DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera”
papa francesco - foto lapresse
«Con dolore penso a Gaza, a tanta crudeltà, ai bambini mitragliati, ai bombardamenti di scuole e ospedali…». Francesco siede a un tavolo davanti all’altare della cappella di Santa Marta, l’immagine viene rimandata ai fedeli dai maxischermi in piazza San Pietro. Giornata grigia e piovosa, in questi giorni a Roma si gela e il Papa, che ha appena compiuto 88 anni ed è ancora raffreddato, ha evitato di affacciarsi alla finestra del Palazzo apostolico per l’Angelus, «mi spiace non essere con voi in piazza, ma sto migliorando e si devono prendere le precauzioni».
Papa Francesco saluta il Primo Ministro Netanyahu
[…] ma ancora una volta si sofferma soprattutto sui bombardamenti israeliani a Gaza. Quando parla dei bambini «mitragliati», alza lo sguardo dal foglio e ripete, assorto: «Quanta crudeltà». Già sabato il Papa aveva denunciato con durezza la situazione nella Striscia: «Non hanno lasciato entrare il patriarca a Gaza come avevano promesso e sono stati bombardati bambini: questa è crudeltà, questa non è guerra».
Poco dopo l’ambasciata di Israele aveva diffuso una nota contro «le false accuse pubblicate sui media», per dire che la richiesta del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme, era stata invece accolta. Fatto sta che Pizzaballa ha potuto entrare a Gaza all’alba di ieri, scortato dai soldati israeliani attraverso il valico di Eretz. Per ragioni di sicurezza, lo si è saputo solo dopo il suo ritorno a Gerusalemme.
Il cardinale ha fatto visita alla parrocchia della Sacra Famiglia, nella quale è rifugiata la comunità cristiana della Striscia, poco più di seicento persone. Il parroco Gabriel Romanelli è argentino e Bergoglio lo chiama ogni giorno. Il patriarca ha celebrato una messa, l’omelia scandita da parole di incoraggiamento: «Siamo orgogliosi di voi perché siete rimasti ciò che siete: cristiani con Gesù. Le persone di tutto il mondo, non solo quelle cristiane, sono con voi. Non abbiate paura, non vi abbandoneremo mai».
Certo è dura, spiega il cardinale Pizzaballa al Corriere: «La distruzione è ovunque, liquami e immondizia dappertutto. Ho visto una comunità stanca e provata, ma serena. E tanti bambini. Le persone sono preoccupate per il loro futuro. Ho parlato con loro, c’è solo un grande desiderio che si fermi la guerra. Non ne possono più. Chiedono soprattutto scuola per i bambini».
È un periodo di rapporti assai tesi, fra il Papa e il governo di Israele. Francesco si è chiesto se a Gaza non si possa parlare di «genocidio». L’immagine recente di Bergoglio davanti a un presepe donato dai palestinesi, con il Bambino posato su una kefiah , non ha aiutato. Sabato il ministero degli Esteri israeliano ha replicato al Papa dicendo che le sue parole sono «deludenti» e «scollegate» dal «contesto della lotta al terrorismo», fino a concludere: «Basta con i due pesi e le due misure e con il prendere di mira lo Stato ebraico e il suo popolo».
BENJAMIN NETANYAHU A GAZAPAPA FRANCESCO A COLLOQUIO CON IL PRIMO MINISTRO NETANYAHU
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