CIBO-BOIATE! DA MILEY CYRUS A KIM KARDASHIAN, AUMENTANO GLI ALLOCCHI CONVINTI DEGLI EFFETTI MIRABOLANTI DEI CIBI SENZA GLUTINE - IN ITALIA IL MERCATO DEI PRODOTTI “GLUTEN FREE” VALE 250 MILIONI DI EURO

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Anna Meldolesi per il “Corriere della Sera”

 

INTOLLERANZA AL GLUTINEINTOLLERANZA AL GLUTINE

Chi volesse mandare un cesto omaggio a Charlize Theron è avvisato: l’attrice non ama la moda dei prodotti senza glutine.  Qualche tempo fa il conduttore di un talk show le ha fatto recapitare a casa dei cupcake gluten free e lei lo ha ripagato definendoli «immangiabili, peggio del cartone». La moda del gluten free è una stupidaggine, ha dichiarato a scanso di equivoci.

 

Ma di Theron ce n’è una, mentre sono tante le Gwyneth Paltrow, Jennifer Aniston, Victoria Beckham, Oprah Winfrey, Miley Cyrus, Kim Kardashian, Jessica Alba pronte a decantare gli effetti mirabolanti della dieta che mette al bando il complesso proteico contenuto nel grano. Sono americanate, capricci per vip, l’Italia resterà impermeabile, vien da pensare. Chi potrebbe mai voltare le spalle al grano nel paese della trinità pasta-pane-pizza?

 

PRODOTTI SENZA GLUTINEPRODOTTI SENZA GLUTINE

Invece è bene non dare nulla per scontato. Il fenomeno non solo ha raggiunto dimensioni sorprendenti negli Stati Uniti, ma inizia a essere diffuso anche qui. Abbastanza da preoccupare l’Associazione italiana celiachia (Aic). «Per i celiaci i prodotti senza glutine sono come medicine salvavita. Il fatto che vadano di moda tra i non-celiaci genera soltanto confusione», sostiene la presidente dell’Aic Elisabetta Tosi. Il mercato del gluten free nel nostro paese vale 250 milioni di euro.

 

INTOLLERANZA AL GLUTINE INTOLLERANZA AL GLUTINE

Due terzi sono i prodotti erogati dal sistema sanitario ai celiaci diagnosticati, l’altro terzo è consumato da persone che non ne avrebbero bisogno. In parte sono i familiari dei celiaci che spesso, per comodità, preparano un unico piatto di pasta buono per tutti. In parte sono persone convinte di avere un’intolleranza scientificamente non dimostrata o seguaci delle ultime tendenze alimentari. Il registro nazionale conta 4000 alimenti senza glutine, nel 1981 erano un centinaio, ci informa l’Aic.

 

Anche la palatabilità è migliorata parecchio rispetto al passato. «Bisogna abituarsi a sapori un po’ diversi ma la battaglia dei dolci è sostanzialmente vinta», sostiene Simona Fiori i cui cupcake potrebbero, forse, conquistare anche la bella Charlize. Piuttosto che usare i premiscelati, la contributor di Cucina Corriere con il suo blog Noglu preferisce mescolare da sola le farine prive di glutine, come quelle ottenute da riso, mais, sorgo, amaranto, miglio, grano saraceno.

 

miley twerkingmiley twerking

Certo non hanno la stessa elasticità del frumento, bisogna manipolarle diversamente. Ma le crostate, di cioccolata o di crema pasticcera, magari guarnite di fragole, possono assicurare un buon compleanno anche ai bambini celiaci. Il pane senza glutine fatto in casa, in confronto, è più impegnativo, ma il risultato può essere di gran lunga superiore alla controparte confezionata.

 

Un turista straniero sarebbe autorizzato a pensare che la patria degli spaghetti sia il posto peggiore al mondo per i celiaci e invece è vero il contrario, come hanno riconosciuto il New York Times e l’International Business Times. «Mia moglie è intollerante al glutine. A prima vista la mia idea di una vacanza italiana appariva folle», premette Andrew Curry. «La maggior parte delle persone ci ha preso per pazzi quando abbiamo detto che saremmo andati in ferie in Italia», esordisce Michael Learmonth, che ha una figlia celiaca.

kim kardashiankim kardashian

 

Entrambi i reportage di gastro-viaggio proseguono raccontando di ristoranti e gelaterie attrezzati per evitare le contaminazioni, personale bene informato, pasti gustosi e vari consumati in completa sicurezza: polenta, risotti come la panissa vercellese, farinata di ceci, ma anche ottime pizze gluten free. In effetti in Italia si contano 3800 strutture che aderiscono al network dell’Aic.

 

Il lavoro dell’associazione sul territorio e il fatto che il glutine sia considerato un problema di salute prima che una moda contribuiscono a far prendere le necessità dei celiaci sul serio, più che in altri paesi. La prossima occasione per rilanciare il messaggio sarà l’Expo, ci dice Tosi: «Entro il 2050 nove miliardi di persone abiteranno il pianeta e l’1% dovrà nutrirsi senza glutine». Fanno 90 milioni di individui, a cui vanno aggiunti i convertiti alla moda.

 

I sondaggi dicono che per la fine del 2015 un terzo degli americani potrebbe acquistare prodotti marchiati gluten free. Davvero troppi se si considera che solo una persona ogni cento è celiaca e molti non sanno nemmeno di esserlo. In nessun caso i numeri giustificano un business che sfiora i 9 miliardi di dollari l’anno e crescerà ancora.

fabio fazio e novak djokovic fabio fazio e novak djokovic

 

Prendete le dichiarazioni di personaggi come il tennista Novak Djokovic, che nel suo libro propone una strategia in 14 giorni senza glutine per l’eccellenza fisica e mentale. Metteteci la cassa di risonanza mediatica e il passaparola con le sue promesse di purezza e snellezza. Il gioco è fatto. Un tempo volevamo separare il grano dal loglio, oggi sempre più persone vogliono separarsi dal grano senza un vero motivo. Difficile immaginare un voltafaccia più immeritato .