angelina jolie in ucraina

L’INCREDIBILE STORIA DELLA VISITA IN UCRAINA DI ANGELINA JOLIE: HA VISTO PORTARE VIA IL SUO BODYGUARD DURANTE LA MISSIONE UMANITARIA A KHERSON. LA MACCHINA SU CUI VIAGGIAVANO È STATA FERMATA E, NONOSTANTE L’UOMO AVESSE UNA ESENZIONE DAL SERVIZIO MILITARE, È STATO FERMATO DAGLI AGENTI DELLA POLIZIA UCRAINA CHE LO HANNO CONDOTTO DI FORZA IN UN CENTRO DI RECLUTAMENTO PER COSTRINGERLO AD ARRUOLARSI NELL’ESERCITO DI KIEV - MA JOLIE È RIUSCITO A FARLO LIBERARE CHIAMANDO…

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Estratto dell’articolo di Alba Romano per www.open.online

 

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Angelina Jolie era in visita a Cherson, una delle città ucraine più colpita dai droni e dai missili russi, quando il suo bodyguard è scomparso. O meglio, è stato fermato dagli agenti della polizia ucraina che lo hanno condotto di forza in un Centro di reclutamento per costringerlo ad arruolarsi nell’esercito di Kiev.

 

È stata la stessa attrice, stella di Hollywood, a recarsi di persona presso il Centro e ottenere la liberazione della sua guardia del corpo. Un avvenimento che ha spalancato la porta ai deputati dell’opposizione: «È incredibile, immaginate Zelensky…».

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Si era recata in Ucraina, proprio in uno dei luoghi più infuocati del fronte da tre anni a questa parte, per una delle sue missioni umanitarie. […]A Cherson Angelina Jolie ha visitato le strutture mediche, tra cui un ospedale pediatrico e uno per la maternità, parlando con i pazienti e il personale sanitario.

 

Poco dopo, mentre sul suo fuoristrada stava percorrendo la via tra Mikolayv e Cherson, è stata fermata per un controllo di routine. L’autista e guardia del corpo è stato identificato dai rappresentanti del Centro di reclutamento territoriale, perché non aveva fornito un documento valido che ne certificasse l’esenzione dal servizio militare.

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Le spiegazioni, cioè che stava trasportando «una persona importante, una pacificatrice», sono state rispedite al mittente e l’uomo è stato caricato su una camionetta e portato al Centro di reclutamento. Per far sbloccare la situazione, Angelina Jolie ha dovuto contattare i rappresentanti dell’Ufficio presidenziale e recarsi di persona nel Centro, per convincere i militari ucraini a liberare l’uomo.

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