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Lettera di Anna Bulgari Calissoni al “Corriere della Sera”
Caro ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, gli accadimenti di questi ultimi giorni mi inducono a scriverle quanto segue. Nel 1983, e precisamente il 19 novembre, fui vittima di un rapimento nella nostra casa di campagna assieme a mio figlio, Giorgio Calissoni. Non starò a descriverle l’orrore di quella prigionia: sempre bendati, con il terrore di essere uccisi, dormivamo legati e all’addiaccio ed eravamo obbligati a marce continue ed estenuanti.
anna bulgari e giorgio calissoni
Soltanto coloro che hanno vissuto un’uguale sofferenza possono capire. La tortura assoluta fu vedere torturare mio figlio diciassettenne: davanti ai miei occhi, gli fu amputato l’orecchio destro per sollecitare il pagamento del riscatto. Fummo sequestrati per 36 giorni, che mai dimenticheremo. All’epoca nessun rappresentante dello Stato si fece vivo con la mia famiglia: mia figlia Laura fu lasciata sola a trattare con feroci criminali. Né l’allora primo ministro, né l’allora ministro degli Interni ci offrirono alcun sostegno.
La vicenda fu gestita esclusivamente dalle forze dell’ordine, ma i fondi del riscatto furono messi assieme soltanto dai miei familiari e l’allora pubblico ministero competente minacciò più di una volta (anche a orecchio tagliato) il blocco dei nostri beni.
Siamo stati strappati con violenza dalla nostra casa e ai nostri affetti e lasciati completamente soli. A questo punto io le chiedo: perché lo Stato non intervenne all’epoca per tutelare l’incolumità e la vita di suoi cittadini pacifici che non avevano preso alcun rischio, rispettosi delle regole nazionali e internazionali e interviene oggi (lei è intervenuto come ministro degli Esteri) per tutelare soggetti avventati e sprovveduti come le due ragazze Greta e Vanessa che non erano inquadrate in alcuna struttura umanitaria riconosciuta, spinte solo da puro senso di folle avventura e incuranti delle gravissime conseguenze del loro gesto?
Anche il Copasir ha ammesso che sicuramente una contropartita c’è stata per la liberazione delle due sedicenti «cooperanti» in Siria, e, a prescindere dall’importo sicuramente versato, lei sa meglio di me che pagare un riscatto in soldi sia un errore assoluto che altro non provoca se non una reiterazione del reato di sequestro di persona.
greta e vanessa atterrano a roma gentiloni le accoglie 1
GRETA RAMELLI E VANESSA MARZULLO
greta e vanessa atterrano a roma gentiloni le accoglie 3
Greta Ramelli (S) e Vanessa Marzullo
greta e vanessa atterrano a roma gentiloni le accoglie 4
Attendo quindi di conoscere quali siano le motivazioni di questa a dir poco inaccettabile disparità di trattamento tra ostaggi di serie A (giornalisti scriteriati, sedicenti operatori umanitari, ecc...) e ostaggi di serie B (cittadini italiani sequestrati in casa propria).
La ringrazio e le invio i miei migliori saluti
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