Nicola Barone per www.ilsole24ore.com
«La prima bella notizia è che sterilizziamo l'incremento dell'Iva, 23 miliardi sono stati trovati, c'è qualche cosa che ci manca ma siamo ambiziosi». Quanto al cuneo fiscale «il mio obiettivo è più soldi in busta paga ai lavoratori dipendenti, lo abbiamo scritto nel programma». È la sintesi dei negoziati fatta dal premier Giuseppe Conte conversando con i giornalisti fuori Palazzo Chigi. «Stiamo lavorando per far scendere l'iva sulle bollette dal 10 al 5 così come abbassare all'1 l'Iva su prodotti come il pane, il latte e la frutta. Ma per fare questo bisogna incrementare l'utilizzo di mezzi alternativi al contante e per fare questo il piano è dare a tutti la possibilità di accedere a mezzi elettronici di pagamenti a costo zero».
GIUSEPPE CONTE PAPALE
Un "superbonus" per chi paga con carte e bancomat nei settori più a rischio evasione, da abbinare al meccanismo del cashback mensile su tutti i pagamenti tracciabili e da dare tutto in una volta, magari a inizio anno (tanto che già sarebbe stato ribattezzato "bonus della Befana"). Questa una delle ipotesi allo studio in vista della manovra per incentivare la moneta elettronica. Si inserirebbe, però, spiegano fonti qualificate, all'interno del piano più complessivo della "nuova Iva", con rimodulazione delle aliquote.
Nel pomeriggio è previsto il Consiglio dei ministri per il varo della nota di Aggiornamento al Def con i dettagli da definire rispetto alle risorse per la manovra, momento che potrebbe essere preceduto da un nuovo confronto politico dei leader.
La riunione preparatoria convocata in nottata dal premier Giuseppe Conte ha visto attorno al tavolo, con il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri, i capidelegazione Luigi Di Maio (M5S), Dario Franceschini (Pd), Roberto Speranza (LeU) e Teresa Bellanova (Iv) più il sottosegretario Riccardo Fraccaro (M5S).
«Molte ancora le ipotesi in campo», spiegava una fonte di primo mattino. Si lavorerà dunque tutto il giorno per trovare una quadra in vista della riunione dell'esecutivo in agenda alle 18.30. «Abbiamo fatto un governo per mandare a casa Salvini e per non aumentare l'Iva. Adesso non possiamo aumentare l'Iva, punto. Noi non abbiamo fatto polemica sui ministeri, sui sottosegretari, sulle scelte del passato. Ma aumentare l'Iva sarebbe uno schiaffo ai consumatori, specie ai più poveri. E porterebbe alla recessione. Ecco perché Italia Viva dice No all'aumento dell'Iva», ribadisce stamani Matteo Renzi con un post su Facebook.
roberto gualtieri
Allo stato sembra che non debba esserci nella nota di Aggiornamento al Def un riferimento esplicito alla possibilità di reperire risorse da una rimodulazione delle aliquote Iva. Il lavoro sul testo è ancora in corso ma nel Def, fissato il deficit al 2,2%, dovrebbe essere quantificato uno 0,3% di risorse derivante dalla lotta alla evasione fiscale: sarebbero circa 5 miliardi come effetto della modernizzazione dei pagamenti e della fedeltà fiscale.
Ma l'indicazione su come in concreto reperirli sarebbe rinviata alla manovra. «Il problema - spiega una fonte favorevole alla soluzione di Gualtieri - è che M5S e i renziani non indicano soluzioni alternative». Franceschini (Pd) e Speranza (LeU) avrebbero ribadito la priorità di abbassare le tasse sul lavoro: eventuali rimodulazioni fiscali, a parere di Speranza, non devono penalizzare i più deboli.
Nel vertice a Palazzo Chigi si è dibattuto anche di questo, non senza diversità di vedute. La nota di Aggiornamento al Def conterrà l'indicazione del taglio delle tasse a vantaggio dei lavoratori ma i rappresentanti del partito di Matteo Renzi avrebbero espresso perplessità sulla scelta di agire sul cuneo fiscale. «Si può ridurre in un orizzonte triennale, in modo anche più consistente.
Ma fare una mini-riduzione fiscale da luglio in poi, per qualche euro in busta paga solo per dire di aver fatto il cuneo fiscale, non mi pare un un bell'affare», annota il responsabile economico di Italia Viva, Luigi Marattin. «Non si può pensare ad una mini-riduzione quando poi aumenti del doppio l'imposta sui consumi. Facciamo una cosa per volta, e facciamola seriamente, anche in un orizzonte triennale: perchè noi siamo qui per tre anni e non per tre mesi».