Marco Bresolin per “la Stampa”
CHRISTINE LAGARDE
C' è ancora il segno "più" davanti all' economia dell' Eurozona, anche se lo slancio resta "modesto". Questo perché dietro l' angolo restano le solite incognite globali, alle quali nelle ultime settimane se n' è aggiunta una in particolare: il coronavirus. A dirlo è Christine Lagarde, che ha messo in guardia dai possibili impatti economici della nuova epidemia partita dalla Cina. Turismo e lusso i settori che rischiano di essere più colpiti in Europa, ma non solo. Un report di Standard & Poor' s prevede forti contraccolpi per il settore automobilistico: proprio ieri l' ad di Fca, Mike Manley, ha annunciato che nel giro di 2-4 settimane c' è il rischio di dover fermare uno stabilimento in Europa per mancanza di forniture dalla Cina.
XI JINPING CON LA MASCHERINA
mike manley
La numero uno della Bce ha parlato ieri della situazione con gli eurodeputati della commissione Affari economici del Parlamento Ue. Servono «cautela e prudenza», avverte Lagarde. «Ma certamente il coronavirus è ovviamente motivo di preoccupazione». Difficile stimare un possibile impatto economico dell' espandersi del virus e infatti l' ex capo del Fondo monetario internazionale non si addentra in previsioni perché «non abbiamo molti elementi oggi per misurare le conseguenze della diffusione». Ma certamente la chiusura delle aziende in Cina, così come lo stop dei voli, rischiano di farsi sentire in Europa. Dove il settore del turismo e quello del lusso potrebbero pagare il prezzo più salato, specialmente in Italia.
christine lagarde 1 xi jinping
È stato così anche nel 2003 con la Sars: «Ci si è resi conto che l' economia subisce uno choc e la crescita rallenta» ha aggiunto Lagarde, anche se poi - una volta fermata l' epidemia - «c' è un rimbalzo al rialzo e l' economia riparte con forza». Diciassette anni fa il diffondersi del virus costò circa un punto di Pil al governo cinese, questa volta però gli economisti prevedono un effetto maggiore a Pechino (almeno due punti di Pil) e decisamente più vasto su scala mondiale, visto che il peso globale dell' economia cinese è notevolmente aumentato.
XI JINPING VIRUS
il coronavirus cinese
Standard & Poor' s mette in guardia il settore automobilistico, dopo che le misure prese da Pechino per evitare la diffusione del contagio hanno portato alla chiusura di diversi stabilimenti in cui vengono prodotti i componenti per l' industria globale delle quattro ruote. Lo stop di due settimane per gli impianti nella provincia di Hubei dovrebbe ridurre del 2-4% la produzione annua della regione e le ripercussioni si faranno presto sentire in Europa. Volkswagen è il produttore più esposto, visto che opera in Cina con 23 impianti. Tra i produttori di componenti, invece, è Bosch che potrebbe pagare il prezzo più salato (i ricavi del gruppo in Cina si aggirano attorno ai 14 miliardi di euro).
Christine Lagarde CARLOS TAVARES E MIKE MANLEY ANNUNCIANO LA FUSIONE TRA PSA E FCA
Fiat-Chrysler rischia invece di fermare un impianto in Europa, come ha detto ieri al Financial Times l' ad Mike Manley senza rivelare di quale si tratta. Quattro fornitori del gruppo in Cina sono stati colpiti dalle misure di emergenza del coronavirus. E, di questi, uno in particolare potrebbe costringere Fca a interrompere l' attività in un impianto europeo. L' azienda ha creato un team per monitorare le forniture, valutare i possibili impatti sulla produzione e cercare fornitori alternativi. Anche se quest' ultima operazione può richiedere del tempo per via delle certificazioni e delle registrazioni dei nuovi componenti.
POMPE FUNEBRI IN CINA CORONAVIRUS xi jinping coronavirus casi in italia cinesi si proteggono come possono dal coronavirus li wenliang 2 XI JINPING CON LA MASCHERINA coronavirus XI JINPING