DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Dagotraduzione dal The Sun
La morte della star di Instagram Mercedes Morr ha portato all’attenzione il lato oscuro del social e i pericoli che ne possono derivare. La ragazza, 33 anni, il cui vero nome era Jenae Gagnier, aveva 2,7 milioni di follower sul social, ma tra questi si nascondeva un assassino.
La donna è stata trovata morta nella sua casa in Texas accanto al corpo di Kevin Alexander Accorto, 34 anni, della Florida. Secondo il medico legale Jenae Gagnier è stata strangolata e ha subito una commozione cerebrale traumatica. Il suo stalker, invece, è morto per «trauma multiplo da forza acuta».
Lunedì, la sorella ha spiegato che l’uomo la stava perseguitando. Il padre ha raccontato che era molto preoccupato per l’ampio seguito che la figlia aveva sui social. «La mia conversazione mensile era: “Jenae hai tutti questi follower. Alcuni probabilmente perché ti amano, altri perché gli piace il tuo aspetto, altri più pazzi e altri ossessionati"», ha detto.
Il Pew Research Center ha scoperto a febbraio che «i siti di social media sono il luogo più comune in cui gli americani vengono molestati». E i dati del Regno Unito mostrano che c’è stato un picco di nello stalking online dall’inizio della pandemia. Tra le celebrità prese di mira ci sono Taylor Swift, Kendall Jenner e Lana Del Rey.
Ad aprile un uomo si è presentato a casa di Taylor Swift a New York affermando di essere un amico della popstar, un altro è accusato di averle inviato minacce di morte. Kendall Jenner si è ritrovata invece un tale che nuotava nudo nella sua piscina: Shaquan King è stato incarcerato per 180 giorni.
Ma non sono solo i modelli e i cantanti a diventare bersagli. Ad agosto la runner olimpica Emily Infeld ha parlato della sua lotta con uno stalker online. Ha raccontato come era stata presa di mira per tre anni, rovinando la sua carriera e lasciandola terrorizzata.
Infeld ha detto che il suo stalker, identificato come C, ha iniziato anche a inviarle messaggi su Facebook. Finché non le ha mandato un'e-mail con i dettagli del "loro matrimonio". Dopo aver aumentato i suoi sistemi di sicurezza e informato i funzionari, C «ha dichiarato che sarebbe venuto a Portland per uccidermi».
«Ero terrorizzata. Come faceva quest'uomo ad avere il mio numero di telefono? Come faceva a sapere dove vivevo? E aveva intenzione di venire a Portland tra pochi giorni per il "nostro matrimonio"?».
«Avevamo installato una telecamera di sicurezza fuori dalla nostra porta di casa, insieme a un sistema di allarme e rilevatori di movimento. Non uscivo mai da sola».
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