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Paolo Viarengo per www.lastampa.it
piero fassino antonella parigi
“Forse al Comune di Asti, lo stesso Comune che nel 2022 aveva negato il patrocinio al Pride, non piace la parola vagina?” Lo chiede Antonella Parigi, già assessore alla Cultura della Regione e attuale presidente di Torino Città per le donne.
La domanda nasce dal rifiuto dell'amministrazione comunale a concedere l'utilizzo del Teatro Alfieri per la rappresentazione dello spettacolo teatrale: «I dialoghi della vagina». Vincitore di numerosi premi, è scritto e diretto da Virginia Risso, giovane artista torinese pluripremiata e poliedrica nel panorama teatrale italiano.
[...] Intanto l’assessore Paride Candelaresi replica: “I miei uffici hanno risposto, dopo approfondita riflessione insieme a me, alle incessanti richieste di Antonella Parigi. Le è stato risposto che lo spettacolo non trovava spazio nel cartellone generale del teatro, ma nulla le vieta di affittare il Teatro Alfieri, pagarlo, e portare in città questa rappresentazione.
Anzi, l’assessorato e il Comune, dopo attente valutazioni, penso avranno il piacere di rilasciare il patrocinio e, personalmente, annuncio già, che avrò piacere di presenziare convintamente allo spettacolo che, tra l’altro, nella mia vita ho già visto due volte: una in inglese e una in italiano. Qui, noi, ragioniamo con la testa sulle spalle e i piedi saldi a terra: non ci facciamo di certo turbare dal titolo dell’opera, figuriamoci! Forse l’associazione che ha emanato il comunicato stampa ha sbagliato bersaglio, dato che mi reputo una delle persone meno conformiste in assoluto e la mia storia e le mie scelte spero lo dimostrino. [...]
Quindi no, la parola vagina non è sconveniente, tutt’altro, ma lo è l’arroganza d’imporsi a tutti i costi, unita alla pretesa che a una proposta si debba dire sì. In quel caso, si tratterebbe non di una proposta ma, appunto, di un’imposizione e, senza offesa, io non mi faccio passare i fogli sopra la testa da nessuno. Ribadisco: quella fatta non è una proposta ma un’imposizione. Detto ciò, questo teatro e questa città sono aperti ad abbracciare ogni idea, espressione, colore e forma di espressione”.
[...] Antonella Parigi conclude: «Per questo spettacolo, che ha girato in lungo e in largo per l’Italia andando in scena anche in Comuni del Sud, come Foggia, commissariati per mafia, non abbiamo chiesto finanziamenti o sovvenzioni, ma solo uno spazio dove metterlo in scena. Avremmo pagato l’affitto ma il teatro ha risposto di no. Se la parola vagina fa questo effetto, viene considerata sconveniente, non ci si deve stupire della violenza contro le donne e della scarsa considerazione che questo Paese dimostra nei confronti dell’universo femminile» conclude la presidente di Torino Città per le donne.
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