DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell'articolo di Giorgia Zanierato per www.corriere.it
[…] Alessio Wang, portiere 31enne dell’albergo di famiglia «Autostrada» di Via Trieste, a Marghera, alle 5.30 del mattino stava per concludere il suo solito turno notturno quando, vedendo tre ragazzi che urinavano di fronte all’ingresso si è avvicinato a loro intimandogli di andarsene. I tre non hanno digerito la richiesta del portiere che hanno cominciato a colpire ripetutamente al volto con pugni e calci, scaraventandolo a terra e continuando a massacrarlo.
«L’hanno colpito talmente forte al viso da avergli fratturato le ossa attorno all’occhio e provocato un trauma cranico – racconta la sorella Lisa – quando ho visto mio fratello questa mattina era ancora dentro l’ambulanza con il corpo ricoperto di lividi, talmente sotto shock da non riuscire a parlare, reggersi in piedi né aprire gli occhi. Mi rispondeva solamente facendo sì e no con la testa».
Jin Huifer, madre di Alessio e proprietaria dell’hotel da quasi 20 anni, nel tentativo di sottrarre il figlio ai colpi dei malviventi è stata a sua volta strattonata, colpita e le è stato rotto un braccio, finché l’arrivo di altri clienti dell’albergo non li ha spinti a salire in macchina e fuggire. […]
«Non solo mia madre è stata percossa – dice Lisa – alcuni clienti che in quel momento stavano scendendo per la colazione hanno visto la scena e sono accorsi in soccorso di Alessio. Uno di loro è stato scaraventato a terra e non hanno potuto far nulla per aiutare mio fratello, ma almeno i ragazzi vedendo che arrivavano sempre più persone sono fuggiti».
LA DENUNICA E I TIMORI
[…] La famiglia del ragazzo ha già sporto denuncia: secondo una prima ricostruzione delle forze dell’ordine potrebbe trattarsi di tre ragazzi di età compresa tra i 20 e i 30 anni. […] Alessio non conosceva i ragazzi che l’hanno aggredito, non li aveva mai visti passare per quella via: «Di certo non avevano motivi per attaccarlo in modo così brutale – conclude Lisa – un’ipotesi mia è che fossero davvero troppo ubriachi o sotto l’effetto di sostanze, […] sono certa non si tratti di un episodio di violenza di matrice razzista, semplicemente mio fratello si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato, […]. Quel che è successo a lui poteva capitare a chiunque[…]».
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