BABY SQUILLO, IL NUOVO ‘’ORDINE SOCIALE’’ - CARLO FRECCERO: “NÉ VITTIME NÉ VIOLENTATE, OGGI LA PROSTITUZIONE È VISTA COME UN’OPPORTUNITÀ PER ASCENDERE LA SCALA SOCIALE E RAGGIUNGERE IL SUCCESSO”

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Carlo Freccero per Pocket

Nel recente scandalo delle baby prostitute, la cosa che ha fatto più impressione sull'opinione pubblica è stata l'atteggiamento spavaldo delle ragazze. Le baby prostitute sono state per legge oggetto di violenza in quanto minori. Ma la cosa che sconcerta è che loro non si ritengono né vittime né violentate e soprattutto non provano nessun tipo di vergogna sociale per quanto hanno fatto.

Ed arriviamo al nocciolo del problema. Ieri la prostituzione era emarginazione, non portava da nessuna parte ed era motivo di vergogna. Oggi la prostituzione è vista come un'opportunità per ascendere la scala sociale e raggiungere il successo.

Ieri la mobilità sociale era legata al titolo di studio. Oggi l'ascensore sociale si è bloccato per chi studia, ma questo blocco sembra non valere per chi si prostituisce, per chi corrompe, per chi si muove ai margini della legalità.

E' bastato cambiare nome alle cose. Oggi una prostituta che si chiama escort è una ragazza elegante con tutti gli status symbol del caso. Nel suo futuro c'è lo spettacolo, persino la carriera politica. A questa visione del mondo ci ha abituato la cronaca di processi come il Rubygate o l'apparizione televisiva di ragazze che rivendicano una superiorità sulle coetanee basata sull'avvenenza fisica. Del resto quelle meno avvenenti sono oggetto di pesanti ironie, indipendentemente dai loro meriti intellettuali.

Anche il femminismo o la percezione della femminilità hanno subito un ribaltamento Le femministe storiche misero al rogo i reggiseni e sostituirono i tacchi a spillo con gli zoccoli. Il loro messaggio era: vogliamo la parità con gli uomini e non accettiamo di essere considerate donne oggetto. Oggi le ragazze vivono la loro femminilità come una forma di potere sull'uomo, un potere che le rende non uguali, ma superiori, perché rappresenta un mezzo di controllo. Se non posso raggiungere il potere, posso controllare chi il potere lo detiene.

In un mondo dalle opportunità bloccate, in cui i giovani dotati di competenze devono forzatamente emigrare, l'ascensore sociale è costituito da una serie di talenti a cui ci si affida per sbancare la lotteria della vita. C'è chi sa cantare, chi sa ballare, chi è semplicemente bella. La bellezza è il talento universale, perché anche chi canta, balla, presenta, deve essere bella.

I concorsi di bellezza sono dei talent, e lo sono i concorsi per modelle, i casting per il "Grande Fratello" o La "Pupa e il Secchione". La cosa più sconcertante non è l'adesione delle adolescenti a questa visione del mondo, ma piuttosto l'impegno delle famiglie, dei padri e delle madri, a promuovere la visibilità delle figlie.

La prima ad avere percepito il potere della bellezza è Marilyn Monroe de "Gli uomini preferiscono le bionde", che candidamente esclama: "Per un uomo la ricchezza è quello che è la bellezza per la donna". Quest'equazione, che fa della bellezza un'opportunità, è percepita dalle famiglie, che non puntano più sull'istruzione dei figli, ma sulla chirurgia estetica, i corsi di ballo, i concorsi di miss.

Oggi solo due cose contano: essere visibili ed avere successo. E chi non ha un talento specifico identifica le proprie potenzialità in quella che è ormai la forma di talento universale: la bellezza.

 

 

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