Adelaide Pierucci per “il Messaggero”
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Donne che odiano gli uomini. Una quarantenne romana invaghita di un suo lontano ex a cui non perdonerà mai, sono parole sue, l'arroganza di averla lasciata («O con me o niente») per la sua caparbietà nelle molestie, in poche settimane negli ambienti giudiziari, si è guadagnata la nomea di regina degli stalker. Da anni, con costanza, perseguita il malcapitato riservandogli punte di 400 telefonate in una notte e 1700 sms in tre giorni, ritrovandosi destinataria di una serie di provvedimenti giudiziari, che puntualmente ignora promettendo che non sarà la legge a fermarla.
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Davanti a lui che vorrebbe dimenticarla, la stalker rivendica, come capita più spesso ai maschi del genere, il possesso. «Ti costringerò a tornare con me. Sarai tu a chiedermelo», l' avvertimento più ricorrente. Pena, una vita impossibile per l'amato e relativa cerchia di amici colleghi e nuove fiamme, tutti tartassati da insulti e minacce via sms e chat, ma anche per la stessa stalker instancabile, tanto che, in poco più di un mese si è vista recapitare un rinvio a giudizio e tre misure cautelari, di cui due che, da ladra della serenità altrui, l' hanno portata dritta in carcere per stalking assieme alle delinquenti comuni.
«L' indagata ha mostrato ininterrottamente agitazione e ha ripetutamente violato le prescrezioni», ha premesso il gip Laura Alessandrelli nell' atto in cui ha firmato l' ultimo ordine di arresto eseguito qualche giorno fa.
STALKING A ROMA
Tranne la reclusione in cella le altre vie giudiziarie si sono rivelate inadeguate. La donna, che nel 2012 aveva avuto una breve relazione con la vittima, a maggio di quest' anno, riceve un decreto di citazione a giudizio con l' accusa di stalking per le persecuzioni più datate. Ricatti, molestie, pedinamenti, torture telefoniche e web nei riguardi dell' ex che l' avevano già resa destinataria di un ammonimento del questore e che viste le ripetute violazioni, l' hanno portata nello stesso mese al divieto di avvicinarsi alla vittima. Un ordine da subito ignorato.
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L'indagata, infatti, specie di notte, continua ad alternare raffiche di insulti alternati a perle d' amore, tanto che si ritroverà destinataria del primo mandato d' arresto, sollecitato dal pm Silvia Santucci. Per i difensori il carcere, però, è troppo duro per una single che non riesce a frenare sentimenti e comportamenti magari per debolezze psicologiche, allora scattano i domiciliari in una struttura protetta. Ma lì la molestatrice si trasforma in una furia, rivuole il telefonino e, senza smentirsi, ricomincia all' istante l' assillo, che la porterà a stretto giro di nuovo in galera.