FLASH! - RUMORS ALLA FIAMMA (GIALLA): IL COMANDANTE GENERALE DELLA GUARDIA DI FINANZA, ANDREA DE…
Piero Colaprico per “la Repubblica”
Se non ci fosse un ragazzo in galera, e se non ci fossero le accuse gravissime che sono connesse a una strage come quella organizzata al museo del Bardo dai terroristi, verrebbe da chiedere: “Non è qualcuno dall’altra del Mediterraneo ha sbagliato indagine?”. Riportiamo alcuni fatti accertati.
Sono quasi le 18 di ieri quando quattro donne, dai 28 ai 56 anni, escono dalla scuola di alfabetizzazione per stranieri di Trezzano sul Naviglio. Tutte marocchine. Eman, 47 anni, copricapo verde, definisce Abdelmajid Touil, il giovane arrestato mercoledì, un suo «compagno di banco, siamo tutti sulla stessa fila ». Chiede «scusa, parlo poco italiano», ma precisa: «Lui è un bravo ragazzo, stava sempre a scuola, sono sicura, anche a marzo, è calmo, mai dato problemi alla classe».
Anche Fatma Mourttafea, 56 anni, che impara l’italiano «per l’ospedale» (vuol farsi capire dai medici) ricorda bene Touil: «Veniva a lezione qualche volta con sua mamma, spesso, ho sentito di quello che lo accusano, ma non aveva documenti, come può essere andato in Tunisia da Milano ed essere qua a scuola con noi il giorno dopo?». Per Fatia, 28 anni, Touil «non aveva nemmeno un euro per le sigarette, qualche volta, in questi ultimi tempi, non è venuto per il mal di testa». Queste testimoni confermano quello che il registro di classe ha certificato: il 6 marzo Touil fa il colloquio per essere ammesso a scuola, accompagnato da mamma Fatima. Il 9 lezione. Il 16 lezione. Il 19 lezione. La strage a Tunisini avvenne il 18 marzo.
«Come avrebbe fatto a stare a Tunisi? E’ un fantasma che può volare, un demonio?», domanda proprio mamma Fatima. Siamo ora nella stretta stanza dove dormiva Touil. Suo fratello Abdellazzak mostra il quaderno di scuola. Pieno di compiti corretti con la «v» (il visto) in rosso. Scrittura incerta. Sul 19 c’è scritto l’esercizio sul plurale/singolare.
Abdellazzak ha un’idea: «Adesso salgo sull’autobus blu, che va da Abbiategrasso a piazzale Romolo a Milano, hanno le telecamere, magari hanno ripreso mio fratello. Vedi là, c’è il supermercato, anche là hanno le telecamere. Là c’è un ristorante, gli hanno dato 90 euro per lavare i piatti di notte. Là c’è un’officina, ho chiesto se lo prendevano come saldatore. Mio fratello stava in Marocco con mio padre, che è malato, e poi, quando ha risparmiato abbastanza, è venuto in Italia con il barcone, passando dalla Libia, come fanno tutti, e ha portato con sé un amico, che ha fatto la doccia a casa mia, e poi è andato a Prato».
Dettaglio da sapere. Touil non possiede nessun telefonino con collegamento Internet, ma un vecchio telefonino per nulla “smart”. Non ha Facebook. Non usa il computer.
Sembra poi non esserci alcun giallo nella foto che un giornale tunisino ha pubblicato mostrando il “vero” Touil, nel senso che forse è solo questione di didascalie sbagliate. Staremo a vedere. Ma fonti investigative qualificate assicurano a Repubblica che in Italia è stata mandata la foto del Touil arrestato a Gaggiano. Quindi, come non eseguire l’arresto?
Ma c’è tra i detective un dubbio che ghiaccia le vene: siccome gli italiani hanno scoperto che c’è un Touil «ricercato internazionale» a Gaggiano, ed è stata cercata la sua foto, foto che è stata fatta arrivare in Tunisia, non è che dalla Tunisia questa foto è tornata in Italia come se fosse frutto d’indagine? Se fosse un equivoco?
JABEUR KHACHNAOUI - YASSINE LAABDI - I DUE ATTENTATORI DELLA STRAGE DI TUNISI
Stando a fonti tunisine, Touil aveva accompagnato di persona due terroristi nei giorni della strage, poi ammazzati dai reparti speciali. Per la polizia africanaTouil era l’armiere del terroristi. Però, sinora in Italia è arrivato «zero materiale probatorio» ufficiale. Ossia, nel capo d’imputazione non esiste alcuna condotta attribuita a Touil. Ci sono foto? Ci sono testimonianze? Ci sono intercettazioni che lo compromettono? In Italia non lo sappiamo, ma lungo il Naviglio, tra Milano e Pavia, la voce è unica: «Non s’è mai mosso di qui», dicevano l’altro ieri e confermano ieri. Inoltre, sappiamo per certo che Touil arriva in Italia il 17 febbraio scorso, dopo aver affrontato su un barcone di 15 metri un viaggio con 638 compagni di viaggio. Come poteva aiutare i terroristi a Tunisi?
attacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 9ec05c
Oggi alle 11.30 Touil esce dal «braccio protetti» di San Vittore per incontrare il giudice Antonio Nova, delegato della quinta sezione penale della Corte d’Appello di Milano. Udienza tecnica, in cui si legge il capo d’imputazione e si chiede a Touil se accetta l’estradizione. Touil dirà no. E a tutti dice: «Sono innocente ». La mamma ricorda che il giorno della strage suo figlio era a casa: «Erano le tre di pomeriggio, dormiva, stava male, gli ho dato un bicchier d’acqua, a casa della signora dove vado avevo visto alla tv l’attentato in Tunisia e gliel’ho detto io». Una famiglia di attori? Non sembra.
attacco al museo del bardo a tunisi, strage di turisti 23512f9
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