, Diana Ross, i Village People e l’italiano Giorgio Moroder, ha provveduto da sola a riscattarsi da queste maldicenze e a diffondere ovunque la sua carica liberatoria, ma a storicizzarla e consacrarla in modo definitivo provvede ora un superbo libro scritto dagli appassionati Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano (coordinati da Francesco Coniglio): La Disco. Storia illustrata della disco music (Arcana, pp. 400, euro 58), in cui della disco si passano scrupolosamente in rassegna le tappe, gli autori e i brani più significativi.

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     Il tutto è valorizzato da accurate discografie e da un apparato iconografico da urlo per numero e qualità delle fotografie proposte (su carta patinata e a colori). Un volume semplicemente epocale, di cui è peraltro già annunciato un seguito dedicato a «meteore e satelliti», cioè agli esponenti della disco music considerati a torto o a ragione minori. Una notizia che mette voglia di ballare.

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