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1. NICOLE MUORE SU UN'AMBULANZA A TRE ORE DALLA NASCITA RIFIUTATA DA TRE OSPEDALI SICILIANI MENTRE IL DIRETTORE DEL 118 DI PALERMO, IN VACANZA IN SARDEGNA, FA DECOLLARE UN ELICOTTERO DALLA SICILIA PERCHÉ NON GRADISCE IL RICOVERO AD ALGHERO

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1. DOVE GIRANO LE ELICHE

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Massimo Gramellini per “la Stampa”

 

Colpito da malore durante una vacanza ad Alghero, il dottor Gaetano Marchese ha rifiutato il ricovero nel vicino ospedale di Sassari e si è fatto dare uno strappo fino a Palermo dall’elicottero del 118 siciliano di cui è direttore. La notizia, orgogliosamente sbandierata dal 118 come prova di efficienza, è di sicuro una prova di attaccamento alla propria terra di origine.

NICOLENICOLE

 

Tra le lenzuola del nosocomio sardo l’esimio Marchese sarebbe stato accudito meglio di un principe. Ma è nel momento del bisogno che l’uomo sente risuonare con più prepotenza il richiamo delle radici. Ed è commovente che la comunità abbia assecondato quel richiamo, mettendo a disposizione del Marchese in ambasce un velivolo del pronto soccorso diretto dal Marchese medesimo. 

GAETANO MARCHESEGAETANO MARCHESE

 

Qualcuno ipotizza favoritismi e abusi di potere. Figuriamoci, la regola del Marchese varrà per tutti i cittadini. Ovunque nel mondo ci colga un malore, basterà chiamare il 118 siciliano per vedere stormi di elicotteri levarsi in volo come in una scena di «Apocalypse Now». Di giorno e di notte, come nel suo caso. Dite di no?

 

Dite che l’altra settimana a Catania, quando si è trattato di farne decollare uno per porre in salvo una neonata, a levarsi in volo sono stati solo i consueti ostacoli burocratici? Temo abbiate ragione. Invece di vantarsi dell’efficienza che il 118 ha dispiegato soltanto per lui, forse il Marchese (del Grillo?) farebbe meglio a provare un po’ di imbarazzo, perché nell’aria si sente già uno straordinario giramento di eliche. Quelle dei contribuenti.

 

2. ELISOCCORSO SPECIALE DA ALGHERO A PALERMO PER IL CAPO DEL 118 - POLEMICA DOPO LO SCANDALO DELLA NEONATA MORTA

Nicola Pinna per “la Stampa”

 

Per soccorrere la piccola Nicole un elicottero non c’era. Ma per trasportare il direttore del 118 di Palermo l’elisoccorso è stato attivato in fretta e furia, per di più nel cuore della notte, e per arrivare molto lontano dalla Sicilia. La chiamata, non da un comune cittadino, è arrivata da Alghero, dove Gaetano Marchese trascorreva alcuni giorni di ferie. Nella notte tra il 15 e il 16 gennaio il direttore della centrale operativa palermitana ha avuto forti dolori al petto e per questo ha chiesto aiuto al 118 del Nord Sardegna.

GAETANO MARCHESE 1GAETANO MARCHESE 1

 

I soccorsi sono scattati immediatamente e per i medici dell’ospedale di Alghero non c’erano soluzioni alternative all’operazione: la diagnosi parlava di «aneurisma dissecante dell’aorta» e per questo gli specialisti della cardiochirurgia di Sassari (distante 20 minuti da Alghero) erano pronti all’intervento. Ma Gaetano Marchese non si è fidato: ha rifiutato il ricovero e ha deciso di rivolgersi a persone di fiducia. Ha chiamato la «sua» sala operativa e ha usufruito di un servizio speciale: un elicottero con doppia equipe sanitaria che lo ha riportato in Sicilia. Un privilegio che alla sanità pubblica è costato non poco.
 

«Sono vivo per miracolo»
A Palermo, il sessantenne è arrivato 9 ore dopo il primo allarme ed è stato operato. È ancora in convalescenza. Alle agenzie ha detto: «Sono vivo per miracolo. All’ospedale di Alghero per una Tac ho dovuto aspettare più di tre ore, nonostante io dicessi ai medici che avevo un problema all’aorta».
 

Versioni discordanti
La versione di Marchese, comunque, non coincide con quella dell’ospedale di Alghero. Ciò che non torna sono gli orari. L’allarme è stato lanciato più o meno alle 23.30 e su questo son tutti d’accordo.

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La Tac, così sostiene il direttore del 118 di Palermo, è stata fatta in ritardo ma i medici sardi ribattono che gli esami («quelli obbligatori prima della Tac») sono iniziati poco dopo il ricovero. «I soccorsi al dottor Marchese sono stati precisi e tempestivi - precisa l’assessore alla Sanità della Sardegna, Luigi Arru - Ora lui sostiene che la dissecazione non gli sia stata riconosciuta ma diagnosi e orari sono registrati elettronicamente».
 

Polemica e indagini
Ora scoppia la polemica. Anche perché la Sicilia piange la neonata morta in ambulanza. Per lei un elicottero della base di Catania non si era potuto levare in volo, mentre a Palermo si sono fatti gli straordinari. L’assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino, «ha disposto un accertamento ispettivo per verificare il rispetto delle procedure poste in essere».

 

E il referente regionale per l’emergenza per il ministero della Salute, Bernardo Alagna, fa sapere di aver «presentato una richiesta di chiarimento su quali siano state le ragioni dell’invio del velivolo». Intanto già si discute anche dei costi del soccorso speciale: un Aw139 viene noleggiato a 7 mila euro l’ora per voli civili. E al conto, in questo caso, c’è da aggiungere la presenza delle equipe specializzate.

 

3. A NICOLE NEGANO L’ELISOCCORSO

Tiziana Paolocci per “il Giornale”

 

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Nicole muore su un'ambulanza a tre ore dalla nascita rifiutata da tre ospedali siciliani mentre il direttore del 118 di Palermo, in vacanza in Sardegna, fa decollare un elicottero dalla Sicilia perché non gradisce il ricovero ad Alghero. Sono i due volti dell'Italia, quello della gente comune, che muore per mancanza di un posti letto e quello dei «vip» della sanità e degli «amici di amici».

 

La storia di Gaetano Marchese, venuta alla luce solo ieri, stride più che mai con le lacrime di Andrea e Tania Di Pietro, costretti a seppellire la figlioletta deceduta nel viaggio della speranza verso Ragusa, perché le Unità di terapia intensiva neonatale catanesi non avevano culle disponibili per accoglierla. Il caso del funzionario del 118 è al centro di interrogazioni parlamentari e il procuratore aggiunto di Palermo, Dino Petralia, ha già aperto un fascicolo.

 

Marchese, 60 anni, il 15 gennaio si trovava in vacanza sulla Riviera del Corallo, sulla costa sud-occidentale della Sardegna, quando di notte si è sentito male. Accusava uno forte dolore al petto e alle 23 il 118 ha ricevuto una chiamata per sospetto infarto. A mezzanotte e mezza a bordo di un'ambulanza medicalizzata arriva all'ospedale di Alghero dove, dopo vari accertamenti, alle 3.45 viene emessa la diagnosi di aneurisma dissecante dell'aorta.

 

A quel punto il funzionario dell'elisoccorso palermitano rifiuta il ricovero nei centri specializzati di cardiochirurgia di Sassari e di Cagliari e chiede alla centrale operativa del 118 siciliano di inviare un elicottero ad Alghero per trasferirlo a Palermo: a bordo due equipe e due rianimatori per assisterlo e portarlo in un ospedale di suo gradimento.

«I voli extraregionali sono autorizzati direttamente dal direttore di centrale o tramite l'assessorato regionale in particolar modo quelli con destinazione Ismett - si difende Marchese -. Ho chiesto l'intervento perché avevo subito compreso che il mio caso era stato sottovalutato dall'equipe di Alghero. Ogni ora che trascorrevo lì rischiavo di morire. Nessun abuso è stato compiuto».

 

L'assessore della Sanità della Sardegna, Luigi Arru, sottolinea invece che i soccorsi sono stati tempestivi e la scelta di tornare in Sicilia è stata del paziente, non attribuibile a mancanze da parte della struttura sanitaria. Sulla vicenda anche l'assessore alla Salute siciliano ha chiesto accertamenti.

 

Prosegue a ritmo serrato, invece, l'inchiesta della Procura di Catania per verificare eventuali responsabilità nella morte di Nicole. Gli indagati sono nove: 4 medici presenti alla nascita nella casa di cura Gibiino e i cinque colleghi di guardia nelle Utin catanesi del Cannizzaro, del Nuovo Garibaldi e del Santo Bambino e in quella dell'ospedale sicracusano Umberto I, tutti consultati invano prima di decidere il trasferimento della neonata a Ragusa. Il reato ipotizzato è omicidio colposo. Al lavoro anche gli ispettori inviati nell'isola dal ministro alla Salute, Beatrice Lorenzin, per esaminare tutti gli step, della nascita alla morte di Nicole.

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Dai primi atti emergerebbe che la Gibiino non avrebbe segnalato la gravità del caso alle Utin contattate e che il 118 avrebbe dovuto inviare la neonata nella Utin più vicina, a Messina, che invece non è stata chiamata perché «fuori distretto», quando aveva invece disponibilità del posto letto. I filoni d'inchiesta portati avanti dal procuratore di Catania, Giovanni Salvi, sono due.

 

Il primo è incentrato sul decesso della bimba e vede i medici indagati per compiere un atti irripetibili. L'altro, invece, riguarda l'eventuale omissione nella messa a disposizione delle Utin, le segnalazioni di insufficienza di quelle funzionanti e i meccanismi per far fronte alle emergenze.