Andrea Bucci per “La Stampa- Edizione Torino”
TORINO PROSTITUZIONE E DROGA IN UN APPARTAMENTO
«Prima della presa in carico dell'Asl di Torino, per consumare il crack mi prostituivo». Così, il racconto di Anna (nome di fantasia) ha fatto scoprire un giro di prostituzione in un appartamento in via Urbino 33 a Torino. Era l'aprile di un anno fa quando la ragazza, stufa di quella vita, si è presentata nella caserma di Settimo Torinese a denunciare tutto, e da quel racconto è scattata l'indagine che ha portato i militari, coordinati dalla pm di Torino Chiara Maina, ad eseguire un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Torino nei confronti di quattro persone: il proprietario dell'alloggio, un transessuale italiano di 51 anni, il complice e due stranieri.
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Il transessuale (in carcere) e il complice, un italiano di 49 anni (ai domiciliari) sono accusati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione e spaccio; i due stranieri, un senegalese e un marocchino, che rifornivano lo stupefacente, devono rispondere di spaccio. Secondo gli investigatori sarebbero almeno una decina le ragazze finite in questo meccanismo che sfruttava la loro dipendenza dagli stupefacenti.
TORINO PROSTITUZIONE E DROGA IN UN APPARTAMENTO
In quell'alloggio, in disordine e dove non ci si poteva nemmeno lavare dopo ogni prestazione, avvenivano gli incontri organizzati dal transessuale. «Per attendere gli incontri io e altre ragazze stavano anche alcuni giorni in quell'appartamento. I clienti pagavano dalle 30 alle 50 euro a seconda della prestazione e quei soldi li prendeva lui e acquistava dosi di crack che poi fumavamo insieme. Ho saputo che c'era anche un'altra ragazza di nazionalità marocchina che per prostituirsi utilizzava il mio nome».
Nel racconto di Anna c'è tutto il dramma di queste ragazze tossicodipendenti disposte a vendere il proprio corpo per una dose di crack. Quando invece erano in crisi d'astinenza – racconta sempre Anna - ecco si abbassava il prezzo della prestazione sessuale, oppure lei con altre ragazze venivano accompagnate in strada dove si cercava qualche cliente per pochi euro.
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Dentro quell'appartamento avveniva di tutto: anche prostituzione omosessuale come è stato confermato dalle indagini grazie a intercettazioni telefoniche e ambientali. E non aveva fermato il giro nemmeno il Covid. E poi c'erano festivi a base di sesso e droga. Clienti che contattavano il transessuale per chiedere quando «organizzasse una serata». E al cliente il 51 enne rispondeva: «Due ragazze ci sono già, che fanno quello che facciamo noi». A denunciare il via via di clienti a tutte le ore del giorno e della notte c'è stato anche un esposto presentato dai condomini dello stabile.
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