alice alberto scagni

ALLARMI IGNORATI, SERVIZI SOCIALI INESISTENTI: LA MORTE DI ALICE SCAGNI È ANCHE COLPA DELLO STATO - GIANLUCA NICOLETTI: “NON DOVREBBE MAI ACCADERE CHE UN CITTADINO CHIEDA INVANO SOCCORSO AL 112 PER BEN CINQUE VOLTE” - “È ANCORA PIÙ ATROCE NON ESSERE PRESI SUL SERIO QUANDO SI CHIAMA LA FORZA PUBBLICA PERCHÉ UN FAMILIARE STA MINACCIANDO DI FARE UNA STRAGE TRA LE MURA DOMESTICHE. NESSUNO POTRÀ NEGARE CHE, SE LA RICHIESTA DI INTERVENTO FOSSE STATA PRESA IN CONSIDERAZIONE, AVREMMO PROBABILMENTE POTUTO AVERE UN EPILOGO DIVERSO PER QUEL DRAMMA, CULMINATO NEL CADAVERE DI UNA DONNA DEVASTATA DA VENTI COLTELLATE…”

Gianluca Nicoletti per “La Stampa”

 

IL POST DI ALBERTO SCAGNI PER IL MATRIMONIO DELLA SORELLA ALICE

Non dovrebbe mai accadere che un cittadino chieda invano soccorso al 112 per ben cinque volte. È ancora più atroce non essere presi sul serio quando si chiama la forza pubblica perché un familiare sta minacciando di fare una strage tra le mura domestiche.

 

Cinque telefonate inascoltate che la Procura di Genova ha deciso di acquisire, per stabilire se ci siano responsabilità in chi ha sottovalutato quelle richieste di aiuto, a cui fatalmente è seguito il massacro di Alice Scagni per mano del fratello Alberto, che pretendeva da lei denaro.

alberto scagni

 

Nessuno potrà negare che, se la richiesta di intervento fosse stata presa in considerazione, avremmo probabilmente potuto avere un epilogo diverso per quel dramma, culminato nel cadavere di una donna devastata da venti coltellate.

 

A chiunque sia capitato per qualunque ragione di chiamare il 112, saprà che chi risponde alla chiamata fa immediatamente delle domande, lo scopo è di individuare il tipo di intervento da attivare, anche però di sfoltire le tante chiamate su cui non è necessario muovere uomini e macchine.

 

alberto e alice scagni

Qui entra in gioco sicuramente l'esperienza della persona che sta al telefono, il suo addestramento, la sua capacità di individuare in poche parole la personalità di chi chiede soccorso e sfrondare le reali emergenze dalle altre richieste che, a volte, possono essere anche suggerite da una percezione alterata del pericolo.

 

In termini generali bisognerebbe poi ammettere che non bastano regole d'ingaggio uguali per ogni caso e per ogni territorio del Paese, c'è sempre la probabilità che in una gerarchia di possibili emergenze quello che noi segnaliamo si trovi oltre la disponibilità delle forze operative in quel momento, in quel quartiere, in quella città.

alice scagni 4

 

Nella specifica situazione del delitto di Genova però entra in gioco la possibile necessità di una formazione specifica su quello che riguarda il possibile degenerare di uno stato mentale, in fase di precario equilibrio. Il tema è sicuramente ingrato da trattare, però non possiamo tirarci indietro, anzi è proprio partendo dall'iniziativa di estrema sensibilità dei procuratori genovesi che dobbiamo iniziare a porci delle domande che, forse, prima evitavamo di farci.

 

Esiste uno strumento tecnico di individuazione di campanelli d'allarme, che annunciano un cervello in prossimità di compiere un gesto parossistico? Di solito i segnali premonitori di un femminicidio li troviamo riassunti a posteriori nelle cronache che lo raccontano, una volta tanto non sarebbe possibile studiare come valutarli in anticipo?

 

alice scagni uccisa per strada dal fratello i rilievi della scientifica 2

Magari chiamando in causa chi seriamente studia il cervello umano basandosi su evidenze scientifiche. Sia chiaro, per formare in maniera specifica chi deve decidere in pochi istanti un intervento, decifrando il turbinio di segnali che precedono un delitto, serve coinvolgere clinici con comprovata competenza nel campo della psichiatria e neurologia. Chi pensasse di risolverla con la consulenza dei volti noti del giro dei talk show, perderebbe l'occasione che questa brutta storia ci fornisce per essere più civili.

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