DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Romina Marceca per “la Repubblica – Edizione Roma”
Un mese e mezzo dopo lo sparo di un poliziotto che lo scambiò per ladro in casa sua, a Anagnina, cammina con le stampelle. Ma la convalescenza è ancora lunga. I medici gli hanno dovuto asportare una parte dell’intestino e il bacino fratturato lo tiene bloccato senza potere lavorare.
Tommaso Ascenzi, 33 anni, è l’imprenditore che il 9 agosto si è alzato dal letto e si è trovato la polizia nel corridoio dell’appartamento perché un vicino si era insospettito per alcuni rumori, pensava a un furto. Il poliziotto gli ha sparato contro ferendolo. «La mia è una situazione surreale, un caso isolato. Mi è andata male ma credo fermamente nelle forze dell’ordine, non darò addosso alla polizia perché un suo uomo ha fatto un errore madornale. È stata sicuramente – racconta a Repubblica Tommaso Ascenzi una situazione mal gestita. Mi sentivo sicuro in casa mia fino a quel giorno e voglio continuare a vivere pensando che non succederà mai più». […]
l appartamento di Tommaso Ascenzi
Cosa ricorda di quella sera?
«[…]Mi ero innervosito per un accumulo di stress, come è stato registrato dal sistema di audiosorveglianza della mia casa e consegnato in procura. È successo tutto in dieci minuti. Ho scaraventato una sedia e ho dato un cazzotto a una porta. Insomma, niente di eclatante. Poi sono andato a letto e poco dopo ho sentito il cane abbaiare. Ho compreso che stava succedendo qualcosa di strano. Ho sentito che stavano forzando la porta. Mi sono alzato, avevo addosso il pigiama, e ho visto la polizia in corridoio. Mi sono tranquillizzato».
Ma la polizia, si sente nel video, dice che c’era buio.
«Macché, c’era la luce dell’ingresso accesa. Ho fatto due passi, […]Da 5-6 metri l’agente mi ha sparato senza dirmi “Alt polizia”. I vicini se hanno sentito rumori hanno fatto bene a chiamare il numero di emergenza ma non si gestisce così la situazione. […]».
A quel punto sarebbe stato commesso il secondo errore della serata.
«Purtroppo sì. Mi avrebbero dovuto immobilizzare in quel momento, avevo un proiettile in corpo. Invece io ho preso le chiavi e sono sceso giù, ho messo le scarpe, mi sono vestito. Nessuno mi ha trattenuto per mettermi su una barella. Come era giusto fare. Ero pieno di adrenalina, in ambulanza sono svenuto. E per fortuna i danni riportati non si sono aggravati con quella disattenzione».
l appartamento di Tommaso Ascenzi
Lei ha capito subito che c’era stato uno sbaglio di persona?
«Il poliziotto ha detto che stavano cercando un ladro. Per non aver fatto nulla mi ritrovo così, brucia tutto questo. Penso che poteva andare molto peggio e quindi sono contento. Il poliziotto è un ragazzo, non era un esaltato, forse era impaurito. Mannaggia a lui però».
Lo ha più rivisto?
«No. Mi sono risvegliato in terapia intensiva al Policlinico Casilino. Sono stati tre giorni orribili in cui ho visto la sofferenza mia e degli altri pazienti».
Quella sera davanti la porta di casa sua c’era anche il suo vicino.
«Mi viene da dire “Meno male” perché almeno mi ha riconosciuto subito e ha evitato altri errori nella gestione di questa faccenda».
[…]
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