DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
1 - NEL PNRR SACRIFICATI AMBIENTE E COMUNI PIÙ SOLDI A IMPRESE FERROVIE E AGRICOLTORI
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
raffaele fitto presenta le modifiche al pnrr 4
Vincono le imprese, perdono i Comuni. È il baricentro che traballa del nuovo Pnrr. A Palazzo Chigi proseguono i festeggiamenti per il via libera di Bruxelles alla revisione del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma nelle retrovie è già tempo di veleni e gelosie. C’è chi è soddisfatto per il gran rimescolamento finale e chi, al contrario, è scontento perché nell’ultimo atto ha perso soldi e quindi peso. […]
E così l’aumento, da 4 a 6,3 miliardi, della dote di Transizione 5.0 per i crediti d’imposta alle imprese green e digitali, non è solo un incasso per Confindustria. Che, dopo le critiche alla manovra «solo il 9,4% delle risorse alle imprese», la denuncia del presidente Carlo Bonomi - ottiene un risarcimento considerevole: 12,4 miliardi per l’industria e le pmi.
Nel pacchetto, tra le altre voci, ci sono anche 2,5 miliardi per le filiere strategiche. Ad esultare, oltre agli industriali, è il loro diretto referente: il titolare del dicastero delle Imprese Adolfo Urso. È stato suo il pressing su Raffaele Fitto, il vincente per definizione alla luce del disco verde dell’Ue alla rimodulazione del Piano, per incrementare il finanziamento di Transizione 5.0 all’interno di RepowerEU, il nuovo capitolo per la sicurezza energetica. […]
E all’angolo è finito Gilberto Pichetto Fratin. Il ministro dell’Ambiente ha portato a casa anche impegni di spesa più consistenti su alcuni capitoli, ma ha dovuto lasciare andare i 300 milioni per la produzione di biocarburanti, oltre a prendere atto del grande taglio (1 miliardo) per la riconversione dell’ex Ilva di Taranto, già acquisito a fine luglio.
Su tutte, la rinuncia a 4 miliardi per l’ecobonus e a 2,3 per l’efficientamento energetico destinati all’edilizia residenziale e popolare. Tagli che hanno aperto una ferita nel mondo delle imprese: dopo la scure del governo sul Superbonus, i costruttori speravano nei nuovi incentivi per rilanciare i cantieri. E invece sono rimasti a bocca asciutta.
Il passo in avanti delle imprese è controbilanciato dalla retrocessione degli enti locali. Ai sindaci sono stati sottratti 10 miliardi; altri tre, per le periferie e i Piani urbani integrati, sono stati invece ripristinati dopo la decurtazione di inizio agosto. I dieci miliardi sono finiti dentro RepowerEU, quindi in mano alle imprese e alle partecipate di Stato che gestiscono i progetti per le infrastrutture energetiche. Sono i Comuni i grandi sconfitti. E allo stesso tempo i protagonisti del secondo tempo del nuovo Pnrr dato che Fitto ha promesso di finanziare i progetti cancellati dal Piano con altre risorse. […]
gilberto pichetto fratin foto di bacco (2)
Se Fitto deve misurarsi con le proteste dei primi cittadini, il collega Francesco Lollobrigida è decisamente più sereno: i fondi gestiti dall’Agricoltura sono passati da 3,6 a 6,5 miliardi, grazie soprattutto agli oltre 2 per i contratti di filiera.
E le battute finali della revisione hanno premiato anche Matteo Salvini: 1 miliardo per la rete idrica, altrettante risorse per il trasporto regionale e fondi per il potenziamento di alcune linee ferroviarie al Nord.
Alla ricerca di risorse è invece il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, dopo il taglio di 100 mila nuovi posti negli asili nido. Non è il solo. Il titolare della Salute Orazio Schillaci deve aggrapparsi ai residui del Fondo nazionale per l’edilizia sanitaria per salvare le Case e gli ospedali di comunità.
2 - SPENDERE CHE FATICA 4 MILIARDI DI FONDI UE A RISCHIO RESTITUZIONE
Estratto dell’articolo di Valentina Conte per “la Repubblica”
GIANCARLO GIORGETTI RAFFAELE FITTO
Il governo esulta per il Pnrr rivisto e approvato dall’Ue. Ora però viene il bello, dalla teoria si passa alla pratica. E quando si tratta di spendere i fondi europei l’Italia non brilla. Perché lo fa male e tardi, polverizza le risorse e arriva lunga sulle scadenze. È quello che potrebbe capitare con i vecchi fondi strutturali Ue del settennio 2014-2020. Per la prima volta, l’Italia rischia di dover restituire oltre 4 miliardi. Era già successo di perdere qualche centinaio di milioni. Mai miliardi.
La ricognizione effettuata dalla Uil, Servizio Lavoro, Coesione e Territorio sugli ultimi dati della Ragioneria generale dello Stato, mette in fila i numeri. Al 31 agosto scorso l’Italia aveva rendicontato alla Commissione Ue spese per 42,4 miliardi, il 65% del totale delle risorse assegnate al nostro Paese per il periodo 2014-2020 pari a 64,9 miliardi. Per non andare in “disimpegno automatico” l’Italia dovrebbe certificare, entro il 31 dicembre, pagamenti per altri 22,5 miliardi, quasi il 35% del totale. Manca un mese.
[…] interroga sulla capacità dell’Italia di usare bene i fondi Ue, proprio quando il ministro per la Coesione, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto punta anche sui nuovi fondi Ue 2021-2027 per dare sponda e fiato ai progetti che sono stati esclusi dal Pnrr. Senza però aver ancora chiuso la vecchia partita del 2014-2020.
I ritardi hanno molti padri.
Ma è chiaro che l’arrivo del Pnrr sui territori e nei ministeri ha creato una sovrapposizione di fondi e progetti mai vista prima. Un effetto imbuto. Tra l’altro neanche il Pnrr fila via spedito. Secondo Biagio Mazzotta, Ragioniere generale dello Stato, sin qui l’Italia ha speso 42 miliardi (su 85,4 miliardi incassati tra anticipo e tre rate successive), ma solo includendo Superbonus e altri bonus edilizi. Senza questi crediti di imposta siamo a 16 miliardi, il 9,5% dei fondi per gli investimenti, pari a 168,3 miliardi.
FRANCESCO LOLLOBRIGIDA GIORGIA MELONI AL VINITALY
Se per il Pnrr c’è ancora tempo, per gli altri denari no. Ma quali sono i fondi che rischiamo di perdere? Si tratta del Fondo sociale europeo e del Fondo europeo di sviluppo regionale. Scopo dell’Fse è migliorare l’occupazione, la formazione e l’istruzione, i servizi di inclusione sociale e la lotta alla povertà. Il Fesr finanzia invece gli investimenti e gli aiuti alle pmi, la transizione digitale e verde, la mobilità sostenibile e le infrastrutture sociali e materiali. Entrambi possono essere spesi sia a livello regionale (Por) che a livello nazionale, tramite i ministeri (Pon).
Il Sud è in ritardo più del Nord quanto a spesa rendicontata. Ma se si guarda agli impegni le percentuali vanno oltre il 90% in molti casi e anche sopra il 100%, ovvero in “overbooking” (ma non riceveranno più risorse, hanno solo un cuscinetto di progetti extra).
[…]
orazio schillaci foto di bacco (2)
Indietro di ben 4,6 miliardi è il programma nazionale delle politiche attive per l’occupazione che fa capo al ministero del Lavoro (in gergo Pon Spao). Dentro ci sono gli incentivi per l’assunzione di under 36 e donne, la decontribuzione Sud, il fondo nuove competenze. Il nodo qui pare burocratico, perché Bruxelles richiede i codici fiscali di ogni beneficiario degli sgravi, una procedura lunga.
Non pare impossibile rendicontare tutto o quasi entro il 31 dicembre. Se così non fosse, il totale dei fondi a rischio raddoppierebbe a 8 miliardi. Molto più in bilico il programma Pon occupazione giovani che finanzia Garanzia Giovani per i Neet tra 15 e 24 anni, ragazzi che non studiano, non lavorano né si formano. Siamo al paradosso: l’Italia ha il record di Neet eppure qui balla un miliardo. La misura, nata dieci anni fa, non sta funzionando: quasi due milioni di iscritti “presi in carico” dai centri per l’impiego, poi tanti stage e poco altro. Soprattutto poco lavoro.
Pnrr Piano Nazionale di Ripresa e ResilienzaRAFFAELE FITTO ALLA CAMERA ALLA DISCUSSIONE SUL DL PNRRgilberto pichetto fratin foto di bacco (1)
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