Titti Beneduce per www.corriere.it
stefano incerti
Un anno fa, a Napoli, non si parlava d’altro: il caso del professore dell’Accademia di Belle arti accusato di abusi su un’allieva teneva banco su siti, televisioni, giornali. Un anno dopo (nel frattempo lui, sottoposto a un formidabile stress, si è dimesso) arriva la conferma di quello che i suoi avvocati hanno sempre sostenuto: non c’è stata alcuna violenza, si trattava di un rapporto tra persone adulte consenzienti.
Quell’accusa di violenza sessuale nei confronti del professor Stefano Incerti (56 anni, regista e sceneggiatore pluripremiato) è stata archiviata. Per questo oggi, per la prima volta, il Corriere del Mezzogiorno fa il suo nome. Va detto che, approfondendo altre denunce sporte da studentesse dopo il clamore mediatico, il pm Cristina Curatoli, che indaga con il coordinamento dell’aggiunto Raffaello Falcone, ha ritenuto che Incerti si sia reso responsabile di violenza nei confronti di un’altra studentessa: l’avrebbe palpeggiata all’uscita di un’aula dopo una lezione; si tratta di un episodio che risale al 2015.
stefano incerti regista
Ad un altro docente, Salvatore Crimaldi, di 60 anni, viene mossa un’analoga contestazione nei confronti di un’altra allieva; l’avrebbe palpeggiata mentre realizzava un disegno durante la lezione di Arte.
stefano incerti archiviato
Ad entrambi è stato notificato nelle scorse ore un avviso di chiusura delle indagini preliminari. Gli avvocati Lucilla Longone e Maurizio Sica, che assistono Incerti, ritengono di riuscire, documenti alla mano, a dimostrare l’insussistenza delle accuse anche in questo caso.
stefano incerti foto
«Additato come un mostro»
Archiviata l’accusa che gli pesava addosso come un macigno, Incerti finalmente parla: «L’anno scorso ho subìto un attacco personale senza precedenti attraverso i social e la televisione. Sono stato additato come il mostro dell’Accademia. Il forte stress psicologico mi ha addirittura costretto a dimettermi, ingiustamente. Oggi si è finalmente scritta la verità: tutte quelle accuse di molestie verso le mie studentesse e di favori sessuali in cambio di esami, artatamente proposte e riproposte dai media, erano assolutamente infondate; così come si è rivelata falsa quella più grave e pesante di violenza sessuale. Quest’accusa pesantissima, più volte richiamata per screditare il mio lavoro, è stata definitivamente archiviata, grazie al lavoro dei miei difensori e della magistratura. Adesso che le indagini sono finalmente chiuse ed ho provato che di quelle tante accuse nessuna era vera, dimostrerò l’infondatezza anche di quest’ultimo episodio, riprendendomi finalmente la mia dignità di uomo, professore e regista».
stefano incerti
Un episodio, come detto, che risale al 2015, che tra breve sarà prescritto e a proposito del quale, secondo la difesa, a Incerti la Procura non ha dato la possibilità di riferire. Nei prossimi giorni gli avvocati torneranno alla carica per consegnare agli inquirenti documenti che, a loro avviso, potrebbero evitare il rinvio a giudizio.
il prof stefano incerti
Il clamore mediatico
Si sgonfia, dunque, il caso che tra febbraio e marzo dello scorso anno avvelenò l’Accademia di Belle arti: contro il professor Incerti furono organizzate manifestazioni di protesta e petizioni, furono affissi striscioni e proclamati scioperi.
intervista a stefano incerti
Tuttavia la studentessa che aveva denunciato la presunta violenza non in Procura, ma alla Consulta degli studenti, all’allora direttore Giuseppe Gaeta aveva ammesso che con Stefano Incerti intratteneva una relazione. Gaeta emise un richiamo formale nei confronti del docente, chiedendogli di avere un atteggiamento più adeguato e di evitare comunicazioni improprie con gli allievi.
foto di stefano incerti
Dopo l’avvio dell’inchiesta e il clamore mediatico durato per settimane, gli avvocati difensori del docente esibirono in Procura numerosi messaggi di testo e audio, corredati da immagini e filmati, dai quali si evinceva appunto che tra il professore e la studentessa esisteva una relazione affettiva consolidata e che ciascuno dei due contattava l’altro per chiedere di incontrarsi. Solo in un secondo momento la giovane ritenne di avere subito atti di violenza.
accademia di belle arti a napoli