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Eugenia Tognotti per “la Stampa – Tutto Salute”
Essere consapevoli del proprio respiro. Osservare la girandola dei pensieri. Restare nell' io presente. Alzi la mano chi non ci ha provato. E alzi la mano chi ci è riuscito e per più di pochi e infiniti secondi.
Nonostante i benefici fisici e psichici (riduce dolore, depressione e ansia, potenzia la memoria, ha effetti antinfiammatori e anti-invecchiamento), la meditazione non è una pratica che si acquisisce in fretta.
È il punto d' arrivo di un allenamento che richiede pazienza e fatica. Almeno finora. Adesso la tecnologia fa il suo ingresso «disruptive» nel mindfulness e promette risultati «fast and furious» grazie alla stimolazione transcranica a corrente diretta, nota come Tdcs. I risultati di due studi sul tema saranno resi noti il mese prossimo, ma intanto le classi di e-yoga sono in sperimentazione.
La stimolazione transcranica a corrente insieme con la stimolazione magnetica transacranica ripetuta (la Rtms) vengono già utilizzate per il trattamento di alcune patologie neurologiche e psichiatriche (Parkinson e Alzheimer) e soprattutto per combattere le dipendenze, sia da sostanze sia comportamentali.
Ma ora il salto è ulteriore: applicare due elettrodi, uno sopra l' occhio e l' altro alla tempia, che generano una leggera scarica elettrica al cervello mentre si medita o si fa yoga, accelererebbe - e di molto - il raggiungimento dello stato di mindfulness.
STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA 1
«È un' idea che mi insegue da tempo: ricreare con stimoli esterni i cambiamenti che nel cervello si verificano dopo molte sessioni di meditazione», ha dichiarato alla rivista «New Scientist» Bashar Badran, neuroscienziato della Medical University of South Carolina, negli Usa, coordinatore di uno degli studi a cui hanno preso parte 15 volontari.
Quelli sottoposti a Tdcs hanno provato una sensazione di pace del 15% più intensa, ma l' impatto più forte è sui principianti, che trovano meno difficile allontanarsi dai propri pensieri.
«La concentrazione è una funzione complessa che coinvolge processi come apprendimento, memoria e attenzione», spiega Roberta Ferrucci, psicologa del Centro clinico per la neurostimolazione, le neurotecnologie e i disordini del movimento dell' Università di Milano.
«Diversi studi hanno dimostrato come la Tdcs migliora le performance cognitive in soggetti sani e in pazienti con disturbi neurologici. La possibilità di utilizzare questa terapia durante il rilassamento potrebbe aumentare ancora di più i livelli di concentrazione e diminuire lo stress».
Noi umani - si sa - tendiamo a consumare tempo congetturando sulle cose. Questa condizione ci permette di sviluppare facoltà come ragionare e fare progetti, ma rimuginare porta infelicità. Lo sostengono religioni e studi scientifici: una mente vagante è una mente sofferente. E, in media, ci vogliono 10 anni di meditazione per sviluppare le abilità con cui spegnere la «mente errante».
Con l'«aiutino» della Tdcs si potrà fare tutto più velocemente. Non è una prospettiva che coinvolge solo gli appassionati di yoga. Badran sta lavorando con l' esercito Usa, interessato agli effetti benefici cha la meditazione «dopata» potrebbe avere sui soldati. Tutto troppo bello?
C' è chi getta acqua sugli entusiasmi, come Clifford Saron, neuroscienziato della California University: «Non sappiamo ancora per certo da dove vengano gli effetti della meditazione». E poi - com' è ovvio - la manipolazione tecnologica di una pratica spirituale turba molti: basterà un bottone per un futuro da fast food dell' anima?
STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA
«Molte delle modificazioni cerebrali della mindfulness sono dovute anche alla ripetitività», ci spiega Bianca Pescatori, fondatrice del Centro Italiano Studi Mindfulness. «Questa pratica di consapevolezza non è funzionale solo al potenziamento cerebrale, ma è una trasformazione del modo in cui una persona incontra se stessa.
Ha una valenza di cambiamento delle attitudini egocentriche. Ci vogliono otto settimane per imparare i precetti, ma tutta la vita per farlo davvero.
L' obbiettivo è praticare per praticare». Insomma, vale il detto «quello che conta è il viaggio, non l' arrivo».
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