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TI INSEGNO A FAR L’AMORE - UN 40ENNE DI RAVENNA FINISCE NEI GUAI PER AVER FATTO SESSO CON LA FIDANZATA 14ENNE DEL FIGLIO - LE MOSTRAVA VIDEO PORNOGRAFICI E APPROFITTAVA PER TOCCARLA E FARSI TOCCARE - IN UN CASO AVREBBE CONSEGNATO AI DUE FIDANZATINI UN PROFILATTICO E GEL LUBRIFICANTE, ALTRE VOLTE SI SAREBBE “INTROMESSO” PER…

L.P. per http://www.ilrestodelcarlino.it

 

 

È accusato di violenza sessuale su una minore: la fidanzatina del figlio. Al quale, in buona sostanza, voleva insegnare come si faceva. E per istruirlo sarebbe arrivato lui stesso ad avere rapporti troppo ravvicinati con la giovane, all’epoca dei fatti 14enne, alla quale avrebbe inoltre mostrato video pornografici. Il Pm Angela Scorza gli contesta di avere approfittato della sua fragilità psicologica per toccarla e farsi toccare. Il figlio è invece finito nei guai per falsa testimonianza – con competenza della procura minorile – in quanto avrebbe negato tutto.

 

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Ieri mattina, davanti al tribunale collegiale – presidente Beatrice Bernabei, Federica Lipovscek e Beatrice Marini giudici a latere – è iniziato il processo a carico di un ultraquarantenne, difeso dagli avvocati Claudio Cicognani e Alessandro Mancuso. Inizialmente finito in carcere, ora ha il divieto di avvicinarla.

 

 

La famiglia della giovane è parte civile con gli avvocati Roberto Pezzi e Leone Spadoni. Processo a porte chiuse, in ragione della minore età della vittima. Il primo testimone ascoltato è stato il padre della ragazza, che ha ricostruito la vicenda, fatti avvenuti a Ravenna e finiti sul tavolo della Procura a fine estate 2015, quando il rapporto tra i due adolescenti si era ormai concluso.

 

Le prime confidenze la giovane le aveva fatte alla madre, da qui erano entrati in scena i servizi sociali. Lei era già stata sentita in incidente probatorio, quindi in un contesto protetto, e non comparirà davanti ai giudici. Il consulente tecnico del Pm ha confermato l’impianto accusatorio, valutando come credibile il racconto.

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È stata inoltre ascoltata la consulente che ha svolto accertamenti sulla presenza di un neo nelle parti intime dell’imputato, che era stato indicato dalla vittima. Dalla consulenza informatica è invece emerso che, effettivamente, nel computer dell’uomo c’era materiale pornografico. Alla prossima udienza, a gennaio, sarà sentita la madre della ragazzina, poi sarà la volta dei testimoni della difesa.

 

Secondo quanto ricostruito dalla Squadra mobile i due, entrambi 14enni all’epoca dei fatti, si erano conosciuti a una festa e avevano iniziato a vedersi col consenso della due famiglie. Anche i genitori avevano deciso di conoscersi, al punto che le frequentazioni erano diventate reciproche.

 

Ragionando di educazione sessuale, il padre del ragazzino si sarebbe però spinto troppo in là. In un caso avrebbe consegnato ai due fidanzatini un profilattico e del gel lubrificante, in talune circostanze si sarebbe pure intromesso, per mostrare al figlio come si doveva fare. E, altre volte, proponeva la visione di film a luci rosse. «E’ come se tornassi ragazzino anche io quando li vedo», aveva detto all’altro genitore in replica alle sue lamentele.