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"IL PROGRAMMA È SCRITTO MALE ED È UN COACERVO DI COSE GIÀ VISTE" – ALDO GRASSO DEMOLISCE “BOOMERISSIMA”, LO STROMBAZZATO PROGRAMMA DI RAIDUE VOLUTO DA COLETTA: “IL MODO DI CONDURRE DI ALESSIA MARCUZZI NON SI È EVOLUTO, CON ESITI IMBARAZZANTI" - LA STOCCATA A TOMMASO ZORZI E ELETTRA LAMBORGHINI: "C'ERANO OSPITI SPACCIATI COME FAMOSI, MA IN REALTÀ FAMOSI SOLO A SÉ STESSI..."

Aldo Grasso per www.corriere.it

 

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Invidio molto quei critici letterari che con sussiego sostengono che il loro modo di stroncare un libro consiste nel non parlarne. Con la cultura pop non si può: il palinsesto è sovrano, impossibile fare i sofisticati.

 

Per fare un programma non basta avere un’idea (e che idea!), cioè mettere «a confronto due generazioni: quella dei boomers, ovvero i vip che, come la conduttrice, hanno amato molto gli anni ’80 e ’90, e quella dei millennials, le celebrity che hanno invece vissuto prevalentemente l’epoca del nuovo millennio». Già parole come «boomers», «vip», «millennials» e «celebrity» mettono i brividi per l’uso che ne viene fatto.

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La conduttrice in questione è Alessia Marcuzzi, che indossa un tutu come se il tempo si fosse fermato ai suoi esordi, «Colpo di fulmine» (1995). Il fatto è che il suo modo di condurre non si è evoluto, con esiti imbarazzanti.

 

Il programma si chiama «Boomerissima» (Rai2) ed è un coacervo di cose già viste con ospiti spacciati come famosi ma in realtà famosi solo a sé stessi (salvo due o tre eccezioni). Non basta aver un’idea: un programma ha bisogno di una scrittura e di una struttura che non siano lasciate al caso, ha bisogno che i vari numeri, dai giochini ai balletti, siano inseriti in un arco narrativo.

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Il vero problema è questo: non è che il programma non fosse scritto (basta vedere come i concorrenti erano preparati sul Festival di Sanremo), è che era scritto male. «Boomerissima» procede per accumulo: lacerti di vecchi programmi (da «Name That Tune» a «Furore», a «Karaoke») mescolati ai balletti di Luca Tommassini (che spreco, se a interpretarli è la Marcuzzi), agli ospiti importanti (spero solo che Luciana Littizzetto sia intervenuta per amicizia), al repertorio di Max Pezzali. Una volta era possibile correggere una trasmissione in corso d’opera, migliorarla, evitare gli errori più evidenti, ma a chi spetta il compito? A Stefano Coletta?

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