COSA BOLLE NELLE VISCERE DELLE PERIFERIE ITALIANE? A ROMA, NEL POPOLOSISSIMO QUARTIERE DON BOSCO, E’ ESPLOSA UNA GUERRA TRA POVERI CHE OPPONE LA COMUNITÀ BENGALESE A QUELLA SUDAMERICANA. I RESIDENTI SI DICHIARANO OSTAGGIO DELLE GANG (ALTRO CHE INTEGRAZIONE, E’ SOLO CAOS!) - NELLA ZONA CRESCONO I MINIMARKET GESTITI DA BENGALESI. E DAI PALAZZI OCCUPATI DAI LATINOS PARTONO I RAID DEI SUDAMERICANI CONTRO LA COMUNITÀ ASIATICA - LE RICHIESTE DEI RESIDENTI: PIÙ FORZE DELL’ORDINE, VIDEOSORVEGLIANZA E SGOMBERO DEI PALAZZI OCCUPATI (AVVISATE GUALTIERI!) - VIDEO

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Sintesi dell’articolo di Luisa Urbani per il Messaggero

roma quartiere don bosco scontri tra comunità bengalese e latinos

Come scrive oggi Luisa Urbani sull’edizione romana del “Messaggero”, nel quartiere Don Bosco-Cinecittà di Roma la tensione è ormai esplosa in una “guerra tra poveri” che oppone la comunità bengalese a quella sudamericana, lasciando i residenti storici in un clima di paura e degrado.

Le strade un tempo tranquille, da via Stilicone a piazza dei Consoli, sono diventate teatro di risse, raid notturni e aggressioni, mentre molti romani hanno chiuso le proprie attività, sostituite da una miriade di mini market gestiti da bengalesi.

La scintilla più recente è scoppiata il 17 ottobre, quando un gruppo di sudamericani ha assaltato con coltelli e picconi il bar-minimarket di Jahid Hassan, in zona Don Bosco. L’uomo, da trent’anni in Italia, ha raccontato di vivere nel terrore: «Vengono nei negozi e pretendono di bere senza pagare». Dopo la rissa, il questore ha disposto la chiusura del suo locale per trenta giorni.

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Dietro la cronaca di violenze e vendette, il quartiere si sente “ostaggio delle gang”, come denuncia la presidente del comitato di quartiere Tiziana Siano, che parla di «una guerra per il controllo del territorio, aggravata dallo spaccio e dall’abuso di alcol». I minimarket, aperti anche di notte e spesso oltre gli orari consentiti, venderebbero alcolici a minori, alimentando una spirale di degrado che si riversa nelle strade e nei parchi, divenuti bivacchi permanenti.

Gli abitanti storici, come Alessandra Santucci, che gestisce una cartoleria in via Calpurnio Fiamma dal 1991, raccontano di un quartiere “che era la Parioli di Roma Sud e ora sembra un suk”. Il marito, Enzo Migliacci, osserva che “la pedonalizzazione di via Stilicone ha favorito solo i bivacchi”.

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Le richieste dei residenti sono chiare: più forze dell’ordine, videosorveglianza e sgombero dei palazzi occupati, da cui — secondo molti — partono i raid sudamericani. Ma la sensazione comune è quella dell’abbandono. “Abbiamo fatto denunce e segnalazioni, ma nessuno ci ascolta. La situazione peggiora ogni giorno”, denuncia ancora Siano.

Intanto la comunità bengalese, spaventata, pensa di lasciare il quartiere, mentre molti romani si chiudono in casa al calare del buio. “Questa non è integrazione — dice l’infermiera Tiziana Ferri — è solo caos pericoloso. Viviamo in una zona dove non sembra più di essere in Italia”.

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