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    CORRERE O NON CORRERE: IL DILEMMA DI ELLY SCHLEIN - LA SEGRETARIA MULTIGENDER DEM DEVE DECIDERE SE CANDIDARSI ALLE EUROPEE COME CAPOLISTA - IL TIMORE È QUELLO DI PENALIZZARE LE ALTRE DONNE IN LIZZA E FAR ELEGGERE TROPPI UOMINI MA SOPRATTUTTO C'È IL RISCHIO DI PRENDERE (MOLTE) MENO PREFERENZE DI MELONI, INDEBOLENDOSI COME LEADER – NEL TOTO-NOMI OLTRE ALLA SCRITTRICE-IDEOLOGA DELL’AJO, OJO E PEPERONCINO CHIARA VALERIO SI FA STRADA LA SUGGESTIONE ROBERTO SAVIANO…


     
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    il progetto di paese di elly schlein vignetta by rolli per il giornalone la stampa il progetto di paese di elly schlein vignetta by rolli per il giornalone la stampa

    Antonio Bravetti Niccolò Carratelli per “la Stampa” - Estratti

     

    Correre o non correre, questo è il dilemma. A sei mesi dalle elezioni europee, i leader di partito s'interrogano e ragionano sul da farsi. Giorgia Meloni propende nettamente per il sì, Giuseppe Conte ha già annunciato il suo no, mentre Elly Schlein è ancora amleticamente combattuta.

     

     

    (...)

    Schlein non ha fretta, anzi.

     

    «La mia candidatura è l'ultimo dei problemi», ripete. Ma tra i suoi c'è chi la spinge a scendere in campo, soprattutto dopo che si è capito che la leader di Fratelli d'Italia lo farà quasi certamente. «Meloni è la presidente di FdI e anche Berlusconi, quando era presidente di FI, si candidava sempre come capolista», ha detto il presidente del Senato, Ignazio La Russa, rafforzando la previsione.

    ELLY SCHLEIN A PIU LIBRI PIU LIBERI ELLY SCHLEIN A PIU LIBRI PIU LIBERI

     

    Di tutt'altro segno le parole pronunciate da Giuseppe Conte: «Escludo nel modo più assoluto di candidarmi alle Europee, l'impegno per il Parlamento italiano è assorbente, da noi c'è una regola e una serietà di condotte verso gli elettori».

     

    Cosa farà ora la segretaria del Pd? I dubbi sono essenzialmente due. Da una parte c'è il rischio di prendere (molte) meno preferenze di Meloni, indebolendosi come leader, dentro al partito e anche nel campo progressista, nel perenne confronto con Conte, che si accomoderà in poltrona a godersi lo spettacolo. Dall'altra c'è il nodo legato al sistema elettorale per Strasburgo.

     

    elly schlein paolo gentiloni elly schlein paolo gentiloni

    Circoscrizione per circoscrizione, saranno eletti i candidati con il maggior numero di voti di preferenza. Se ne possono esprimere fino a tre, ma quasi nessuno lo fa. Mentre i primi due nomi prescelti devono rispettare l'alternanza di genere. Il ragionamento preoccupato è che, se Schlein dovesse essere la capolista in tutte e cinque le circoscrizioni, potrebbe finire con incassare quasi ovunque la preferenza, togliendola così ad altre donne. Il risultato, controproducente politicamente, sarebbe quello di regalare un seggio agli uomini più votati e togliere posti alle candidate, senza un bilanciamento di genere. Uno scenario paradossale: la prima segretaria donna non può permettersi una delegazione europea meno femminile di quella di oggi, dove le donne sono 8 su 17.

     

    elly schlein e il loggionista della scala Marco Vizzardelli - vignetta by osho elly schlein e il loggionista della scala Marco Vizzardelli - vignetta by osho

    La composizione delle liste è, da sempre, un tema spinoso. L'incertezza alimenta la tensione interna al partito. (...) I nomi che girano sono quelli di Chiara Valerio, Cecilia Strada, ma anche la vicepresidente uscente del Parlamento, Pina Picierno (in quota Bonaccini). Possibile riconferma anche per Irene Tinagli e Patrizia Toia, che nel 2019 avevano ottenuto una buona performance. Anche in questo caso, però, c'è una controindicazione: tra le fedelissime e i fedelissimi di Schlein non c'è quasi nessuno con la popolarità necessaria per fare il pieno di preferenze. Il rischio, quindi, è che la gran parte dei voti vada a nomi della minoranza, soprattutto i sindaci a fine mandato pronti a partire per Bruxelles: Dario Nardella, Antonio Decaro, Matteo Ricci, Giorgio Gori.

     

    Il toto-nomi è lontano, ma qualche idea si fa strada. Resta la suggestione Roberto Saviano, attaccato ancora l'altro ieri da Meloni e subito difeso da Schlein. Si parla anche di Rosy Bindi (...)

    elly schlein elly schlein conte landini schlein conte landini schlein

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