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A CHE PUNTO SIAMO CON LA TRATTATIVA TRA SIAE E META? NELL’AUDIZIONE ALLA COMMISSIONE CULTURA DELLA CAMERA I VERTICI TRICOLORI DI META HANNO FATTO NOTARE CHE LA SOCIETÀ AUTORI ED EDITORI HA CHIESTO 4 VOLTE L’IMPORTO PRECEDENTE. CIRCOSTANZA SMENTITA DA SIAE CHE PER BOCCA DEL SUO PRESIDENTE SALVO NASTASI HA EVOCATO IL DITTATORE NORDCOREANO CICCIO KIM PER CENSURARE IL COMPORTAMENTO DI META – LA TRATTATIVA RESTA APERTA – L’APPELLO ALLE ISTITUZIONI ITALIANE DI SIAE

Estratto dell’articolo di Francesco Prisco per ilsole24ore.com

 

 

mark zuckerberg

Lasciate ogni speranza di condividere su stories e reels musiche amministrate da Siae, o voi social patici. Almeno per ora. Non arrivano buone nuove dall’audizione alla commissione Cultura della Camera del presidente della Società autori ed editori Salvo Nastasi e dei vertici tricolori di Meta sulla nota vicenda che, da una decina di giorni, tiene col fiato sospeso innumerevoli Millennials e qualche boomer della specie «non è mai troppo tardi». Le parti hanno ribadito le proprie posizioni agli onorevoli preposti, in attesa del prossimo incontro al ministero della Cultura previsto per il 6 aprile.

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E sono addirittura volati gli stracci con Nastasi che, da un lato, ha evocato Kim Jong-un raccontando come, a trattativa in corso, Meta abbia fatto sapere che dalle 18 avrebbe tolto tutti i repertori di Siae dai propri social, così, schiacciando un bottone, «come fa il dittatore coreano». Dall’altro Angelo Mazzetti, responsabile degli Affari Istituzionali di Meta, ha sottolineato che Siae aveva chiesto quattro volte in più rispetto all’importo del precedente accordo. Circostanza successivamente smentita dalla collecting italiana. Con questi presupposti, non sarà semplicissimo arrivare a un compromesso.

 

Zuckerberg come Kim

Il presidente di Siae ribadisce l’apertura alla trattativa ma precisa: «Dopo la scadenza della licenza, abbiamo chiesto alcuni dati a Meta, non ce li hanno mai voluti fornire. Dati che servono per determinare il giusto compenso per i nostri autori, perché noi rappresentiamo 100mila autori ed editori italiani. All’improvviso, a trattativa in corso, loro hanno detto “Se oggi alle 18 non avrete accettato le nostre condizioni, tutti i contenuti italiani saranno rimossi”. Così, come il dittatore nordcoreano, premendo un bottone. Non potevamo accettare la loro proposta senza avere mai avuto da loro un solo dato di quelli che chiedevamo. Ho il sospetto che dietro tutto questo ci siano anche problemi economici che non hanno nulla a che fare con l’Italia».

MOGOL BORDELLO - BY EMILIANO CARLI

 

Siae caso pilota per l’Europa

Nastasi ha rimarcato che quello italiano è un po’ un «caso pilota» per quanto riguarda l’applicazione della Direttiva Copyright. «La battaglia che stiamo cercando di intraprendere da soli non è quindi solo economica, ma culturale perché cerchiamo di tutelare l’industria creativa italiana. Siamo la sesta collecting del mondo, ma rispetto a un colosso come Meta ovviamente siamo molto piccoli. Il problema è anche più vasto, perché i ragazzi non si preoccupano di non trovare più i brani italiani e automaticamente scelgono per i loro contenuti brani di altri Paesi. E questo è un danno grandissimo», ha aggiunto. Da qui una richiesta di sostegno alle istituzioni: «Non ci lasciate soli».

 

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