Estratto dell’articolo da www.open.online
LARIMAR ANNALORO
L’avvocata Milena Ruffini rappresenta la famiglia di Larimar Annaloro. Secondo la madre la 15enne trovata impiccata il 5 novembre a Piazza Armerina non si è uccisa. La mamma Joary è sicura: «L’hanno uccisa. Sospetto di qualcuno». La legale è più cauta ma altrettanto convinta: «Se considero possibile una tesi alternativa al suicidio avrò delle ragioni, no? La verità è che in questa storia al momento nessuno ha certezze in tasca. Magari alla fine stabiliremo che è senza dubbio suicidio, ma prima di arrivare a quell’affermazione, o al suo contrario, vorremmo chiarire dettagli che così come li conosciamo adesso non ci convincono. Mi pare legittimo».
In un’intervista al Corriere della Sera Ruffini dice che nella morte ci sono molte cose non chiare: «Guardi, io sono stata nominata dalla famiglia. E che cosa mi viene chiesto? Di far luce sulle cose che non tornano. E ce ne sono di cose strane, mi creda. Se avessi avuto la percezione di familiari che millantano o inventano non avrei accettato il caso. Invece dopo aver parlato con loro non posso che concordare: c’è qualcosa di un po’ strano, di anomalo […] ». Poi elenca le stranezze al momento del ritrovamento del cadavere: «Lei legata dall’addome ai piedi, il doppio giro di corda al collo, le scarpe pulite anche se c’era terra vicino all’albero, la stanza a soqquadro, le mani libere, le ginocchia per terra».
LARIMAR ANNALORO
[…] «Ho scritto alla preside per cominciare da lei a verificare i fatti ma mi ha risposto che tutto quello che c’è da dire è sul registro elettronico. Dubito che sia così. Dov’è il registro di classe? Esiste un verbale per quello che successe a scuola? Si parla di una lite furiosa fra Larimar e una compagna. Immagino che la Procura abbia già indagato su questo ma io ho bisogno di dare risposte alle domande della famiglia. Convocherò formalmente la preside e i ragazzi coinvolti».
la mamma di Larimar Annaloro
[…] Sui sospetti: «Mi sono fatta un’idea possibile riguardo alla pista alternativa al suicidio. Ma ripeto: un conto è immaginare delle cose, dedurne delle altre. Altro conto è verificarle. Ci serve tempo e modo per verificare tutto. […]».
Larimar Annaloro