L'ASSEDIO DI MIAMI – 15 ANNI. SONO 15 ANNI CHE L'ULTIMO FINE SETTIMANA DI MAGGIO MARCA I GIORNI PIÙ DETESTATI DELL’ANNO PER GLI ABITANTI DI MIAMI BEACH. IL "MEMORIAL DAY WEEKEND" VEDE LA COMUNITÀ NERA D’AMERICA TRASFERIRSI IN MASSA FLORIDA E SCATERNARSI IN VIOLENZE SONORE E BARBARIE VISIVE

memorial day weekend a miami

Flavio Nisti per Dagospia

15 anni. Sono 15 anni che l'ultimo fine settimana di maggio marca i giorni più detestati dell’anno per gli abitanti di Miami Beach.

Chi può lascia la città, chi non può subisce mestamente quattro giorni di violenze sonore e barbarie visive.

Il Memorial Day Weekend per qualche strana ragione che ancora non sono riuscito a scoprire e il più importante per la comunità nera d’America che si trasferisce in massa, e quando dico in massa intendo decine di migliaia di persone, in una citta prescelta.

Cominciarono ad Atlanta. Cacciati via, si trasferirono nella molto bianca Fort Lauderdale dove durarono pochissimo.

Ma Miami Beach è la grande meretrice dell’apocalisse di San Giovanni, quindi basta che paghino e non dice mai no.

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E apocalisse per gli abitanti lo è di sicuro.

Posti di blocco, accesso vietato per intere strade, difficolta a raggiungere le proprie abitazioni, file chilometriche per i più elementari servizi, migliaia di poliziotti schierati , sparatorie con morti e feriti che manco nel Far West. E poi urla belluine e musica hip hop lanciata a volume inaudito da coattissime macchine cromate, gente che caga, piscia e scopa ovunque ....e sto parlando solo da quello che si vede dal balcone di casa mia.

A costo di rischiare il linciaggio, ogni anno scatto foto e fisso attonito non solo la mia città assediata da una cultura che non conosce e non capisce (ma di cui ama il verde dollaro) ma guardo ancora stupefatto donne con culi giganteschi in tanga palpate da uomini di bellezza scultorea, bivacchi a suon di birra calda e fast food consumati sotto i palazzi art deco, mentre gli hotel e i ristoranti di lusso giacciono silenti, gusci svuotati da una sdegnata clientela che non desidera mischiarsi con questa bolgia.

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Ma vedo anche per usare un vocabolario che fa molto "Radici" donne bianche affette dal mal d'Africa rese golosissime dalle migliaia di banane al cioccolato a disposizione attaccate a corpi marmorei e ahimè anche uomini bianchi che si atteggiano con risultati patetici a gangster neri, quelli che in gergo vengono chiamati "Wigger" (crasi tra le parole white e nigger).

Però in mezzo alla confusione, il disagio, lo scontro di culture capisco il senso di comunione che unisce questa gente, la liberazione che nasce da questa musica e da secoli di oppressione.

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Conquistare senza violenza la roccaforte dei bianchi (non dimentichiamo che fino al 1965 i neri non erano ammessi a Miami Beach) ha il sapore inebriante della vittoria.

Ma non immaginano lo sguardo sdegnato, il risentimento che provocano.

E soprattutto ignorarano che martedì, quando tutti saranno andati via, non saranno che un brutto ricordo.

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Come una sbornia provocata da alcolici a basso costo.