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COME FANNO I CANI A FIUTARE L’INIZIO DI UN TUMORE IN UN ESSERE UMANO? – ALCUNE RAZZE SONO IN GRADO DI CAPIRE SE UNA PERSONA STA SVILUPPANDO UN CANCRO GRAZIE ALLA LORO CAPACITÀ DI SENTIRE L’ODORE DEI POLISACCARIDI (PER NOI INODORI) CHE, IN PRESENZA DI UN TUMORE VENGONO ALTERATI DISGREGANDOSI NEL SANGUE E NELLE URINE – I CANI RIESCONO ANCHE A FIUTARE IL DIABETE E…

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Estratto dell'articolo di Cesare Peccarisi per www.corriere.it

 

labrador

È noto da tempo che i cani, soprattutto i Labrador, Terranova, Dalmata e San Bernardo, sanno fiutare le malattie, in particolare certi tumori (come quelli mammari, prostatici o polmonari) prima che questi diano luogo a manifestazioni cliniche. Ma cosa fiutano? [….]

 

I ricercatori sono riusciti a identificare precocemente 14 diversi tipi di tumore in base alla concentrazione di glicosamminoglicani (in sigla GAG) che normalmente fanno parte della matrice extracellulare dei tendini a cui conferiscono, insieme a elastina e collagene, proprietà elastiche che ne permettono l’allungamento.

labrador 2

 

Questi polisaccaridi vengono precocemente alterati dai tumori disgregandosi nel sangue e nelle urine: ricercandoli anche nel plasma i ricercatori svedesi sono riuscito ad avere una sensibilità del test compresa fra il 41,6 e il 62,3% e una specificità del 95% per i tumori ancora al primo stadio, un’accuratezza diagnostica che è il doppio di qualsiasi altra metodica oggi disponibile.

 

Che odore hanno i glicosamminoglicani per essere percepiti dai cani? Evidentemente per noi sono inodori, ma non per i nostri amici a quattro zampe il cui olfatto dispone di 150-300 milioni di cellule a seconda della razza, mentre l’uomo ne ha solo cinque con un’area cerebrale per il riconoscimento degli odori di circa cinque cm quadrati, in confronto a quella canina di 150.

dalmata con padrona

 

La scorsa estate uno studio dei ricercatori delle Università di New York e San Francisco diretti da Philippa Johnson, pubblicato sul Journal of Neuroscience, ha scoperto una rete di cinque connessioni nervose a noi mancanti che si estende dal bulbo olfattivo canino direttamente ad altre aree del cervello: lobo occipitale, tratto spinale corticale, sistema limbico, lobo piriforme e corteccia entorinale. Ciò spiega come il cane possa integrare gli stimoli olfattivi nel suo funzionamento cognitivo, cosicché gli odori diventano per lui un libro aperto.

SAN BERNARDO 1

 

Sono ormai molte le segnalazioni che indicano come i cani siano in grado di percepire l’odore di alcune malattie: per esempio il diabete o le alterazioni della glicemia. […]

SAN BERNARDO 2