RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Dalla rubrica delle lettere del “Corriere della Sera”
Caro Aldo, c’è sempre da prendere esempio dai francesi. Ho apprezzato il campione Mbappé che ha esortato i giovani ad andare a votare contro gli estremismi. Magari anche da noi ci fossero prese di posizione così da parte di persone capaci di arrivare ai giovani.
Marco Ferrari
Vabbé che quando gioca la Nazionale il tifo unisce, ma un calciatore non ha diritto di esprimere la sua posizione politica?
Mario Cataldo
Pare che alcuni giocatori delle Nazionali partecipanti agli Europei nonostante la fama vogliano attirare l’attenzione manifestando il loro personale dissenso politico...
Adolfo Beltrame
Risposta di Aldo Cazzullo
MBAPPE SI ROMPE IL NASO NELLA PARTITA CONTRO L'AUSTRIA
Cari lettori, quando ho letto che il responsabile della comunicazione della Nazionale italiana ha interrotto un calciatore dicendo «Noi non parliamo di politica, noi parliamo di calcio!», non ho creduto ai miei occhi. Ma siamo diventato pazzi? «Qui non si parla di politica» era scritto nei locali pubblici durante il fascismo. Bene ha fatto il giornalista Daniele Fortuna di Radio Rai a porre la domanda, all’indomani della clamorosa presa di posizione del più importante calciatore d’Europa, Kylian Mbappé, in vista delle importantissime elezioni francesi.
E bene ha fatto Davide Frattesi a rispondere che «ognuno deve essere libero di esprimere le proprie opinioni, nel rispetto di quelle altrui». Più in generale, da quando seguo la vita pubblica non ricordo in Italia un simile clima di conformismo. Certo non ai tempi della Dc, che vinceva tutte le elezioni ma veniva spernacchiata da tutti.
Certo non ai tempi di Prodi: ai Mondiali del 2006 tutti i ministri e le ministre in visita venivano accolti con ilarità dai calciatori che sarebbero diventati campioni del mondo. Certo non ai tempi di Berlusconi, che era senza confronti più potente della Meloni, ma aveva contro mezzo Paese; e se i presidenti delle aziende di Stato, che fabbricano armi e lavorano con l’intelligence, fossero saliti sul palco di una festa di partito con la maglietta di Forza Italia, sarebbero stati massacrati.
Quanto allo sport, ha sempre a che fare con la politica. A Città del Messico 1968 la polizia sparò sulla folla, a Monaco 1972 esplose il conflitto arabo-israeliano, l’Africa boicottò Montreal 1976 per protestare contro l’apartheid, a Mosca 1980 non c’erano americani e tedeschi dell’Ovest, a Los Angeles 1984 non c’erano i russi e i loro alleati, Pechino 2008 fu una manifestazione di regime quasi quanto il Mondiale di calcio in Argentina del 1978… Quando non parleremo più di politica, qualcun altro lo farà per noi.
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