alberto di monaco

IL PRINCIPE SCROCCONE - A OTTOBRE DEL 2014 ALBERTO DI MONACO HA ORGANIZZATO UNA “CENA DI BENEFICENZA” PER GENOVA ALLUVIONATA MA NESSUNO HA PAGATO IL CONTO DA 15 MILA EURO - DOPO VARI (E INUTILI) SOLLECITI, ORA SI MUOVE LA PROCURA…

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IL PRINCIPE ALBERTO DI MONACO IL PRINCIPE ALBERTO DI MONACO

Filippo Facci per “Libero quotidiano”

 

Anche i ricchi piangono:miseria, al punto da non pagare il conto del ristorante. Non solo: piangono anche i principi, che organizzano galà di beneficenza e poi si beccano una denuncia perché nessuno ha pagato il conto. Insomma, è una di quelle storie che piacciono tanto a noi giornalisti, anche perché si scrivono da sole: basta mettere in fila i fatti e ringraziare i ragazzi genovesi di Repubblica, che per primi l’hanno raccontata.

 

charlene e alberto di monaco charlene e alberto di monaco

Ordunque: era il 24 ottobre 2014 e cioè erano passate due settimane dall’ultima disastrosa alluvione genovese. In città ovviamente si polemizzava su tutto e l’occasione del giorno era offerta dalla laurea honoris causa in «scienze marine» ricevuta da Alberto di Monaco, il figlio di Ranieri e di Grace di Monaco: «scienze marine» mentre la città rischiava di diventare sottomarina? Chi se ne frega, osservarono molti.

 

Allora Alberto reagì. Il principe - parentesi - non è una cattiva persona: è un ricco aristocratico che di professione fa il ricco aristocratico, e che nel 2006 aprì pure una Fondazione a lui titolata e che raccolse - non si sa come - 28 milioni di euro in generica difesa del pianeta Terra. C’è gente che nella vita fa queste cose, e la sostanza è che quella sera Alberto di Monacò pensò di organizzare anche una doverosa serata genovese di beneficenza: un aiuto per chi era stato travolto dal fango. In pratica era l’apogeo dell’appuntamento mondano: come resistere?

 

ROSBERG ALBERTO DI MONACO ROSBERG ALBERTO DI MONACO

E infatti giunsero trenta sponsor per 160 invitati, tutti vip selezionati e concentrati nel salone di rappresentanza di Palazzo San Giorgio, cordialmente messo a disposizione dall’autorità portuale; quattordici tavoli con centrotavola di rose bianche e rosse (i colori del Principato) e quindi un aperitivo e poi una cena a base di specialità liguri, tra queste gambero al vapore e fiore di zucca, pansoti al sugo di noci, sella di vitello all’Orloff, fantastico. Chi c’era?

 

Un sacco di gente, appunto: intruppati anche il presidente dell’Autority Luigi Merlo, e poi il sottosegretario del Ministero della Giustizia Cosimo Ferri, e poi l’ambasciatore Robert Fillon, e l’ex presidente del Genoa Aldo Spinelli, il marchese Giacomo Cattaneo Adorno, l’editore Gianfranco De Ferrari, l’imprenditore Valenzano Menada, la gioielliera Ilaria Natoli, insomma perfetto. Il tocco popular fu garantito dalla maglietta degli «Angeli del Fango» che comparve in sala,dopo di ché partì l’applausometro per chi metteva più soldi: tadàm, il principe Domenico Pallavicino annunciò che avrebbe devoluto 10mila euro a titolo personale, ma tadàm, Alberto di Monaco assicurò che il Principato avrebbe bissato la cifra: «Sarò generoso con Genova», promise.

ALBERTO E CHARLENEALBERTO E CHARLENE

 

Poi la serata finì. Sua altezza salutò e fece per tornare a Montecarlo. Commiati. E quella volgare domanda: chi paga il conto? Mettersi a questionare parve brutto. Morale: la titolare del ristorante La Manuelina di Recco, Cristina Carbone - che aveva provveduto al catering e la cui focaccia al formaggio è forse la più celebre al mondo - alla fine non seppe a chi battere cassa. In effetti in quella serata di gala gli invitati avevano mangiato e bevuto per quindicimila euro, ma poi non aveva pagato nessuno né nessuno ne aveva neanche parlato.

ALBERTO DI MONACOALBERTO DI MONACO

 

Allora la titolare fece scrivere dal suo avvocato agli organizzatori della serata, cioè i signori della «Fondazione Principe Alberto II di Monaco» che ha sede a Milano: nessuna risposta. Allora l’avvocato, che si chiama Fausto Maggi, scrisse direttamente al Principe presso la Casa Reale Monegasca: nessuna risposta manco qui. Prova allora con il console onorario del Principato a Genova, il citato principe Domenico Pallavicino: niente. Scrisse all’ambasciata romana del Principato, scrisse a Massimiliano Monti e cioè il main sponsor del ricevimento e patron di Telenord: silenzio.

Alberto Di MonacoAlberto Di Monaco

 

Dalla gara a chi sparava la cifra più grossa a un silenzio alluvionale e digestivo: non restò che scrivere anche alla Procura della Repubblica. Fu l’unica che rispose. Il pm Francesco Pinto aprì un fascicolo per truffa e insolvenza fraudolenta. Da Montecarlo, intanto, ancora oggi, silenzio. Ma si apprende che, dopo la laurea ad honorem consegnata qualche mese al Principe, è in arrivo anche la cittadinanza onoraria di Portofino. La cerimonia sarà a metà ottobre.

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