“DIMOSTRERÒ LA MIA INTEGRITÀ” - RINVIATO A GIUDIZIO PER OSTACOLO ALLA VIGILANZA E ILLECITA INFLUENZA, “L’ARZILLO VECCHIETTO” BAZOLI REAGISCE: “E’ UN OLTRAGGIO, TUTTI SANNO I SERVIZI CHE HO RESO AL PAESE E AL SISTEMA BANCARIO ITALIANO” - MA I PM LA PENSANO DIVERSAMENTE: ECCO COSA GLI CONTESTANO

Cinzia Meoni per “Il Giornale”

 

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«Tutte le persone che sono informate dei fatti conoscono perfettamente l'integritàe l' assoluta correttezza del mio operato di sempre», risponde così Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo ed ex consigliere di sorveglianza di Ubi Banca, alla notizia del rinvio a giudizio, da parte della Procura di Bergamo, per reati di ostacolo alla vigilanza di Bankitalia e di illecita influenza sulle assemblee.

 

ubi bancaubi banca

Un' inchiesta nata tre anni fa «dalla denuncia di un' azionista di Ubi che aveva delle mire frustrate sulla banca», secondo quanto ha aggiunto lo stesso Bazoli. Il banchiere bresciano, uno tra i più influenti esponenti della grande finanza italiana, ricorda poi «i servizi» resi «al Paese e in particolare al sistema bancario italiano». «Sempre, ci tengo a dirlo, in stretto raccordo con le autoritàbancarie e istituzionali del Paese».

 

VICTOR MASSIAHVICTOR MASSIAH

Bazoli, a margine di una lectio magistralis presso l' Università di Bologna, parla poi di «oltraggi e tante grossolane falsità», augurandosi di poter «finalmente esplicitare tutte le difese per dimostrare l' assoluta infondatezza delle accuse davanti a un giudice terzo a cui saranno anche espresse alcune osservazioni su alcune modalità con cui è stata condotta questa inchiesta».

 

I magistrati hanno contestato a Bazoli - oltre che ad altri 30 soggetti compresa la stessa Ubi (che ha detto ieri di non aver ancora ricevuto alcuna notifica) e il suo ad Victor Massiah - la sussistenza, tra il 2009 e il 2015, di un'intesa nascosta a Consob e a Bankitalia che, di fatto, influiva sulla gestione di Ubi.

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Si ipotizza, per l' arco di tempo esaminato, la presenza in Ubi di una «cabina di regia» sulle nomine al vertice, che riusciva anche a influenzare «con atti simulati o fraudolenti» l'orientamento assembleare. A Bazoli, che ha lasciato il suo incarico in Ubi nel 2012, è stato poi contestato il conflitto di interessi (o meglio la violazione del divieto di interlocking) in quanto, nello stesso periodo in cui per il banchiere è ipotizzato un ruolo di fatto nella gestione in Ubi, lo stesso era presidente del Cds di Intesa.