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DAGOREPORT - DA IERI SERA, CON LA VITTORIA IN GERMANIA DELL’ANTI-TRUMPIANO MERZ E IL CONTENIMENTO…
“A SULMONA NON LO VOGLIAMO” – PROTESTE IN CONSIGLIO COMUNALE PER LA PRESENZA DI LEONARDO CIACCIO, BRACCIO DESTRO DI MATTEO MESSINA DENARO, IMPIEGATO COME BIBLIOTECARIO NEL POLO MUSEALE DIOCESANO DELLA CITTÀ: L'ERGASTOLANO, DOPO 20 ANNI DI DETENZIONE, HA OTTENUTO LA SEMILIBERTÀ PER BUONA CONDOTTA E ORA SVOLGE SERVIZIO DI VOLONTARIATO NELLA BIBLIOTECA – CIRCOSTANZA CHE HA MESSO IN ALLARME IL SINDACO, PREOCCUPATO DAI POSSIBILI CONTATTI CHE L’UOMO POTREBBE MANTENERE FUORI DAL CARCERE…
(ANSA) - Il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, chiama le forze dell'ordine per la presenza di Leonardo Ciaccio, braccio destro del boss, Matteo Messina Denaro, impiegato come bibliotecario nel polo museale diocesano di Sulmona. L'ergastolano, dopo 20 anni di detenzione, ha ottenuto la semilibertà per buona condotta dal Tribunale di sorveglianza dell'Aquila, provvedimento impugnato dalla procura generale della Corte di Cassazione.
Dal martedì al venerdì, dalle 9 alle 13, Ciaccio esce dal carcere di massima sicurezza di Sulmona, dove è recluso, per prestare il servizio da volontario nella biblioteca del museo di piazza Garibaldi. Il rischio che possa creare contatti rimane alto per il sindaco Di Piero che ha chiamato in causa Prefettura, forze dell'ordine e direzione del carcere peligno per gestire la situazione. "C'è un pronunciamento del tribunale di sorveglianza.
La notizia genera preoccupazione nella comunità, tanto che ho chiesto alle forze di polizia di adottare tutte le misure di presidio e sicurezza"- ha detto il primo cittadino sulmonese nel corso della seduta del consiglio comunale di questa mattina. In aula è intervenuta anche la consigliera comunale, Teresa Nannarone, che ha sollevato il tema con un ordine del giorno.
Per l'ex assessore della provincia dell'Aquila "il primo business della criminalità organizzata è lo spaccio di droga, e questo è un tessuto sociale fragile. Ciaccio qui non lo vogliamo. Non è che non vogliamo la persona, ma il rischio che la sua presenza può comportare nella comunità".
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