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CON AVVOCATI COSÌ, ANDREA SEMPIO È IN UNA BOTTE DI FERRO - PARLA ANGELA TACCIA, LA LEGALE DEL 37ENNE, CHE HA ESULTATO SUI SOCIAL CON LA FRASE "GUERRA DURA SENZA PAURA” ANNUNCIANDO UNO SCONTRO CON LA PROCURA DI PAVIA: "ENTRANDO IN QUELL’AULA NOI SIAMO IN GUERRA. L’EMOJI DELLA TIGRE? UCCIDE SOLO PER MANGIARE O SE È ATTACCATA. IO HO PIÙ RISPETTO PER I CANI CHE PER GLI UOMINI. LO STATO DEL MIO PROFILO OGGI E': 'SE NON PIACI ALLE PERSONE, VA BENE. È QUANDO NON PIACI AI CANI CHE DEVI PREOCCUPARTI'. ROBA DA ASILO? QUALCUNO MI HA CRITICATO PURE PERCHÉ MI SONO PRESENTATA IN PROCURA CON LA FELPA DEI NEGRITA” - L’ALTRO AVVOCATO, MASSIMO LOVATI, DIVENTA UN FENOMENO SOCIAL PER LE SUE DICHIARAZIONI SURREALI IN TV: “SEMPIO? NON MI INTERESSA QUELLO CHE DICE, EVITO DI SENTIRLO”, “MENO MALE CHE NON SIAMO ANDATI ALL’INTERROGATORIO. USCIVANO CON 'STA COSE DELLE IMPRONTE E CI SPIAZZAVANO…” - VIDEO
Estratto dell’articolo di Paolo Berizzi per “la Repubblica”
MARCO POGGI - ANDREA SEMPIO - ANGELA TACCIA
«Ho il sospetto che l’indagine sia molto debole e che quindi stiano cercando di creare il mostro mediatico. Perché se l’indagine fosse forte Sempio sarebbe già stato arrestato». Angela Taccia, amica e legale di Andrea Sempio, non usa giri di parole e va dritta a quello che secondo lei è il punto. «L’impronta di Andrea sulla parete? È una consulenza tecnica di parte. Andrà accertata in un contraddittorio. Per questo anche noi potremmo nominare un consulente dattiloscopico».
Lei fa il suo lavoro, ma l’impronta lungo la parete delle scale c’è. O no?
«Si, certo. Ma come già raccontato da Sempio e come confermato anche da Marco Poggi, lui, loro, frequentavano tutti gli ambienti della casa tranne la camera da letto dei signori Poggi. Che ci sia un’impronta di Sempio — presenza abituale in casa — lungo la scala che lui e Marco usavano per andare nel locale cantina-attrezzi, mi pare normale. Su quella parete c’è l’impronta di Sempio e ci sono le impronte di Marco. E anche dei carabinieri».
Perché i due amici scendevano in quel locale?
«Per prendere dei giochi in scatola che tenevano lì».
Come sta Andrea Sempio? Cosa le ha detto dopo la novità della sua impronta?
«È molto provato. Lo è da quando è uscita la notizia della nuova indagine su di lui — la terza — e ovviamente lo è sempre di più mano a mano che passano i giorni.
Ma provato non vuol dire che abbia paura. Da un punto di vista giudiziario non ha timori. Dice che gli inquirenti non possono inventarsi cose che lui non ha mai fatto. Se già per due volte hanno accertato che lui non c’entra niente con l’omicidio di Chiara, non vede come possano arrivare a conclusioni diverse. Dopo la novità — chiamiamola così — dell’impronta, mi ha ripetuto quello che le ho detto».
Ammetterà che sono emersi degli elementi.
«[…] non ho nessuna difficoltà a dire che se c’è una verità alternativa alla verità giudiziaria contenuta nella sentenza con cui la Cassazione ha condannato Alberto Stasi sia giusto approfondirla».
Quindi: lei dice che Sempio non ha paura sul piano giudiziario. Ha timori per altro?
«Lo spaventa l’aspetto mediatico. Tutto quello che finisce sui giornali e in tv. Ed è amareggiato e ferito nel vedere che la Procura sta facendo uscire cose, tipo i suoi appunti, i suoi quaderni, i suoi bigliettini. Perché? E, soprattutto, perché solo alcuni e non altri?».
Può spiegare meglio?
«Ci sono per esempio appunti e quaderni dove Sempio si autoracconta. I momenti di difficoltà della vita, le buone azioni che secondo lui vanno fatte e non dette. Ci sono pagine del 2017 dove Andrea chiede e si chiede: ma perché ce l’hanno con me, ma cosa ho fatto? Lui ha sempre avuto fiducia nella giustizia. Non si è mai sottratto a niente. Adesso, è dispiaciuto».
Dove è, in questi giorni? Che vita sta facendo?
«Non è più a casa sua a Voghera. Non riusciva più nemmeno a uscire per andare al lavoro, visto l’assedio dei giornalisti. Quando ti bussano alla porta, ti cercano e ti gridano anche di notte, come vivi? Cerca, faticosamente, di continuare a lavorare. Non posso dirle se nel luogo di lavoro dove fa il commesso e dove lo avete cercato per settimane o se in un altro negozio».
“Lotta dura senza paura”, ha scritto lei sui social il giorno in cui avete deciso di non presentarvi all’interrogatorio. Dichiara guerra alla Procura?
«Assolutamente no. Spiego. Nessuna guerra sul piano personale, ho il massimo rispetto per i magistrati che fanno le indagini. Ma professionalmente è guerra: entrando in quell’aula noi siamo in guerra. E dico che le indagini che stanno facendo sono anomale, e io sono libera di dirlo.
Lo slogan “lotta dura senza paura”, poi, evoca battaglie civili e sociali».
E l’emoticon della tigre accanto?
«La tigre è un animale tranquillo, se la lasci in pace. Uccide solo per mangiare o se è attaccata. Io ho più rispetto per i cani che per gli uomini. Guardi lo stato del mio profilo oggi: “Se non piaci alle persone, va bene. È quando non piaci ai cani che devi preoccuparti. Lì devi farti un esame di coscienza”».
L’Ordine degli avvocati l’ha richiamata o le hanno comunicato eventuali sanzioni?
«Zero. […] Qualcuno mi critica? Mi dicono, roba da asilo? Pazienza. Io non mi nascondo. Mi hanno criticata anche perché mi sono presentata in procura alle 6.45 in jeans e felpa dei Negrita. Amen. Se penso che mi arrivano mail di minacce, questo è niente. La sola cosa che mi interessa è fare bene il mio lavoro».
Lei e Sempio siete amici da quando eravate ragazzi. Alessandro Biasibetti, oggi frate, uno degli amici di Sempio a cui verrà prelevato il dna, è stato suo fidanzato. Che gruppo eravate, a Garlasco?
«Un gruppo di sfigati. Non andavamo alle Rotonde perché era la discoteca dei fighetti. Andavamo al Pepe Club a ascoltare musica Ska e sinistrorsa. Ogni tanto si pogava.
E giocavamo a giochi in scatola».
il post di angela taccia avvocata di andrea sempio
ANGELA TACCIA
ANGELA TACCIA
massimo lovati
ANGELA TACCIA
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