"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON……
Emiliano Bernardini per "il Messaggero"
C'è una Roma che segue in maniera quasi morbosa e una invece che guarda a distanza. Intorno a Palazzo Chigi l'elezione del tredicesimo presidente della Repubblica è l'unico argomento di giornata. Perfino la domenica calcistica passa in secondo piano. Da Giolitti a Ciampini passando per il bar del Parlamento tra un caffè e l'altro tiene banco solo il toto nome. Gli occhi fissi sugli smartphone e le orecchie tese alle tv che mandano in onda i tg con le ultimissime.
Ed è proprio tra queste vie che si respira l'aria di elezione. C'è addirittura qualcuno come il signor Barba che ha deciso di passare il pomeriggio al sole di piazza del Parlamento «perché è qui che si fa la storia e la politica». Sul nome ha una idea tutta sua: «Rosy Bindi sarebbe perfetta». Alberto che lavora da Giolitti, tra il controllo del Green pass e un servizio al tavolo non si sbilancia: «Sono giorni che qui si fanno mille nomi. Io dico solo che il prossimo presidente deve essere un uomo per bene proprio come Sergio Mattarella».
LE ALTRE ZONE
Man mano che ci si allontana da quello che per i prossimi giorni sarà il centro d'Italia le attenzioni per la votazione scemano. A Trastevere lo storico bar San Calisto è chiuso per ferie. Fuori però alcuni degli habitué giocano a carte e discettano un po' di tutto. Soprattutto della doppietta del romanista Abram. La politica è marginale. «È lunedì, parliamo di calcio». Sipario.
A piazza Bologna pullula di studenti appeni usciti dall'Università. Qualcuno è più intento a studiare, altri invece si tengono aggiornati sui social. «Su Instagram stanno facendo varie dirette» ci racconta Giorgio che frequenta la facoltà di medicina «il nome migliore sarebbe la Cartabia». Qui però le tv sono per lo più spente, ci sono le radio che fanno ascoltare le ultime hit. «Il presidente della Repubblica? Qui dobbiamo trovare il modo di andare avanti, altro che elezioni. Ma poi a noi che ci cambia? Il covid ci ha distrutto. Devono solo darci i giusti ristori altrimenti chiudiamo tutti» chiude in maniera tranchant Mauro del bar DoReMi.
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