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Mauro Giordano per https://corrieredibologna.corriere.it
Ha 34 anni, di professione cuoco, italiano e vive nel Modenese, dove nell’arco di una sola settimana ha messo a segno tre episodi di violenza contro le donne, per i quali è accusato e sospettato: una violenza sessuale, un tentativo di sequestro e infine il più efferato, un omicidio con la distruzione del cadavere carbonizzato.
«Un personaggio sadico, che sicuramente non si sarebbe fermato», spiegano il procuratore di Modena Lucia Musti e i carabinieri del comando provinciale che sono riusciti a dare un volto all’incubo che per giorni ha terrorizzato tutta la provincia. Adesso si trova in carcere con ben due ordinanze di custodia cautelare, confermate dal Gip, a suo carico.
La violenza sulle donne
I crimini hanno avuto una sequenza terribile: il 24 agosto la violenza sessuale in un garage di Zocca, il 30 agosto l’omicidio avvenuto a Modena e il successivo ritrovamento nelle campagne di San Donnino (alle porte del capoluogo) il 2 settembre il tentativo di sequestro a Savignano sul Panaro: l’episodio- culmine, che ha permesso di indirizzare le indagini e fermare il 34enne. Quel tentativo di sequestro è infatti stato filmato da una telecamera: si vedono l’uomo e una donna litigare, e poi una macchina bianca diventata la traccia per rintracciare il responsabile. Da lì l’intuizione degli investigatori, che hanno collegato quell’aggressione ai fatti avvenuti qualche giorno prima: in particolare all’omicidio del 30 agosto.
L’omicidio e il cadavere bruciato riconosciuto da un chiodo
Il cadavere carbonizzato era stato trovato il 10 settembre, in parte mutilato dagli animali selvatici ma soprattutto distrutto dalle fiamme appiccate da chi voleva nascondere quel crimine. La vittima era Vasilita Nicoleta Neata, una prostituta 31enne romena, identificata grazie a un chiodo endomidollare che le era stato impiantato: unico elemento salvato dal fuoco. «Di quella tipologia di dispositivo ne sono stati impiantati solo due in Italia» spiegano i carabinieri. La donna sarebbe stata uccisa in un luogo differente e poi trasportata nel bosco nel quale è stata ritrovata.
Il libro della figliastra
Proprio dalle fiamme e dalla cenere è stato però estrapolata un’altra importantissima prova: per alimentare il fuoco l’uomo ha infatti usato un libro della figliastra. I frammenti di quella carta hanno permesso di risalire al nome della figlia e conseguentemente a collegarla al padre. Sospetti diventati poi certezze con i rilievi tecnici sul gps e i tabulati telefonici dell’uomo: ci sarebbe infatti stata una chiamata il 30 agosto sera tra il 34enne e la prostituta uccisa, poche ore prima del delitto.
«Contro le donne un odio seriale»
Gli investigatori non vogliono fornire molti elementi sull’indagato. Viene spiegato che ha problemi di tossicodipendenza e precedenti per rapina. Poi poco altro. Non vengono però risparmiate considerazioni sulla violenza dell’uomo e sull’escalation delle sue azioni. «Tutto fa pensare che non si sarebbe fermato, vista anche la spregiudicatezza con la quale ha aggredito la donna del tento sequestro, in pieno giorno e a volto scoperto». E adesso anche tanti altri episodi a carico di ignoti — sui quali sono in corso accertamenti — potrebbero trovare finalmente un responsabile.
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